di LUIGI MARIANI
Sono le 9.30 di domenica 11 aprile e dalla finestra di casa mia guardo piovere su Milano. Ho da poco svuotato il pluviometro che fra le 20 di ieri sera (ora d’inizio dell’evento) e le 10 di questa mattina ha totalizzato ben 30,5 millimetri, o se preferite 30,5 litri per m² e cioè un terzo della pioggia che di norma cade ad aprile. Peraltro durante la pioggia la temperatura è stata intorno ai 9-10°C, il che significa che al di sopra dei 1000-1200 m di quota è stata tutta neve, fatto questo oltremodo positivo per il successivo rimpinguarsi delle riserve idriche dei laghi alpini e prealpini, le quali garantiranno l’approvvigionamento idrico nella prossima estate all’agricoltura, all’industria e agli usi civili.
Marzo 2021 è invece stato poco piovoso, con soli 5.5 mm, compensato tuttavia da febbraio che ne aveva registrati 90, gennaio (che mediamente a Milano è il mese meno piovoso dell’anno) con 59.5, dicembre con 136.5 e ottobre con 143.5 mentre poco piovoso è stato novembre, con soli 6.5 mm (tabella 1).Tutto nella norma dunque, nel senso che il semestre ottobre marzo, quello che nei climi circum-mediterranei come quello padano (Cfa secondo Koeppen e Geiger) svolge il fondamentale ruolo di ricaricare di acqua i terreni e le falde, ha dato in tutto 442 mm.
A Milano peraltro disponiamo di una serie storica di precipitazioni fra le più lunghe del mondo avendo avuto inizio nel lontano 1763 per merito di quei grandi cultori della scienza galileiana che un tempo furono i Padri Gesuiti.
Possiamo così dire che l’inverno 2020-2021, con i suoi 442 mm, si colloca al centonono posto a partire dal meno piovoso in assoluto che è stato il 1990 con 147 mm, seguito dal 1779 con 161 mm, dal 1775 con 172 e così via (tabella 2).
A Milano peraltro disponiamo di una serie storica di precipitazioni fra le più lunghe del mondo avendo avuto inizio nel lontano 1763 per merito di quei grandi cultori della scienza galileiana che un tempo furono i Padri Gesuiti.
Possiamo così dire che l’inverno 2020-2021, con i suoi 442 mm, si colloca al centonono posto a partire dal meno piovoso in assoluto che è stato il 1990 con 147 mm, seguito dal 1779 con 161 mm, dal 1775 con 172 e così via (tabella 2).
Segnalo infine che dall’analisi della serie storica di Milano emerge che dal 1764 a oggi si sono avuti in tutto 31 mesi di marzo con precipitazioni inferiori ai 10 mm, con un massimo di 1,8 eventi per decennio nel cinquantennio 1801-1850.
Conclusioni
Si chiederanno ora i lettori perché li ho sommersi con tutte queste cifre. È perché come sempre dopo un mese meno piovoso della norma come il marzo 2021 i media si sono impadroniti dello scoop dipingendo a tinte fosche la magra del Po, i cui banchi di sabbia sarebbero campane a morto per la nostra agricoltura e segni del cambiamento climatico distruttivo in atto.
Manifesto una crescente stanchezza nello scrivere cose a prima vista tanto ovvie da assurgere a proverbio (marzo asciutto e april bagnato..) ma che non trovano alcuno spazio sui nostri quotidiani e sui media radio-televisivi, che per meri interessi di bottega sono da anni impegnati nello spaventare i nostri concittadini con fosche profezie apocalittiche.
In ogni caso, in barba a questi sedicenti “salvatori del mondo”, possiamo ancora gioire per questa pioggia di aprile come stanno gioendo i nostri amici agricoltori che fra pochi giorni avranno i terreni in tempera e dunque al contenuto idrico ottimale per le lavorazioni primaverili, ovviamente nella speranza che aprile non ecceda nell’abbondanza di pioggia e ci dia ancora modo di apprezzare il proverbio “marzo asciutto e april bagnato, beato qual che ha seminato”.
Manifesto una crescente stanchezza nello scrivere cose a prima vista tanto ovvie da assurgere a proverbio (marzo asciutto e april bagnato..) ma che non trovano alcuno spazio sui nostri quotidiani e sui media radio-televisivi, che per meri interessi di bottega sono da anni impegnati nello spaventare i nostri concittadini con fosche profezie apocalittiche.
In ogni caso, in barba a questi sedicenti “salvatori del mondo”, possiamo ancora gioire per questa pioggia di aprile come stanno gioendo i nostri amici agricoltori che fra pochi giorni avranno i terreni in tempera e dunque al contenuto idrico ottimale per le lavorazioni primaverili, ovviamente nella speranza che aprile non ecceda nell’abbondanza di pioggia e ci dia ancora modo di apprezzare il proverbio “marzo asciutto e april bagnato, beato qual che ha seminato”.
Agronomo
libero professionista, condirettore del Museo Lombardo di Storia
dell’Agricoltura e vicepresidente della Società Agraria di Lombardia. Presso la
Facoltà di Agraria di Milano insegna Storia dell’Agricoltura dopo essere stato
docente a contratto di Agrometeorologia e Agronomia generale.
Caro Luigi I proverbi sono sempre stati fonte di memoria storica ecco che allora ti riporto quelli che riguartdano la pioggia in Aprile e che ho ripreso dal mio libro la cui copertina è raffigurata nella colonna di sinistra di AS. Parto dal primo: "Aprile tutti i dì un barile" e poi continuo con gli altri: • L’acqua d’Aprile riempie il fienile - • La prima acqua d’aprile vale un carro d’oro con tutto l’assile - • Quando Aprile fa l’ortolano vale più il sacco che il grano - •In Aprile tutte le pecore all’ovile - • In Aprile mette le foglie anche il manico del badile - • L’acqua d’aprile il bue ingrassa, il porco uccide e la pecora se la ride - • Aprile, ogni goccia vale mille lire
RispondiEliminaNell'articolo si afferma che il totale delle precipitazioni a Milano nel corso del semestre ottobre 2020 marzo 2021 è pari 505 mm. di pioggia. Sommando, però, i valori della tab. 1 la quantità di pioggia caduta nel medesimo periodo è pari 441,5 mm. Come mai tale differenza?
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaAbbiamo corretto.
Caro Alberto,
RispondiEliminagrazie per l'interessante rassegna. Sono convinto anch'io che molti proverbi meteorologici abbiano un riscontro concreto nella climatologia della nostra area, anche se per molti proverbi è difficile definire il luogo che li ha partoriti.
Sicuramente di origine padana è "Se tira l'aria invers matin to so la sapa e il butasen, se tira l'aria invers sira, to so la rucca e fila" che fuor di metafora indica che nel bacino padano piove quando tira vento da est ("invers sira") mentre se tira vento da ovest ("invers sira") puoi andare in campagna a zappare.
Ciao.
Luigi
PS: mi scuso per aver citato una frase dialettale (e credo che il dialetto sia quello pavese ma gradirei conferme) ignorando la sintassi, ma è tutto quel che so fare..