di ALBERTO GUIDORZI
La giornata della terra è una istituzione del 1970 in stile New Age cioè un’esperienza di sensibilizzazione, oggi purtroppo si è adeguata allo spirito del tempo: puzza di arroganza e di “pensiero corretto”. La passione e lo zelo ambientalista prevalgono regolarmente sulla scienza e l'evidenza passa in secondo piano rispetto alla plausibilità.
Le parole d’ordine di quest’anno sono: “ Investire nel nostro pianeta. Cosa farai? e “l’impronta alimentare” e qui vi si è aggiunta “l’agricoltura rigenerativa” che come hanno scritto Porterfield e Entine “sembra un rebranding dell’agricoltura biologica, ma con in più molte altre affermazioni immodeste su ciò che l'agricoltura organica/rigenerativa può fare, incluso " invertire il riscaldamento globale " e " porre fine alla fame nel mondo ", preservando le terre coltivate del pianeta.
La volontà di voler educare, meglio sarebbe usare il verbo “indottrinare”, traspare da un esperimento di alcuni anni fa in California dove si incaricarono degli studenti di prefigurare, se avessero avuto disponibile la ricchezza di Bill Gates (perché proprio la ricchezza di un privato? Volontà di esproprio?), cosa fare per rendere il pianeta più sostenibile. A questi studenti era stato anche consigliato di leggere il libro di Rachel Carson “Silent Spring” del 1962. Non dimentichiamo che la Carson aveva difeso e legittimato le posizioni legate a una tradizione più oscura del pensiero ambientale americano: il controllo della popolazione neomalthusiano e gli sforzi contro la tecnologia. Non solo ma perché non far leggere a loro, per una questione di educazione obiettiva circa le osservazioni della Carson sul DDT, l’analisi che ne ha fatto J. Gordon Edwards, professore di entomologia alla San Jose State University, membro di lunga data del Sierra Club e della Audubon Society, e membro della California Academy of Sciences. Nel suo straordinario saggio del 1992, " Le bugie di Rachel Carson”, Edwards ha demolito le argomentazioni e le affermazioni di Rachel Carson e ha richiamato l'attenzione su omissioni critiche, ipotesi errate e vere e proprie invenzioni?
Perché nella Giornata della Terra appena trascorsa non si è parlato anche della curva ambientale di Kuznets (EKC) per la quale la crescita economica è inizialmente accompagnata da un aumento dell'inquinamento. Nel tempo, tuttavia, si acquisiscono risorse sufficienti per investire in tecnologie che promuovono la sostenibilità. La continua crescita economica porta al progresso tecnologico per cui le tecnologie sporche e obsolete vengono sostituite da tecnologie più nuove e più pulite che migliorano la qualità dell'ambiente.
Niente di tutto ciò è detto, il messaggio che si vuole fare passare è opposto in quanto appunto ideologico e cioè si vorrebbe far credere alla conclusione opposta: “il nostro " sfruttamento " delle risorse del pianeta è intrinsecamente distruttivo”.
Niente di tutto ciò è detto, il messaggio che si vuole fare passare è opposto in quanto appunto ideologico e cioè si vorrebbe far credere alla conclusione opposta: “il nostro " sfruttamento " delle risorse del pianeta è intrinsecamente distruttivo”.
Le prove?
Dal 1970, osserva l'EPA , le emissioni combinate di sei comuni inquinanti sono diminuite di quasi l'80%, con il risultato di migliorare drasticamente la qualità dell'aria che respiriamo. Più precisamente: “Tra il 1990 e il 2020, le concentrazioni nazionali di inquinanti atmosferici sono migliorate del 73% per il monossido di carbonio, dell'86% per il piombo (rispetto al 2010), del 61% per il biossido di azoto annuale, del 25% per l'ozono, del 26% per le concentrazioni di particelle grossolane nelle 24 ore , 41% per le polveri sottili annuali (rispetto al 2000) e 91% per l'anidride solforosa." Ma vi è di più gli sforzi significativi per la protezione dell'ambiente non costano poco e, guarda caso, i paesi ricchi sono generalmente gli unici, con le risorse che hanno, capaci di ridurre l'inquinamento. Esiste una stretta correlazione tra il PIL di una nazione e il numero di decessi attribuiti all'inquinamento esterno.- Gli studi hanno dimostrato che la quantità di terra dedicata all'allevamento di animali per il cibo è notevolmente diminuita negli ultimi decenni. Oggi ci sono 140 milioni di ettari di pascolo in meno rispetto al 2000.
- Tutti i modelli di emissioni di gas serra dovute ai cambiamenti nell'uso del suolo indicano che sono diminuite di un terzo negli ultimi due decenni.
- Le innovazioni tecnologiche, che la salute degli animali migliorano, producono mangimi migliori, in questo modo si ottimizzano gli animali stessi per quanto riguarda la produzione alimentare, e si può rafforzare questa tendenza globale alla sostenibilità.
- I caseifici e le aziende zootecniche possono produrre metano dal letame animale e utilizzarlo come fonte di energia alternativa, trasformando, così, un potente gas serra in una fonte di combustibile sostenibile. L’Industria lattiero casearia della California ha ridotto del 30% le sue emissioni di metano dal letame animale utilizzando appunto questo approccio.
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di
Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha
lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez
come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia.
Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico
che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura
francese che italiana.
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