di LUIGI MARIANI e GIANNI OMODEO
Le serie storiche di riferimento
A partire dal 2022, anno particolarmente siccitoso al Nord, abbiamo iniziato a raccogliere serie storiche secolari di dati pluviometrici mensili riferite all'area italiana e attualmente disponiamo di dati per le 30 località italiane mostrate in figura 1 e che sono sede di osservatori storici, cui si aggiungono 2 località svizzere (Lugano e Basilea). Tutte le località in esame dispongono di almeno un secolo di dati con le eccezioni di Frascati la cui serie ha inizio nel 1945, Brindisi (inizio nel 1952) e Urbino che (inizio nel 1938). Si noti che i dati considerati sono stati attinti fin dove possibile dalle serie pluviometriche degli osservatori storici mentre negli anni più recenti sono state in vari casi attinte da dati prodotti da stazioni appartenenti a reti meteorologiche operative e prossime agli osservatori storici considerati. La carta in figura 1 evidenzia che il numero di stazioni con serie secolari al centro-sud è ridotto e sarebbe auspicabile un suo incremento, per cui ogni eventuale suggerimento da parte dei lettori è il benvenuto.
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Figura 1 - Rete stazioni storiche |
Le anomalie riscontrate
Le fonti dei dati
In figura 2 si riportano le precipitazioni totali registrate nel 2024 mente in figura 3 si riportano gli scostamenti percentuali rispetto alla media secolare (1924-2023) e, per i tre osservatori con meno di un secolo di dati, lo scostamento rispetto alla media dell’intera serie storica. L’idea di usare la media secolare 1924-2023 si giustifica con il fatto che le differenze rispetto alle medie cinquantennali (1974-2023) e trentennali (1994-2023) sono in genere modeste come si può evincere dai dati in tabella 1, il che peraltro attesta la sostanziale stazionarietà degli apporti pluviometrici annui sul nostro paese.
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Figura 2 |
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Figura 3 |
Nel 2024 la circolazione atmosferica sul settentrione ha vissuto lunghe fasi di dominio atlantico (regime zonale) con precipitazioni ben al di sopra della norma nei mesi di febbraio, marzo, maggio, settembre e ottobre. Ciò piega il fatto che le anomalie pluviometriche positive si siano concentrate sull’areale padano – alpino, sul centro Italia e sulla Sardegna mentre anomalie pluviometriche negative emergono sul meridione peninsulare e sulla Sicilia.
Si segnala inoltre che il 2024, che nei primi 5 mesi presentava anomalie più sensibili ed evidenziate nella nostra precedente analisi (www.climatemonitor.it) ha ridotto il livello di anomalia nel secondo semestre riducendo i livelli di anomalia negativa al sud e di anomalia positiva al nord.
Segnaliamo infine che di fronte della variabilità pluviometrica il rimedio strutturale più efficace è l’adattamento, rispetto al quale disponiamo oggi di consolidate strategie ingegneristiche (invasi artificiali, casse di espansione, ecc.), agronomiche (suoli ben strutturati per una maggiore capacità d’invaso, sistemazioni idraulico-agrarie, aridocoltura, agricoltura conservativa a fini anti-.erosivi, miglioramento genetico genetico, ecc.) e forestali (scelta delle essenze più idonee, sistemazioni idraulico-forestali, ecc. Peraltro molte di queste tecniche hanno ricadute positive ulteriori oltre a quella principale di lotta alla siccità e all’eccesso idrico.
Segnaliamo infine che il nostro Paese si estende per oltre 1200 km, dai 35° di Lampedusa ai 47° Nord della Vetta d’Italia e di conseguenza è frequente osservare che annate siccitose al Sud manifestano una piovosità abbondante al Nord e viceversa. Tale peculiarità climatica potrebbe essere sfruttata per pervenire a una gestione territoriale ampia delle risorse idriche ed in tal senso ci domandiamo se non possa essere immaginabile un acquedotto che colleghi il Nord al Sud per ridistribuire gli eccessi e compensare le carenze. Forse è solo fantascienza ma chissà…
Qui di seguito si riportano le fonti dei dati. Per ogni stazione il primo nominativo indica la fonte dei dati storici mentre l’eventuale secondo nominativo indica la fonte dei dati degli anni più recenti.
Basilea e Lugano: Meteosvizzera; Oropa: Osservatorio di Oropa e ARPA Piemonte; Torino, Cuneo, Casale Monferrato e Ovada: Histalp e Arpa Piemonte; Milano: Osservatorio di Brera e Luigi Mariani; Mantova: Histalp e Arpa Lombardia; Padova, Venezia, Rovigo e Belluno: Histalp e Arpa Veneto; Dobbiaco: Servizio Idrografico e Servizio meteorologico provinciale di Bolzano; Udine: Histalp e Osmer; Ferrara e Bologna: Histalp e Arpa SIM; Genova: Ecad e Servizio meteorologico regionale; Pesaro e Urbino: Histap e Protezione civile Marche; Pisa: SIR Toscana e prof. Sergio Pinna; Firenze: Osservatorio Ximeniano e SIR Toscana; Arezzo: Histalp e SIR Toscana; Perugia: Histalp e Annali della regione Umbria; Roma: Collegio romano e prof. Costantino Sigismondi; Frascati: Ist. Salesiano Villa Sora - prof. D.A. Bressan; Montevergine: Osservatorio omonimo e Protezione civile regionale; Brindisi: Ecad e Protezione civile regionale; Reggio Calabria: Servizio Idrografico e Protezione civile regionale; Palermo: Osservatorio astronomico; Cagliari: Servizio idrografico (Ispra-Scia).
Luigi Mariani
È Professore Associato di Agronomia e coltivazioni erbacee presso il Dipartimento Dicatam dell'Università degli Studi di Brescia. Direttore del Museo di Storia dell'Agricoltura e Vicepresidente della Società Agraria di Lombardia.
Gianni Omodeo
Dottore Agronomo, già imprenditore agricolo.
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