martedì 24 dicembre 2019

NATALE AL CIRCO 2019



di ALESSANDRO CANTARELLI

 

La censura animalista in RAI per il Festival del Circo di Montecarlo (2018). Si replica anche in questo Natale1?                                                             Ovvero il tipico indizio di come inizia a sfaldarsi una democrazia, sotto i colpi di mannaia del pregiudizio, dell’intolleranza e del razzismo verso un’intera categoria lavorativa (nell’indifferenza generale).

 

E’ un diritto sacrosanto di ciascuno andare a vedere gli spettacoli che preferisce. Non esiste che una minoranza di persone tenti di imporre il proprio modo di pensare. Non è democratico in un Paese civile. C’è una grande maggioranza di persone a cui piace andare a vedere il circo con gli animali, e nessuno può e deve impedirglielo” (da un’intervista a S.A.R. Stéphanie di Monaco, organizzatrice del Festival²). 



Un numero di “safari-esotico” alla 42° edizione del Festival internazionale del Circo di Monte Carlo. ll Circo tradizionale, espressione delle abilità dei singoli artisti, ma anche della bellezza dell’arte e di un originale quanto affascinante mondo, rappresenta anche l’occasione di potere ammirare dal vivo alcune specie animali non originarie dei nostri ambienti (ma anche di come questi animali, vengano amorevolmente e professionalmente trattati). Non tutti possono permettersi inoltre costosi safari nei grandi parchi dei diversi Continenti.

Come da tradizione costituendo appuntamento fisso ormai da diversi lustri (a gennaio 2020 si celebrerà la 44° edizione), a partire dalla sera della magica notte del Natale, su RAI3 le famiglie italiane potranno ammirare il meglio del Circo mondiale nella rassegna più nota: quella di Monte Carlo nel Principato di Monaco.
Che a detta degli esperti come il prof. Alessandro Serena (IULM di Milano), sarà ricordata (la 43° edizione dello scorso gennaio), come una fra le più forti della storia della manifestazione, tra l’altro con l’assegnazione dell’ambito Clown d’Oro (con l’eccezionale aggiunta del Premio Straordinario della Giuria, mai accaduto prima nella storia del Festival), all’ammaestratore inglese di grandi felini Martin Lacey Junior.
Da segnalare anche il Clown di bronzo al numero con gli elefanti della famiglia Gärtner, dal momento che vi è la possibilità di ammirarlo anche in Italia collaborando questa famiglia di artisti ungheresi, con alcuni importanti complessi circensi italiani³⁻⁴.
Si coglie l’occasione per indicare ai lettori il filmato del 1984 che vede uno storico rappresentante del circo italiano, Roberto Bellucci (venuto a mancare lo scorso ottobre), in un impegnativo numero con ben 14 tigri⁵!
Anche da filmati come quello, si capisce che per addestrare gli animali (a maggior ragione i grandi felini), ci vuole oltre che empatia (quindi tanta osservazione e “sapere” etologico-comportamentale), tanta pazienza ed anche amore. Sennò non si spiegano certi numeri come quello appena proposto, ma gli ottusi che gridano allo sfruttamento ed allo scandalo, sempre colmi di odio verso tutto ciò che non sia funzionale ai loro interessi, questi concetti li rifiuteranno sempre, a prescindere.
L’edizione 2019 del Festival vedeva per la prima volta la non partecipazione di artisti italiani, nonostante l’Italia abbia sempre esercitato un ruolo di primissimo piano sia per l’allestimento del Festival (a partire dai grandi tendoni forniti dapprima dai fratelli Orfei, poi dal Circo Americano dei Togni), quindi in termini di medagliere: nel 2018 eravamo terzi assoluti, come descrive bene il Michi in un suo articolo su Circo.it⁶.
Il perché è facile da intuirsi; il clima di odio, da “caccia alle streghe” che contraddistingue ormai da alcune decadi il nostro Paese nei riguardi del Circo tradizionale equestre (anche se, si noti molto bene, la maggioranza delle persone continuano ad andare volentieri agli spettacoli), complici buona parte dei media (gli stessi che hanno ignorato il Festival Internazionale del Circo che si tiene da vent’anni a Latina⁷), con i titolari del Mibac (l’ex ministro Alberto Bonisoli campione in questo “impegno”), che minacciavano da un momento all’altro decreti attuativi di dismissione degli animali nei circhi (strappandoli ai legittimi proprietari per consegnarli ai CRASE animalisti o, in difetto, ad una soppressione per eutanasia secca!).
I circensi non avevano pertanto né lo stimolo né l’opportunità di cimentarsi in competizioni internazionali: dovevano presidiare giorno per giorno la loro “casa”, essere pronti ad emigrare da un momento all’altro all’estero, pur di non lasciare un solo ratto (per dirla con Buccioni dell’E.N.C.), nelle mani delle crudeli e barbare orde antispeciste (puntualizziamolo sempre: favorevoli all’eutanasia su animali perfettamente sani).


Immagini ed illustrazioni tratte da: Noel et al., The Circus, op. cit.,2016. A sx. 1948, senza docce a portata di mano, la compagnia di acrobati italiani Bogino creò un modo divertente di farsi lo shampo con gli onnipresenti secchi d’acqua. Rubinetti e secchi d’acqua corrente non erano tra i confort delle tende spogliatoio. A dx 1957 ca. i Wallenda che erano i re e le regine del filo alto (d’acciaio) e il loro numero che sfidava la morte divenne leggendario. Li vediamo qui mentre compiono un’acrobazia su scala, ma quando si esibivano sotto il tendone, il pubblico tratteneva letteralmente il fiato.



Non paghi di questo disastro civile e culturale, l’ideologia animalista ha fortemente influenzato anche la scelta editoriale della passata programmazione sulla Tv di Stato in occasione della ricorrenza natalizia; dovesse ripetersi anche quest’anno questa scelta, seguendo le indicazioni dell’avv. Francesco Mocellin dello storico “Club Amici del Circo”, il lettore avrà la possibilità di manifestare la propria indignazione al seguente indirizzo mail: ufficiostampa@rai.it ha ben descritto Francesco Mocellin lo scorso anno. 

Chi scrive sarebbe il primo a compiacersi di non dovere assistere, anche in questo Natale, a questa intollerabile quanto assurda forma di censura. A questo scempio perpetrato a danno di una plurisecolare tradizione artistica, nel contenitore internazionale più prestigioso.
Significherebbe che gli anticorpi della democrazia funzionano ancora; in caso contrario lo si richiamava in premessa, ci sarebbe invece da preoccuparsi seriamente.
E’ passato esattamente un anno dalla pubblicazione di Natale al Circo, dedicato ai lettori di Agrarian Sciences in occasione delle festività natalizie⁸.
Quello scritto prendeva spunto dalla tragedia di Corinaldo (An) avvenuta alcuni giorni prima, quindi dell’importanza di offrire alternative culturali serie (ma pure divertenti), ai più giovani che uscendo di casa intendessero passare una serata diversa dalle solite. Magari osservando le esibizioni di altri loro coetanei in pista.
Il Circo tradizionale equestre costituisce una validissima alternativa allo “sballo” offerto da certi contenitori del divertimento di massa, oltre che essere un’occasione per unire le famiglie nel passare alcune ore all’insegna del Bello.
Uno spettacolo rivolto a tutte le generazioni, non solo ai bambini (e gli animalisti incredibilmente sostengono che non va bene per essi), ma che avendo una particolare sensibilità per il pubblico più piccolo, non si è mai prestato a volgarità e conseguenti censure (in una commedia dell’assurdo, quelle sono arrivate incredibilmente in questi ultimi anni, ad opera dello stupidario animalista).
Purtroppo si rileva che ad un anno di distanza, solo nel week end di metà dicembre e per le cause più varie sono perite undici persone, tutte in età giovanile⁹.
Si chiedano dati precisi sulle stragi nei fine settimana all’Asaps (associazione sostenitori Polstrada), la quale rileva che solo tra l’ottobre ed il novembre di quest’anno, si sono registrati in Italia 50 decessi e 166 feriti. Nemmeno in tempo di guerra o a causa dei peggiori atti terroristici, verrebbero eguagliate tali cifre di morte, ma l’assillo di parecchi sindaci, parlamentari regionali e nazionali sarebbe invece quello di combattere lo spettacolo del Circo tradizionale, anzichè incidere invece e realmente sugli interessi che si annidano dietro l’industria dello “sballo”.
Piaccia o no, questa è la realtà dei fatti.
Si vuole solo fare notare che al Circo non si va e nemmeno si esce ubriachi o eccitati da sostanze psicotrope. E forse per l’occasione, anche il solo fatto per alcune persone, magari giovani, di recarsi in macchina presso lo chapiteu anziché presso un locale qualsiasi, magari lontano da casa, predispone mentalmente il guidatore ad una guida diversa, più oculata, non dovendo andare, per una volta alla ricerca dello sballo a tutti i costi: come si fa quindi a rinunciare all’offerta culturale e sociale del Circo equestre!!
Per le festività natalizie, la RAI permetta almeno agli 11.370 lavoratori dell’Alitalia che l’anno venturo attraverso i “piani di ristrutturazione” rischiano di perdere il posto, così come i 6.197 di Conad-Auchan, i 4.700 dell’ILVA, i 6.000 dell’Unicredit¹º di passare qualche parentesi di tranquillità famigliare, magari guardando sulla Tv di Stato il Festival di Monte Carlo non menomato da assurde censure o troncature.
Il Circo è innanzitutto una grande impresa che occupa in Italia (senza considerare l’indotto), circa 5.000 persone. Che come ogni impresa si confronta con il mercato, che nello specifico è rappresentato dal pubblico. Ed è questo che permette al settore di tirare avanti, nonostante tutto (sondaggi compresi che lo darebbero in crisi).
Non tutti infatti hanno la possibilità come la Lega Anti Vivisezione, di disporre di bilanci milionari (10.544.740 € nel solo 2018), con grosse entrate dovute agli introiti del 5 per mille, polizze vita, importanti lasciti ereditari ecc., oppure campagne di sensibilizzazione varie, ovviamente sempre “contro” un obiettivo definito, come quelle molto redditizie verso i circhi o la sperimentazione che prevede l’impiego dei macachi. L’ho già scritto e mi ripeto: dalla Repubblica fondata sul lavoro, stiamo dirottando verso una sempre più fondata sulla rendita. Non è un bell’avvenire ma si consideri che sono almeno trenta, in Italia, le sigle animaliste ed ambientaliste che come Onlus, rientrano tra l’altro, nei benefici di una speciale tassazione. 



Immagine tratta da una illustrazione su due pagine della Domenica del Corriere di domenica 22 novembre 1959. Siamo alla vigilia del grande “boom” economico, con la stampa di allora che mostrava grande interesse (e rispetto), verso questa antica forma di arte che è nello stesso tempo anche impresa dello spettacolo e lavoro. Un clima mediatico ed economico-sociale ben diverso da quello attuale.



Ammazzare il Circo equestre, con la sua plurisecolare tradizione, significa anche fare piazza pulita di tutto ciò che esso ha rappresentato ad esempio per il Cinema. Chi non ricorda il Kolossal hollywoodiano (1952) “Il più grande spettacolo del mondo” di Cecile B. De Mille’s? 


Locandina originale del celebre Kolossal hollywoodiano
Considerando il clima natalizio, si forniscono quindi al lettore i rimandi alle selezioni dei film Chimera (1968), regia di Ettore Maria Fizzarotti, con Gianni Morandi e Gino Bramieri, ed una bellissima cavallerizza interpretata da Katia Moguy¹¹. 
Ma anche Ladro e Guardia (1969) regia di Marcello Ciorciolini, con le gag di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia al circo¹².
Quindi un filmato del capodanno 1989 (presentazione dall’indimenticabile Walter Nones), presso lo chapiteu dell’indiscussa Regina del Circo italiano: Moira Orfei¹³.
Siamo a Natale, e con l’augurio di Buone Feste e di un anno migliore, si formula l’auspicio che la 7° Commissione permanente del Senato, che si dovrà pronunciare sulla proposta di dismissione degli animali nei circhi (affare assegnato n° 348) , studi molto bene tutti i dossier che le sono stati inviati prima di pronunciarsi.

Sarebbe importante iniziare il nuovo anno con la prospettiva di vivere e lavorare in un Paese dove “buongiorno significhi semplicemente solo buon giorno”, e “andare al circo significhi esclusivamente andare al circo” (quindi non a vedere animali sfruttati, torturati ed altre simil-idiozie, promanate ad arte dalle varie sigle animal-ambientaliste).
Si fa sempre in tempo, per rimanere nel tema degli animali, a diventare asini, soprattutto se si ha la sventura di avere insegnanti o dirigenti scolastici, che del circo dicono tutte le brutture possibili, mettendo in cattiva luce (é già accaduto), i figli dei circensi che per qualche giorno si trovano a frequentare quell’istituto. Un vero e proprio tradimento della missione dell’insegnamento, poi magari quegli stessi studenti (genitori compresi, come ci informava Valeria Valeriu in un’intervista su Radio Noventa), non sanno la differenza che esiste tra un cammello ed un dromedario.
I sindaci invece, dimostrino di avere un minimo di sensibilità culturale rigettando i ricatti e le pressioni antispeciste che si traducono, spesso e volentieri in regolamenti comunali volti ad aggirare la legge 337 del 1968, che prevede lo si ricorda, che ogni municipalità italiana individui nel proprio territorio adeguati spazi per circhi e luna park. Su queste stesse pagine da due anni a questa parte, è stato riportato tutto questo¹⁴.
E così dopo avere letteralmente massacrato il territorio nazionale dal secondo dopoguerra ai giorni nostri (come discusso su queste pagine e riportato dal Saltini¹⁵), attraverso la concessione dei permessi edilizi più vari anche nei luoghi più ameni per il mantenimento dell’agricoltura o del paesaggio (ultimamente interi ettari di terreno cementificato dai diversi centri commerciali, cresciuti in questi anni come funghi), oppure attraverso la realizzazione di infrastrutture che, come le cronache recenti testimoniano, non sono state sempre progettate al meglio, ecco che i pubblici amministratori da oltre cinquant’anni (come invece la legge prevederebbe), non riescono ad individuare un’idonea area per ogni comune a disposizione dello spettacolo viaggiante, con i propri animali al seguito che necessitano di spazi sempre più idonei. Qualcuno ha ancora dei dubbi se siamo un Paese serio o una specie di Far West dove vige la legge del più forte (o del più astuto)?
Ma la Gente del Viaggio, composta da cittadini italiani esattamente come tutti gli altri, nonostante tutto ha cuori e mani molto grandi e guarda sempre avanti, con molta dignità¹⁶. 
Si conclude segnalando ai lettori di Agrarian Sciences un recente filmato realizzato da TeleArena¹⁷, con intervista alla famiglia di Flavio Togni. Il plurimedagliato artista circense del Festival di Monte Carlo (Flavio è anche un grande ammaestratore di elefanti), patron di uno dei più grandi e belli circhi del mondo: l’American Circus.
Tutta la famiglia è impegnata nelle discipline circensi con ottimi risultati, come testimoniano anche recenti premi internazionali.
Che forza, che vitalità la Gente del Circo. Un patrimonio culturale inestimabile da difendere “con le unghie e coi denti”, quando necessario.
Lo si diceva all’inizio: difendendo il Circo equestre in tutte le sue espressioni (come il Festival di Monte Carlo), si difende anche la democrazia dagli attacchi delle potenti lobby interessate solo a fare cassa.






Bibliografia di riferimento:

Noel Daniel (Editor), Jando D., Granfield L., Dahlinger F. jr. The Circus, 1870s-1950s (trad. italiana di Alessio Piras e Anna Maria Alonzo), Taschen Biblioteca Universalis, 2016).                      ¹Mocellin F. Non censurate i numeri con animali dal Festival di Montecarlo su RAI3. C.A.de.C., 26/12/2018. Su: http://www.amicidelcirco.it/index.php/it/25-amici-del-circo/novita/1150-non-censurate-i-numeri-con-animali-dal-festival-di-montecarlo-su-rai3                                        ²Bianchin R, Serena A. La difesa del circo con animali è una battaglia di democrazia: intervista a Stéphanie di Monaco. Circo.it, 07/01/2019. Disponibile su: http://www.circo.it/la-difesa-del-circo-con-animali-e-una-battaglia-di-democrazia-intervista-a-stephanie-di-monaco/ ; Bianchin R. Circo Reale: uno sguardo dai sovrani della pista. Circo .it, 23/08/2018. Disponibile su: http://www.circo.it/circo-reale-uno-sguardo-dai-sovrani-della-pista/                              ³Serena A. Monte Carlo 2019: un festival da grandi titoli. Circo.it, 20/01/2019. Disponibile su: http://www.circo.it/monte-carlo-2019-un-festival-da-grandi-titoli/ 
⁴Circo.it (a cura di). Martin Lacey Junior 110 e lode: il palmarès del 43° Festival di Monte Carlo. Circo.it, 21/01/2019. Disponibile su: http://www.circo.it/martin-lacey-junior-110-e-lode-il-palmares-del-43-festival-di-monte-carlo/
5-⁵https://www.youtube.com/watch?v=atmckhwNQJk 
⁶Michi F. La scalata italiana al festival di Monte Carlo. Circo.it, 27/08/2018. Disponibile su: http://www.circo.it/la-scalata-italiana-al-festival-di-monte-carlo/
7-⁷Cimino S. Latina e Monte Carlo baluardi del Circo mondiale. Circusnews, 08/12/2019. Disponibile su: http://www.circusnews.it/article/4592/LATINA-MONTE-CARLO-BALUARDI-CIRCO-MONDIALE ⁸Cantarelli A. Natale al Circo. Agrarian Sciences, 24/12/2018. Disponibile Su: https://agrariansciences.blogspot.com/2018/12/natale-al-circo.html#more 
⁹Undici vittime nel fine settimana. La strage dei giovanissimi sulle strade. Corriere della Sera, lunedi 16/12/2019. 
¹ºIl Governo sull’ex ILVA “Il Piano Mittal non va”. Ma l’emergenza lavoro spaventa tutta Italia. Gazzetta dello Sport, venerdi 6 dicembre 2019. 
¹¹Circusfans Italia (a cura di). VIDEO: IL CIRCO A 3 PISTE ORFEI NEL FILM ''CHIMERA''.Circus Fans Italia, 30/03/2013. Disponibile su: http://www.circusfans.net/news/?view=13435 ; https://www.youtube.com/watch?v=ljQ0-WD5wYs&feature=emb_title 
¹²Franco e Ciccio in uno spezzone del film Ladro e Guardia del regista Marcello Ciorciolini (1969). Disponibile su Circus Mania Tv: https://www.youtube.com/watch?v=ZjPT0iJeLFE 
¹⁵Saltini A. Sviluppo economico e sottrazione di spazi agricoli. Agrarian Sciences, 07/12/2014. Disponibile su: https://agrariansciences.blogspot.com/2014/12/sviluppo-economico-e-sottrazione-di.html#more 
¹⁷Una vita per il circo: l’epopea della famiglia Togni. Filmato disponibile su: https://agrariansciences.blogspot.com/2014/12/sviluppo-economico-e-sottrazione-di.html#more ; si propongono anche i seguenti filmati di Roberto Guideri con protagonisti Flavio Togni e la sua famiglia, a condurre lo spettatore alla scoperta della magia del grande Circo Americano, contro ogni falso stereotipo animalista: https://www.youtube.com/watch?v=WLgUPYhUB7A ; https://www.youtube.com/watch?v=wEr9PubWT_g; https://www.youtube.co/watch?v=qiT2PYE-DrI


                             ALESSANDRO  CANTARELLI

Laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Piacenza, con tesi in patologia vegetale. Dal febbraio 2005 lavora presso il Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Parma (STACP), della Regione Emilia Romagna (ex Servizio Provinciale), dapprima come collaboratore esterno, successivamente come dipendente. E’ stato dipendente presso la Confederazione Italiana Agricoltori di Parma. Ha svolto diverse collaborazioni, in veste di tecnico, per alcuni Enti, Associazioni e nel ruolo di docente per la formazione professionale agricola. Iscritto all’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali ed alla FIDAF parmensi.


6 commenti:

  1. Alessandro Cantarelli28 dicembre 2019 alle ore 20:46

    Il “primo tempo” del Festival (24/12), ha avuto luogo secondo il copione animalista: censura ai numeri con gli animali (eccezione unica il numero in cui Yuri Volodchenkov in groppa al bellissimo cavallo Legion si esibiva con la ballerina Avelina Kvasova). Si attende il “secondo tempo” (il 31/12), ma a questo punto si fanno poche illusioni ma, ricordiamo sempre che il Clown d’oro dell’edizione in questione era stato vinto da un domatore di grandi felini.
    Nel rimancare l’indignazione per il non rispetto del pubblico contribuente (che si può indirizzare a: ufficio stampa@rai.it), si rileva comunque una scelta demenziale il compensare i numeri tagliati con gli animali attraverso il montaggio di esibizioni delle edizioni precedenti, come denuncia l’articolo di Circus Fans Italia:
    http://www.circusfans.net/news/?view=17854
    Una bella immagine natalizia dal Rony Roller Circus attraverso la pagina Fb di Circo tradizionale:
    https://www.facebook.com/ronyrollercircus2017/photos/a.204047813474619/574587973087266/?type=3&theater

    Approfitto per rilevare due questioni: 1)a proposito dei giovani periti sulle strade italiane, soprattutto nei week end, la catena é drammaticamente aumentata anche dopo il 15/12 (ne riferivo nello scritto) . Ma il messaggio n.1 per certa "intellighenzia" (indirizzato particolarmente ai più giovani), sono invece gli animali del circo…
    2) A proposito dei rapporti circo-cinema riportati nello scritto, neanche a farlo apposta nelle sale italiane è in proiezione con grande successo il film Pinocchio, con Roberto Benigni (vecchio amico del Circo, nella parte di Geppetto) e Gigi Proietti (Mangiafuoco). La favola del Collodi è sempre attuale: bisogna istruirsi per non rimanere teste di legno (ottuse) e burattini, nelle mani di chi ti vuole fregare di tasca…gli zecchini, naturalmente con le scuse e gli artifizi più convincenti . Animalisti ed ambientalisti con la battaglia contro il Circo equestre (ma non solo), calzano a pennello con certi personaggi, dal momento che hanno trovato (e convinto), come fare nascere l’albero dalle monete d’oro…!
    Nel film vi è anche una scena ambientata al circo, con Pinocchio divenuto asinello (vero) che salta attraverso il cerchio infuocato. Che poi fatalmente si azzoppa (un ottimo esempio di animale ammaestrato, quello del film).
    Insomma La L.A.V. & affini che da anni sostengono che il salto del cerchio infuocato è contro natura, per coerenza e scandalizzati proporranno di ritirare dalle sale italiane questo film? Se la sentiranno?
    Nessuno comunque dalla sala è uscito turbato per questo…Forse nessuno era animalista, ma nel Paese reale sono minoranza?!?!!

    RispondiElimina
  2. Alessandro Cantarelli3 gennaio 2020 alle ore 09:45

    Tutto come pre-annunciato. Si rileva definitivamente la completa mancanza del rispetto dovuto alla figura del pubblico contribuente, che vede così offesa anche la sua intelligenza e sensibilità artistico-culturale, dal momento che ben si guarda dal dire espressamente della volontà di tagliare i numeri che prevedono l’impiego di animali. Stiamo parlando della forma di spettacolo da secoli ritenuta, per antonomasia lo spettacolo ideale per le famiglie: il circo tradizionale equestre.
    Basta dare una scorsa alla scaletta del programma delle due serate su Raiplay, dove non si menzionano minimamente gli animali, che invece a Monte Carlo c’erano eccome: https://www.raiplay.it/video/2020/01/43mo-festival-del-circo-di-montecarlo-9d55dd95-8866-4b64-a9ae-7d0a82057c4d.html
    La stessa RAI3 mentendo spudoratamente (ed a questo punto c’è seriamente da preoccuparsi), annunciava letteralmente nelle anticipazioni sul Festival per la seconda serata del 31/12/19, che “avremo anche l'occasione di veder sfilare i vincitori dei Clown d’oro e d’argento, ossia gli Oscar del mondo del circo”: https://www.comingsoon.it/tv/anticipazioni/43-festival-internazionale-del-circo-di-montecarlo-il-capodanno-circense-di/n98821/
    Invece ha puntualmente tagliato i numeri con gli animali e relative premiazioni. Tra l’altro, nella trasmissione televisiva che fine ha fatto l’elefante riportato nella foto? E’ ragionevole supporre che la stessa conduttrice Melissa Greta Marchetto sia stata tagliata in diverse sue presentazioni.
    Infatti che fine ha fatto il Clown d’Oro vinto nell’edizione 2019 (la 43°), era stato ricordato nello scritto, dal domatore inglese Martin Lacey Junior con un numero eccezionale che coinvolgeva ben 26 tra leoni e tigri, molti di essi particolarmente rari in natura perché “bianchi”?? Surrogando così le gravi e vergognose lacune del servizio pubblico, il filmato censurato si segnala all’attenzione del lettore all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=XwCR_SykvU4
    L’altro numero censurato era quello degli elefanti della fam. Gärtner, che lo si potrà rivedere all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=V2CNMkEQKoU
    Stessa sorte è toccata al bel numero di Marcel Kramer che prevedeva la presenza spiritosa in pista, pensate un po, di asini e bisonti. Per questo aveva ricevuto dei premi speciali (si veda il Palmares).
    Infatti la scaletta di quello che è stato il reale programma, quindi il Palmares della 43° ed. del Festival, si possono trovare ai seguenti indirizzi del sito “Amici del Circo” e Circus News:
    http://www.amicidelcirco.it/index.php/it/19-festivals/festival-di-montecarlo/1102-43-festival-di-montecarlo-tutti-gli-artisti-in-gara ;
    http://www.circusnews.it/article/4300/Palmares-Festival-Internazionale-Circo-Monte-Carlo#.Xg5Q-k2WzIU ; http://www.circusnews.it/article/4295/seconda-serata-della-43esima-edizione-Festival-Internazionale-circo-Monte-Carlo#.Xg77pE2WzIU
    Anche RAI5, Sky e Arté nel perseguire il credo antispecista non sono state da meno: in contemporanea a Monte Carlo su RAI3, proiettavano lo spettacolo del circo da sempre indicato dai vegani come “esempio”: il Cirque du Soleil (e tralasciamo per un attimo le non proprio edificanti vicende di questo circo e del suo fondatore).

    RispondiElimina
  3. Alessandro Cantarelli3 gennaio 2020 alle ore 09:52

    Il lettore deve anche sapere che tutto questo scempio artistico-culturale, risale al tempo dell’”incursione barbarica” su RAI3 (direzione) di Daria Bignardi che dichiarò perentoria:“dal 2017 il Circo con animali non ci sarà!”. Questa comando era stato la risposta ad un tweet del presidente E.N.P.A. Ermanno Giudici, che fu subito rilanciato dalla ex concorrente (animalista) del Grande Fratello Daniela Martani: http://www.circusnews.it/article/3617/Bignardi-dice-addio-circo-Rai3#.Xg5aCk2WzIU

    p.s: perché i siti di Davide Valentini autore dei due scritti "le 10 ed 11 cose che (non) vorresti sapere sulla L.A.V.", richiamati nei miei precedenti scritti sul Circo, ad oggi sono stati oscurati? Gli antispecisti si impongono con prepotenza e censurano, ma guai a mettere il naso nei loro bilanci milionari..., si offendono!!

    RispondiElimina
  4. Alessandro Cantarelli3 gennaio 2020 alle ore 20:36

    Animalismo-antispecismo=fede o ideologia bugiarda e vigliacca.
    Sempre attuale l'articolo ed il relativo video, della manifestazione anti vegana e anti L.A.V. dell'1/11/2018 a Reggio Emilia, organizzata dai giovani circensi in risposta all'ennesimo presidio animalista:
    https://nextstopreggio.it/blitz-dei-circensi-presidio-contro-gli-attivisti-lav-vergogna-bugiardi-giu-le-mani-dai-nostri-animali-video-e-foto/

    RispondiElimina
  5. Alessandro Cantarelli11 aprile 2020 alle ore 14:36

    Questo storico –e tragico per l’intera umanità-, periodo di isolamento da covid 19 ha visto il diffondersi in rete e sui social di tour virtuali attraverso musei e luoghi d’arte.
    Un’arte e lavoro nobili, per le quali ce ne sarà tanto bisogno per tutte le famiglie all’uscita del presente incubo, per la bellezza e l’allegria di cui sono portatori, colpevolmente osteggiate dal pensiero mainstream sui media, compiacente ad un animalismo senza scrupoli e che, in questo periodo di fermo forzato, stanno attraversando immani difficoltà sono quelli del Circo tradizionale equestre ( e dei Luna Park).
    Si propongono all’attenzione del lettore (che “resta a casa” anche nei giorni delle festività pasquali), il terzo video censurato dalla RAI del Festival di Montecarlo 2019, così come quell’altro del 1991 girato per l’anniversario del Circo Medrano della famiglia Casartelli.

    https://www.youtube.com/watch?v=ccXm4zF-48Y

    https://www.youtube.com/watch?v=hTYa5Uc-DSw

    Altri video si potranno trovare in calce ai singoli contributi in tema Circo ospitati su queste pagine, così come si segnalano quelli riportati nel canale web “Circusmania”. Buona visone

    RispondiElimina
  6. Alessandro Cantarelli2 gennaio 2021 alle ore 21:35

    Anche quest’anno RAI 3 ha rinunciato a fare un buon servizio pubblico, censurando in stretta osservanza al credo animal-ambientalista, il numero con le tigri bianche di Sergey Nesterov al 44.o Festival Int. del Circo di Montecarlo (numero premiato con il Clown di Bronzo). Ovviamente la censura ha riguardato anche la cerimonia di premiazione, affinchè all’ignaro telespettatore italiano non venisse alcun sospetto (e in questo prendendolo per fesso).
    Si consiglia di guardare (possibilmente ammirare) attentamente il filmato censurato, perché sfido chiunque a dimostrare che in quelle sequenze non vi sia nell’ordine: profonda conoscenza etologico-comportamentale dei felini; affetto dell’ammestratore per le belve (e viceversa); l’assenza di qualsiasi metodo coercitivo. Insomma l’ennesima sconfessione delle perverse teorie animal-ambientaliste e si vede che per questo motivo, il numero voleva giocoforza tagliato
    https://www.youtube.com/watch?v=Ca8Bb5TvmSg
    https://www.youtube.com/watch?v=XsC8cOv0K7k&feature=youtu.be
    Spiace veramente che brave e giovani conduttrici come Melissa Greta Marchetto si prestino a questo sporco gioco, dettato da una minoranza ignorante, pervertita ed interessata, lo si ribadisce, solo ai soldi.
    Un anno di Covid 19 avrebbe dovuto insegnare ben più di una cosa, in primo luogo il non dare credito alle stesse persone che fino ad ieri (oggi fanno finta di niente), erano contrarie ai vaccini e sono ancora contrarie alla sperimentazione animale in nome del credo vegano. Parlano a vanvera di vivisezione con troppa disinvoltura.

    RispondiElimina