martedì 20 agosto 2024

CONVINCERANNO GLI ANTI - OGM QUESTE CONSIDERAZIONI BIOLOGICHE E QUESTI RISULTATI ACQUISITI? NO!

 di ALBERTO GUIDORZI




Mi riferisco a cosa è capitato in natura in fatto di Organismi Geneticamente Modificati e come sia ipocrita la definizione che la Direttiva 18/2001 dà degli OGM. Essa infatti dice che è definito OGM: “un materiale genetico modificato in un modo che non avviene in natura”.
Vediamo allora che cosa avviene in natura. I processi biologici non sono precisi come, invece, si crede, anzi se ci riferiamo al DNA (cioè dove sono contenuti i geni ereditabili) esso è soggetto a frequenti accidenti. Questi accidenti possono essere negativi, ma anche positivi nel senso che creano materia prima su cui si basa la biodiversità e la conseguente evoluzione. Infatti la domesticazione dei vegetali operata dall'uomo ha come base di partenza proprio questi accidenti. Vediamo di farne un sintetico elenco: mutazioni implicano cambiamenti accidentali di modesta entità, diciamo a livello di nucleotidi. La frequenza è dell’ordine di una mutazione ogni 140 milioni di nucleotidi (un componente del DNA). I semi di un ettaro di frumento (15 miliardi di nucleotidi) contengono 200 milioni di mutazioni e chi risemina il suo raccolto si porta dietro queste modifiche, tra l’altro maggioritariamente negative (ecco perché si dice che una varietà riprodotta e quindi soggetta anche a segregazioni, se riseminata, degenera). Si fa notare che le TEA di tipo 1, di cui diremo sotto, non hanno nulla di aleatorio a differenza delle mutazioni naturali, eppure queste non sono OGM, mentre le seconde sono accettate obtorto collo. Ogni anno i 900 milioni di nucleotidi del genoma di miliardi di pomodori coltivati sono mutati centinaia di volte. 2° Ricombinazioni sono i cambiamenti aleatori che subiscono i cromosomi durante la formazione dei gameti. Ogni paia di cromosomi subisce da 1 a 3 scambi per ogni generazione. Sovente sono sequenze omologhe (ogni cromosoma ha un suo omologo), se però non sono omologhe si producono nuovi geni, che, se si rivelano interessanti (resistenze ad una malattia ad es.), sono conservati per selezione, ma possono anche avvenire delle vere e proprie perdite di parti di cromosoma. 3- Poliploidia la diploidia è la situazione più frequente nelle piante a riproduzione sessuata, cioè due copie di ogni cromosoma. Ma in natura si possono creare situazioni di moltiplicazione di cromosomi. Cioè si può passare dallo stadio di due copie ad uno stato di tre coppie, 4 coppie, 5 copie o 6 coppie e così via. 
Ora alla situazione di copie in numero dispari normalmente corrisponde la sterilità, cioè non si formano i semi. es. banana, uva apirene, anguria senza semi ecc. ecc. e questi sono casi positivi e quindi l’uomo provvede a perpetuare la specie per via agamica (talee). Ne caso di copie in numero pari invece la fertilità si ristabilisce (ogni cromosoma si può appaiare) ed in questo modo si formano addirittura nuove specie. Ad esempio il frumento è un esaploide, cioè da uno stato diploide è passato prima ad uno stato tetraploide (da cui abbiamo tratto il frumento duro) ad uno stato esaploide, dal quale è uscito il frumento tenero. Anche la patata è un tetraploide, mentre la fragola è un ottoploide. 
Lo stato poliploide complica enormemente il miglioramento genetico e la creazione di OGM transgenici. 4 – Introgressioni è l'incorporazione permanente di geni di una popolazione nel genoma di un'altra popolazione, questo in caso di compatibilità riproduttiva; cioè sono possibili incroci tra le due. È un sistema che il miglioramento vegetale usa per introdurre geni interessanti da piante selvatiche a piante coltivate. Il 10% del genoma del pomodoro coltivato proviene da specie selvatiche dello stesso genere botanico. 50.000 anni fa noi discendenti dell’Homo sapiens abbiamo introitato DNA dell’Uomo di Neanderthal. 5 - Traslocazioni In questo caso si tratta del cambiamento di posizione di un pezzo di cromosoma nell’ambito del genoma. Si pensi che la variabilità attuale del genere Capsicum (peperone e peperoncino) è dovuta a 6 traslocazioni implicanti 8 cromosomi diversi. IL genere Homo si è disgiunto dall’autralopiteco per una modifica traslocativa non bilanciata. Inoltre le traslocazioni sono la causa di moltissime malattie genetiche umane. 6 – Trasposizioni Sono anche conosciuti sotto il nome di “geni saltatori” e su questa scoperta che Barbar McClintock ha preso il premio Nobel nel 1983. Si tratta di frammenti di DNA che cambiano di posizione all’interno del genoma. Ad esempio nel mais, l’80% del DNA è composto da DNA mobile o anticamente mobile. Una evidenza attuale sono le spighe di mais i cui semi sono variamente colorati. Nel DNA umano, che ne comprende il 40%, un elemento attivo causa una nuova inserzione ogni trenta individui. Per esemplificare il DNA mobile è all’origine di importanti evoluzioni: il teosinte è diventato mais per effetto dei geni saltatori, l’apparizione della placenta nei mammiferi è dovuta a questa caratteristica della materia ereditabile, se abbiamo l’uva bianca, le arance rosse e le mele rosse lo dobbiamo a modifiche di questo genere. 
Fosse finita qui! Vi sono poi da annoverare i trasferimenti orizzontali cioè il passaggio di DNA non tramite la riproduzione bensì per opera di batteri che cedono il loro DNA alle piante o al limite sono solo dei vettori di DNA preso altrove (il 7% della angiosperme contiene DNA batterico). Se abbiamo frumenti resistenti al fusarium lo dobbiamo ad un fungo che ha dato del suo DNA a questa pianta. Ora che cosa ha fatto l’uomo per creare degli OGM? Non ha fatto altro che copiare i meccanismi che usano i batteri per fare trasferimenti orizzontali, inoltre noi siamo degli OGM e tutte le piante lo sono. Non solo ma tra le modifiche operate dall’uomo e quelle che in natura si sono create vi è un abisso, nel senso che sono enormemente più rivoluzionarie e con effetti altamente più negativi per quelle che in natura sono avvenute e che soprattutto continuano a avvenire. Se valesse la regola di non riprodurre le piante OGM, come si è fatto in Europa, anche in umano, noi dovremmo impedire la riproduzione a tutti gli individui umani che hanno gameti difettosi. 
Signori ma questa sarebbe eugenetica ed Hitler impallidirebbe! Inoltre ora molte delle remore proposte nel 1996 quando uscirono i primi OGM sono totalmente cadute in quanto la scienza ci ha fornito strumenti di una precisione tale da poter tenere sotto controllo totale sia la prima modifica genetica che tutte le eventuali conseguenze che dovessero insorgere in futuro. Le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) hanno fatto questo, ma non si sono fermate qui in quanto si può apportare una modifica genetica mediante le TEA in modo tale da essere perfettamente uguale a quella che produrrebbe la natura e da ciò ne discende che è indistinguibile; dunque potrei operare senza che nessuno possa fare controlli ed incolparmi di essere fuorilegge. Visto che si tende a rendere l’autorizzazione dei prodotti delle TEA sempre più burocratiche e costose per ottenerle io credo che molti, permanendo tale stato di cose, aggireranno la legge; se non l’hanno già aggirata! Insomma in Europa l’ideologia ha imperato nel senso che ci si è fossilizzati nel guardare come produco un OGM e non a valutare che caratteristiche ha il prodotto che ho ottenuto.
Stante questo quadro vogliamo vedere cosa l’Europa ha perso a dichiarare l’ostracismo verso gli OGM? Per farlo però dobbiamo guadare cosa hanno guadagnato i paesi che li hanno adottati.
Dobbiamo subito sapere che noi potremo anche dire che non si possono coltivare gli OGM, ma non lo potremo imporre agli altri con cui abbiamo accordi di libero scambio. Ecco allora che dal 2003 ad oggi sono state autorizzate 148 domande (su 171 depositate) di esportazione in EU di derrate OGM (1). In soldoni significa che da noi ogni anno arrivano tra i 30 ed i 50 milioni di t di derrate OGM e che evidentemente noi mangiamo da 20 anni con nessun inconveniente denunciato, vi è per contro il caso di un marito deceduto e moglie ospedalizzata per aver mangiato zucchine ottenute da seme autoprodotto derivante però da un incrocio spontaneo tra la specie “pepo” e una specie di zucca ornamentale velenosa. Nel mondo esistono 3000 varietà coltivate e ricavate da mutagenesi indotte (irraggiamento ecc.) di cui non conosciamo quali sconvolgimenti genetici si sono prodotti eppure li coltiviamo e ce ne nutriamo (2). Ora quelle precedenti sono esentate dall’essere considerate OGM ope legis, mentre le piante irraggiate future sono state definite essere OGM dalla Corte di Giustizia Europea e quindi assoggettate alla direttiva 18/2001 con esborsi enormi per essere autorizzate.
Nel 2022 le piante OGM erano coltivate su 202,2 milioni di ettari nel mondo (10% della terra coltivata), maggioritariamente nelle due Americhe, ma anche in Africa ed in Asia (solo noi, ad esclusione di Portogallo e Spagna) ed i russi non le coltiviamo. Portiamo l’esempio dello stato canadese del Saskatchewan dove un ettaro tra il 1991 ed il 1994 era emettitore netto di CO2, con l’avvento delle varietà OGM resistenti al gliphosate si è potuta fare la semina su sodo e aumentare le produzioni; insomma quell’ettaro è divenuto captatore netto di 0,12 t di CO2/anno. La stessa fonte ci dice che se anche l’UE avesse ammesso la coltivazione degli OGM essa avrebbe potuto diminuire del 7,5% le emissioni (cioè 33 milioni di t di CO2 per anno) e contemporaneamente diminuire le importazioni (3).
Uno studio del 2023 ha steso un bilancio economico con riferimento all'America del Nord: in cinque anni, scelti tra il 1996 ed il 2020, grazie alle coltivazioni OGM, la soia ed il mais hanno progredito rispettivamente di 330 milioni di t e 595 milioni di t. Ciò ha portato agli agricoltori redditi supplementari pari a 261 miliardi di $ (4). Noi invece rieleggiamo la Ursula von der Leyen che riporta pari pari il Green Deal per altri cinque anni (contenente purtroppo il farm to fork). Tuttavia la conseguenza più rimarchevole dell’adozione delle piante OGM è la diminuzione dei fitofarmaci: si è arrivati fino a -80% per il mais ed il cotone (339 milioni di kg di principi attivi tra il 1996 ed il 2000 per solo questa pianta). In India la resistenza agli insetti parassiti del cotone ha aumentato le rese tra 45 et il 63% (5). In Africa del Sud sul mais hanno raddoppiato le rese. Le melanzane Bt coltivate su 25.000 ha in Bangladesh hanno aumentato le rese e i ricavi rispettivamente del 19,6 e del 21,7% nel 2023 (6). 
L’EU con queste scelte sta mettendo in ginocchio l’industria sementiera europea (quella italiana è un cimitero da decenni). Ormai abbiamo varietà di frumento e riso resistenti alla siccità (pensate se in annate come queste avessimo frumento duro più resistente alla siccità). La distinzione, che si vorrebbe fare in EU, delle TEA di tipo 1 (meno di 20 nucleotidi modificati piante non OGM) e di tipo 2 (modifiche più importanti tutte piante OGM) sono delle vere e proprie iperboli che solo una burocrazia ideologica può escogitare. Come si fa a voler distinguere ancora tra cisgenesi e transgenesi quando le applicazioni di quest’ultima e dopo 25 anni di controlli sia a priori che a posteriori non hanno evidenziato nessun inconveniente? Il colmo della deformazione ideologica la si raggiunge in biologico, dove usano da sempre varietà con mutazioni indotte e rifiuteranno le TEA di tipo 1 in quanto a loro insindacabile giudizio sono OGM.

A che punto siamo in UE?

L’UE è ancora totalmente paralizzata in interminabili discussioni e verosimilmente il dossier TEA rimarrà nel cassetto ancora per almeno un anno. Infatti la presidenza ungherese è ostile alle TEA e le succederà la Polonia da sempre contraria. Intanto gli altri avanzano con studi e progetti: secondo i dati di EU-Sage sono stati recensiti 912 studi utilizzanti le TEA (di cui ben 838 mediante il Crispr) Tra questi vi sono 183 lavori collegati agli stress biotici (Virus, Batteri ecc.) 188 tendenti a migliorare le qualità alimentari, 86 collegati agli stress abiotici (salinità, siccità, tolleranza al freddo ecc.). Sul totale degli studi, la Cina ne porta avanti 500, 177 li portano avanti istituti di ricerca americani. L’EU ne avrebbe in cantiere una quarantina, ma tutti portati avanti in paesi stranieri (sono dunque delle collaborazioni). Solo l’Italia fa eccezione avendo portato in campo una prova sul riso (tolleranza alla pyricularia, ossia al brusone) ma ben sappiamo che le “orde vandaliche ecologiste” sono già entrate in funzione.


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(1)Commissione Europea “EU Register of authorised GMOs”

(2)International Atomic Energy “Joint FAO/AIEA Mutant Variety Database » 2023

(3)Agbioinvestor « Global GM crop area review” 5/2023

(4)Paarlberg R, Smyth SJ, “the cost of not adopting new agricultural food biotechnologies – Trend biotechnol, 2023

(5)Brookes G « Geneically Modified (GM) crop use 1996-2020 environnemental impctsassociatedwithpesticide use change » GM Crop & Food 2022

(6)Shelton AM et al. « impact of Bt brinjal cultivation in the market value chain in five districts of Bangradesh » Front BioengBiotechnol 2020


ALBERTO GUIDORZI

Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana

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