sabato 19 febbraio 2022

TRA AMBIENTE, SALUTE … COSTITUZIONE E LIBERTÀ

 di FLAVIO BAROZZI 

 

Gatto e topo


L' articolo è uscito in origine su "Agricoltura è cultura" della Società Agraria di Lombardia 

 
Nei giorni scorsi l’amico prof. Dario Casati, tra l’altro prezioso consigliere della Società Agraria di Lombardia, ha delineato in un magistrale articolo pubblicato sul sito dell’Accademia dei Georgofili ( dopo-la-pandemia-occorrono-nuove-politiche-agrarie ), le contraddizioni che gravano sulla politica economica della “vecchia” Europa, in specie nell’ambito della produzione agricola e della sicurezza alimentare.
Contraddizioni -animate da un “malinteso ambientalismo”- che sembrano comunque orientate a determinare lo svilimento della produzione agricola europea, asservita ad una cavillosità burocratica sempre più assurda, e limitata nel suo potenziale sviluppo dall’ideologica avversione di molti decisori politici verso la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, unici strumenti in grado di determinare un reale progresso ed una autentica “sostenibilità”.
Tali assurdità sono state recentemente analizzate da uno studio della prestigiosa Università di Wageningen, che conferma il preoccupante scenario che si andrebbe delineando qualora il cosiddetto Green Deal trovasse completa applicazione, come peraltro già ipotizzato da un precedente lavoro del Joint Research Centre della stessa UE.
Questo poco rassicurante contesto assume particolare significato se inserito nel quadro che si va delineando -tanto a livello italiano che internazionale- nelle ultime settimane. In cui alle speranze per l’auspicabile uscita dall’emergenza sanitaria, e per un ritorno alla normalità economica e sociale, si affiancano le preoccupazioni per una situazione internazionale gravata da sinistri “venti di guerra”, e condizionata -tanto per cambiare- dallo stato di “dipendenza” che la “vecchia” Europa (e l’Italia in particolare) ha maturato nel tempo nel settore strategico dell’approvvigionamento energetico.
Una dipendenza dall’estero che -sulla base delle proiezioni di JRC e Università di Wageningen- potrebbe rapidamente estendersi anche all’approvvigionamento agro-alimentare, minando alla base la credibilità e la stessa sovranità degli Stati della “vecchia” Europa.
A fronte di queste realtà, la nostra Camera dei Deputati ha approvato pochi giorni fa con voto quasi “plebiscitario”, e senza suscitare particolare interesse da parte degli organi di informazione, la modifica degli artt. 9 e 41 della Costituzione della Repubblica Italiana. 
 
 



In specie, nella nuova formulazione dell’art. 9 viene introdotto un terzo comma che si aggiunge ai due presenti. Esso recita che “La Repubblica…Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle generazioni future. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Nell’art. 41, come “novellato” dal Parlamento, vengono modificati il secondo e terzo comma. Con il nuovo testo si stabilisce che l’iniziativa privata è libera ma “non può svolgersi…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente…” ed è coordinata dalla legge “…a fini ambientali”.
Un interessante articolo della testata “Atlantico quotidiano” apparso recentemente in rete ( transizione-green-in-costituzione-si-prepara-un-nuovo-attacco-alle-nostre-liberta ) stigmatizza molti aspetti della decisione del nostro legislatore.
Non è questa la sede per fare sull’argomento considerazioni che potrebbero apparire inutilmente polemiche. Neppure si può dire che i valori della salute e dell’ambiente cui il testo “novellato” della Costituzione fa riferimento non siano meritevoli della massima attenzione. Anzi, essi sono tanto naturalmente importanti che appare persino strano doverli così formalmente esplicitare nel testo: che la tutela della salute dei cittadini sia un dovere dello Stato (magari non sempre adempiuto nel migliore dei modi dal nostro sistema sanitario…) appare un concetto talmente ovvio che lascia perplessi vederlo inserito così dettagliatamente in Costituzione. Tanto da generare il dubbio che la finalità autentica del testo così novellato non sia quella di tutelare i diritti del cittadino, ma di giustificare anticipatamente un intervento del legislatore che in realtà limiti le libertà individuali ed indirizzi ulteriormente l’assetto normativo verso un inquietante “Stato etico”.
Non pare tuttavia esservi dubbio circa il fatto che il nuovo testo della carta costituzionale possa costituire un pericoloso strumento per eventuali interpretazioni “estremistiche” dei pur apprezzabili concetti che dovrebbero costituirne lo spirito.
Basti pensare, a tale proposito, alle discussioni attualmente in atto a livello europeo su discutibili strumenti come il cosiddetto “nutriscore” o il “cancer alert”, la cui rigorosa applicazione potrebbe condurre al paradossale…divieto di assumere alimenti per tutelare la salute del cittadino, dato che ogni alimento o bevanda contiene potenziali controindicazioni a livello sanitario. Anzi, atteso che ogni attività umana impatta sull’ambiente dal giorno in cui un nostro lontano progenitore generò il fuoco, facendo degli ominidi le uniche specie che traggono energia da fonti extrametaboliche, ovvero dalla distruzione di risorse ambientali…la letterale applicazione del dettato costituzionale potrebbe condurre appunto all’eliminazione di ogni attività umana evoluta dal territorio della Repubblica.
Non si può neppure sottacere il vago senso di contraddizione che parrebbe emergere dalla lettura del “nuovo” articolo 9 della carta costituzionale: che al primo comma (rimasto fortunatamente invariato) stabilisce che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”, e subito dopo con il “neonato” terzo comma sembra introdurre concetti forse abusati ma dalla valenza scientifica perlomeno opinabile.
Che l’attuale legislatore sia alquanto confuso sui temi scientifici (lo si dice con tutto il rispetto che è dovuto all’Istituto Parlamentare, anzi proprio per il rispetto che gli si porta) è confermato dal fatto che la Camera -mentre approvava piuttosto superficialmente questa modifica alla Costituzione- rimediava almeno in parte ai danni fatti a schiacciante maggioranza dal Senato, che con 167 voti favorevoli contro il solo voto contrario della sen. Elena Cattaneo, aveva sciaguratamente attribuito una “patente” di scientificità alle pratiche esoteriche della sedicente agricoltura “biodinamica”. La parziale correzione del testo del DdL988, ora ritornato al Senato per un’ulteriore lettura, pur non modificando il giudizio complessivamente non positivo su un articolato molto lacunoso, contraddittorio e potenzialmente dannoso per la nostra agricoltura, sembra un timido segnale di “rinsavimento” del legislatore in un quadro comunque tutt’altro che rassicurante.
Una notissima opera di Goya si intitola “Il sonno della ragione genera mostri”. Forse sarebbe opportuno che la “vecchia” ed intorpidita Europa ed il nostro Parlamento -tante volte percepito come distante dalla realtà del Paese- finalmente si risvegliassero. Nell’interesse di tutti…
 
 
 
 
FLAVIO BAROZZI


Presidente della Società Agraria di Lombardia, istituzione accademica e culturale fondata nel 1861. Dottore agronomo libero professionista ed imprenditore agricolo, già coordinatore della Commissione di Studio "Agricoltura sostenibile-PSR" dell' ODAF di Milano, è accademico aggregato all' Accademia dei Georgofili di Firenze. 
 

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