lunedì 31 marzo 2025

SPIGOLATURE AGRONOMICHE: SECONDO NUMERO

L’UNIONE EUROPEA PUNTA SU INNOVAZIONE, SEMPLIFICAZIONE E SU UN’AGRICOLTURA
FORTE E COMPETITIVA

EDITORIALE

di ERMANNO COMEGNA



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Alla metà del mese di marzo, il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri ha approvato il mandato negoziale sulla proposta della Commissione europea per autorizzare la coltivazione e la commercializzazione di varietà di prodotti agricoli ottenuti attraverso le nuove tecniche genomiche (NGT). È un passaggio importante verso il definitivo varo della legislazione europea che è in discussione dall’inizio di luglio 2023 ed ha faticato a trovare un compromesso politico, per l'opposizione di qualche Paese membro poco incline verso la ricerca e l’innovazione.
Anche gli ecologisti sono restii a consentire l’utilizzo di questa innovazione tecnologica che, invece, ha incontrato un generalizzato consenso tra gli agricoltori e le organizzazioni economiche di rappresentanza.L’Italia ha anticipato i tempi, con un provvedimento finalizzato a consentire la sperimentazione, in attesa dell’intervento normativo a livello europeo. Purtroppo, come denunciato in alcuni contributi di questo fascicolo della rivista, i ricercatori non sono lasciati in pace, dato che c’è chi non si limita ad esprimere opinioni diverse, ma mette in campo operazioni di violento boicottaggio, con distruzione delle colture sperimentali, arrecando in tal modo un danno enorme alla ricerca ed al sistema agricolo in generale che vede procrastinati i tempi per l’utilizzo di nuove varietà aventi caratteristiche tali da risolvere alcuni problemi che gli agricoltori sono costretti a fronteggiare.
Come sempre accade quando ci sono interventi politici divisivi, la nuova legislazione europea in via di approvazione è un compromesso che tiene conto da un lato delle esigenze del mondo della ricerca e degli operatori economici propensi e ben disposti verso l’innovazione e dall’altro delle remore di chi porta avanti un'opposizione determinata, ostinata e talvolta anche con metodi non convenzionali.
La normativa comunitaria individua due distinti percorsi per l’immissione sul mercato delle piante NGT. C’è una corsia preferenziale con la rapida approvazione delle nuove varietà che, per numero e tipologia delle modifiche apportate, sono considerate equivalenti a quelle ottenute attraverso metodi ordinari di selezione genetica. In tutti gli altri casi si applicano le ben note disposizioni restrittive previste dalla normativa sugli OGM.
L’approvazione del mandato negoziale del Consiglio dell’Unione europea è un passo avanti, ma non è detto che la strada sia del tutto spianata, il procedimento legislativo può presentare degli ostacoli, perché è da verificare la posizione politica del Parlamento europeo cui spetta la codecisione insieme agli Stati membri.
Sono partito dalla recente apertura politica verso l'innovazione genetica per attirare l’attenzione sul fatto che, negli ultimi mesi, il clima che si respira a Bruxelles sembra essere profondamente mutato, non solo per la vicenda NGT, ma pure per altre questioni. A febbraio scorso, anche su input politico dei Capi di Stato e di Governo, la Commissione europea ha lanciato un primo pacchetto di semplificazione che riduce considerevolmente gli obblighi di rendicontazione a carico delle imprese, in particolare per quanto riguarda l’informativa sulla sostenibilità e sulla “due diligence”. Inoltre, il campo di applicazione del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere è stato limitato solo alle grandi imprese, escludendo così il 90% degli importatori.

Altre semplificazioni riguarderanno direttamente la politica agricola comune (PAC), con la presentazione imminente di proposte legislative. E non è finita qui, perché, alla fine del corrente anno, ci sarà un ulteriore intervento riguardante gli aspetti legati alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. Intanto, il 19 febbraio scorso, il nuovo commissario all’agricoltura Hansen ha presentato il documento di visione, dove sono indicati gli orientamenti politici e la tabella di marcia delle singole attività da mettere in campo per i prossimi cinque anni.
Le autorità europee hanno preso atto della necessità di rendere il settore agroalimentare più competitivo e attrattivo per i giovani. Oltre alla semplificazione e alla riduzione del carico amministrativo per le imprese e per l’amministrazione, la Commissione europea si propone di favorire l’innovazione, l’utilizzo delle nuove tecnologie e la diffusione delle conoscenze. Soprattutto le istituzioni comunitarie hanno compreso che è opportuno garantire un equilibrio tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica.



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