di LUIGI MARIANI
I nomi o i soprannomi rimandano spesso a caratteri o comportamenti di una persona o degli antenati a cui per primi furono attribuiti. Ad esempio la gens Fabia, antica famiglia patrizia romana inclusa fra le cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio, deriverebbe il proprio nome dall’abitudine di mangiare fave, il che ha tutta una serie di implicazioni alla luce de significato che Vicia faba aveva per i romani antichi, nel cui calendario è ricordata quattro volte in relazione con pratiche funerarie e con la morte di Remo (Pedroni, 2009).
Al riguardo è utile segnalare che sul sito Acta plantarum è presente un etimo delle piante che è molto utile per conoscere in modo rapido l’origine dei nomi di svariate piante.
Su tale sito per Vicia faba trovo:
Come ulteriore esempio cito la palma di San Pietro (Chamaerops humilis) che se ben ricordo è l’unica palma autoctona italiana e di cui mi è capitato di vedere tanti anni fa un vasto popolamento visitando il tempio di Segesta, presenta l’etimo seguente:
è presente anche nella cactacea Echinopsis chamacereus, che domenica 30 aprile 2023 ha iniziato la sua splendida fioritura rossa sul mio balcone, prontamente annotata sulla mia agenda.
In tutto sul sito sono analizzati 26549 nomi e mi permetto di suggerirne l’utilizzo ai lettori.
Circa infine il riconoscimento delle piante che per anni ho svolto utilizzando l’erbario a chiavi di Eugenio Baroni (1977), suggerisco anche l’uso della app plant@net che consente di riconoscere piante a partire da foto del fiore o della foglia.
Bibliografia
Baroni E., 1977. Guida botanica d’Italia ossia chiavi analitiche per determinare le piante spontanee che crescono nella penisola, compilata da Eugenio Baroni, riveduta e corretta da Sara Baroni Zanetti, Cappelli editore.545 pp.
Pedroni L., 2009. I Fabi, Remo e le fave: assonanze e suggestioni, Faventia 32-33, 2010-2011 59-72 (https://core.ac.uk/download/pdf/38996122.pdf).
LUIGI MARIANI
Professore Associato di Agronomia presso l' Università degli Studi di Brescia. E' Direttore del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e Vicepresidente della Società Agraria di Lombardia.
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