di FRANCESCO MARINO
"Se ne discute all' ex facoltà di Agraria di Firenze":
«Catturate un topo abbastanza giovane e spellatelo in modo da recuperare la pelle. Ora avete la pelle (ci sono sempre abbastanza topi, ma devono essere topi di campo se volete fare questo esperimento). […]
Quando Venere è nello Scorpione procuratevi la pelle di un topo e bruciatela. Raccogliete attentamente le ceneri e gli altri resti della combustione. Non sarà rimasto molto, ma se avete abbastanza topi è sufficiente.[…] Così avete ottenuto la vostra pelle bruciata di topo quando Venere è nello Scorpione. E lì rimangono, in ciò che è stato distrutto dal fuoco, le corrispondenti forze negative nei confronti della capacità riproduttiva del topo di campo. Prendete la cenere e spargetela su tutto il vostro campo. In alcune zone può essere difficile: potete farlo anche omeopaticamente, non ne avete bisogno di molto.»...
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Resteremo "vox clamantis in deserto" fino a quando per mancanza di cibo sulla tavola qualche piatto rimarrà vuoto.
RispondiEliminaAlberto, purtroppo temo che rimarranno vuoti i piatti dei soliti poveracci che non avranno comunque modo di farsi sentire e di pslesare, quindi, le dimensioni del problema.
RispondiEliminaLe produzioni biologiche e biodinamiche (non precisamente sovrapponibili) potranno espandersi - al di là da ogni considerazione agronomicamente valida e supportata da dati tecnici e scientifici - finchè avranno un certo consumo e consumatori che saranno in grado di pagare prezzi superiori alle produzioni "tradizionali" con un certo parallelismo (dal punto di vista economico) con le produzioni di nicchia (sopratutto valide per conservare l'agricoltura in zone svantaggiate). D'altronde vi sono consumatori che sono disposti a pagare prezzi anche molto elevati per produzioni fuori stagione che a volte assumono anche il valore di status symbol. La realtà è ben diversa come sa chi ha i piedi per terra e conosce l'agricoltura e le difficoltà dei mercati dei prodotti agricoli e sopratutto non conosce gli sforzi che gli agricoltori e gli allevatori fanno per migliorare le loro produzioni sotto tutti i punti di vista. D'altronde sono questi che sostengono e sosterranno l'agricoltura , il resto ,al di là del'eco mediatica e della moda (per sua natura volubile), è solo una delle tante iniziative per crearsi un mercato in grado di spuntare prezzi maggiori e migliorare la concorrenzialità dei prodotti.Inoltre non bisogna mai dimenticare e mai smettere di sottolineare che attuare un'agricoltura meno impattante sull'ambiente è uno dei principali sforzi che l'agrotecnica e la zootecnia stanno facendo.
RispondiEliminaGianni Leoncini Agronomo
Gianni
RispondiEliminaUn agricoltore può coltivare ciò che vuole e come vuole (entro i limiti di legge). E'un imprenditore e quindi se il mercato gli da ragione lo deve fare. Vi sono due cose che sono inaccettabili: 1° creare mercato all'agricoltura biologica tramite la denigrazione con motivazioni false sull'agricoltura non biologica; 2° pretendere che l'agricoltura biologica sia sovvenzionata tassando l'agricoltura convenzionale (ciò che prevede la legge 988). Ma si può ammettere che due imprese: una che ha successo sul mercato sia obbligata a finanziare e l'altra che avendo un successo limitato pretende di acquisirlo a spese della prima?,