martedì 7 aprile 2020

PASSO INDIETRO? COME?

di ALBERTO GUIDORZI




In questi momenti di “prigionia forzata”, ma comunque “ancora” nelle comodità, le uniche attività per un ottantenne come me sono: qualche lavoro in corte e nell’orto, la lettura e la classificazione di documenti prima lasciati in disordine.
Proprio ieri ho classificato le mie bollette dei consumi energetici (luce e gas) e ciò mi ha permesso di andare molto indietro negli anni. Ho un granaio dove i miei avi stoccavano le derrate prodotte in azienda per i consumi alimentari annuali, comunque sempre molto parsimoniosi e solo per questo esse facevano giungere a saldatura tra un raccolto ed un altro (salvo gelate, grandinate, meteore eccessive, malerbe prevaricanti e malattie virulente), che è diventato una biblioteca ed un archivio. Ho potuto quindi fare un excursus sui rincari energetici avvenuti nel tempo, prima per la crescita del petrolio e poi per le insensatezze di finanziare le energie rinnovabili.
Per quanto riguarda le letture invece ho ripreso dossier archiviati o suggeriti da amici, anche perché questo COVID-19 ha monopolizzato i social e non essendo roba per me mi tengo alla larga.
Parto dai contenuti di articolo segnalatomi da un amico qui e da un video di Nicolas Hulot ex ministro dell’ecologia del governo di Macron qui. Ora i contenuti delle due letture sono riassumibili molto semplicemente con le frasi apodittiche dei due autori: “Si tratta di un ultimatum della natura! Affrettiamoci a cambiare vita e società!”. Certo il loro concetto di cambiare vita e società significa ritornare a vivere come i nostri padri e nonni e allora mi sono posto le seguenti domande: “Ma vi sarà qualcuno che li ascolterà? Accetterà la gente moderna le privazioni che ne conseguirebbero? Non è forse un mettere le mani in avanti perché sanno che le loro tesi, a causa degli immani sconquassi economici che il virus ci lascerà, verranno messe nel dimenticatoio per affrontare problematiche ben più impellenti? Che comincino ad essere spaventati perché i media non sono più totalmente proni ai loro diktat?”
Io mi convinco sempre di più, invece, che lo scenario che ci ritroveremo davanti, visto che andremo incontro allo shock economico più grave dal 1945 (infatti se ci fate attenzione di quello del 2008 ormai se ne parla sempre di meno in quanto rimpicciolito d’importanza al confronto) ci obbligherà a spendere con molto criterio le minori risorse che ci ritroveremo e nel contempo dovremo eliminare tutte le spese superflue. Obbligherà anche gli Stati a dosare con il bilancino la tassazione perché al contribuente mancheranno le risorse per sopportarle, anzi si ritornerà a dover scegliere di soddisfare i bisogni primari quali, nutrirsi, spostarsi esclusivamente sul posto di lavoro, se lo si è conservato, vestirsi e continuare ad avere la possibilità di soddisfare i bisogni elementari dei propri cari. Non illudiamoci, quando finiscono le limitazioni, perchè l’epidemia. si sarà bloccata non si ripartirà come se non fosse successo nulla. Pensate solo che in una settimana il frumento sui mercati mondiali è cresciuto dell’8%.
Cosa resterà della famosa «transizione energetica»? Quando essa riposa principalmente su un meccanismo che consiste nel forzare i consumi di energia detti «rinnovabili» (solare ed eolico) a spese delle energie fossili e del nucleare, se queste sopravvivono solo gravando di nuovi costi le bollette dei consumatori? Quando si dice rinnovabili si dice intermittenti e ciò comporta mantenere comunque intatta la possibilità di produrre energia da materie prime fossili e/o fissili ed inoltre occorre adattare la rete di distribuzione ad eventuali surplus produttivi quando la produzione è eccessiva o manca del tutto. Ora noi sappiamo (e tutta l’onerosità me l’ha dimostrata il confronto delle mie bollette nel tempo) che la produzione di energia intermittente esiste perché lo Stato garantisce ai produttori il differenziale (veramente importante) tra costo di produzione e di vendita. Solo che è facile offrire questa garanzia se poi i fondi si prendono dalle tasche dei consumatori; ora io credo che questi non saranno più capaci di sopportalo.
Insomma gli sprechi impostaci dai verdi e da un’opinione pubblica pecorona non li potremo più sopportare ed è quindi molto probabile che:
  • Cominceremo a mangiarci le dita se abbiamo votato contro il nucleare nel referendum.
  • Ci rifiuteremo di finanziare i parchi eolici con soldi pubblici e quindi nostri.
  • Ci dimenticheremo dei veicoli elettrici perché non saremo più in grado di creare una rete di rifornimento adeguata e i costi di acquisto saranno insopportabili in mancanza di incentivi.
  • Faremo piazza pulita dei biocarburanti perché quelle derrate dovranno ritornare ad essere esclusivamente ad uso alimentare e/o per industrie di trasformazione.
  • La produzione di biogas scomparirà in quanto l’OPEC ormai non agirà più come prima e i paesi produttori di petrolio dovranno scendere dai loro scranni dorati.
  • Dell’utopia della società dell’idrogeno non se ne parlerà più per un pezzo
  • Gli aerei elettrici resteranno un sogno.
  • Non ci potremo permettere per un bel po’ di fare certe scelte pensando al 2050 e tanto meno al 2100.
  • Faremo delle previsioni molto più corte e la mancanza di mascherine in questo frangente ci insegnerà ad essere più previdenti per i bisogni essenziali.
  • Tireremo l’allarme sulla situazione che vive l’UE, visto che in questo frangente all’Italia gli unici aiuti sono venuti da Cuba (anche se inneggiano ancora a Castro…), dai cinesi e dai russi.

In conclusione: Ci si rende conto che solo due mesi fa la nuova Commissione Europea pontificava sul Green New Deal da 1000 miliardi di sovvenzioni pubbliche mettendo ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini? Per contro invece tra tre mesi, se non prima, l’eredità che ci lascerà il Covid-19 sarà un ultimatum che in sintesi può riassumersi in: “Abbandonate l’ideologia verde che è retrograda e vi farebbe sprofondare nella penuria e metterebbe in forse la stessa UE. Esigete che l’UE diventi quella del progresso, della tecnologia, della scienza e dell’uso dell’energia meno cara possibile!”?



ALBERTO GUIDORZI
 
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.
 













1 commento:

  1. Vorrei esplicitare con un esempio (preso dal mercato francese) ciò che ho espresso nell'articolo:
    Oggi il consumatore paga il Mkh di energia elettrica da eolico, 80 €. Contemporaneamente il prezzo di mercato del Mkh è sprofondato dai 40 €/Mkh dell'ottobre scorso ai 20 €/Mkh attuali. Pertanto la sovvenzione pubblica fatta pagare ai cittadini obbligati a comprare questa energia è passata da 40 €/Mkh ai 60€ ossia più del 50% in qualche mese.
    Chiedo: si può pensare che tale situazione possa durare? Si può pensare che una tale situazione possa essere sostenibile per 5.10,20 anni di seguito? Si ricorda che due mesi di confinamento della popolazione mondiale si tradurranno per una contrazione del PIB di un 7/8% anno.



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