LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI
Rete Informale SETA
Gentili Deputati e Senatori della Repubblica,
da diverse fonti apprendiamo che fra le priorità del nuovo Governo rientra l’approvazione del ddl 988 – Disposizioni
per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione
agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico.
Premesso che ogni agricoltore rispettoso delle leggi è libero di
produrre come meglio crede, vorremmo da cittadini e da studiosi porre
all’attenzione dei nostri rappresentanti nelle istituzioni concetti che
nel pubblico dibattito non trovano il più delle volte spazio:
- le
coltivazioni biologiche sono meno sostenibili sul piano
ambientale rispetto a quelle con metodo
convenzionale/integrato. Ciò perché producono, a parità di
superficie, dal 20 al 70% in meno, per cui la loro estensione
generalizzata richiederebbe dal 20 al 70% in più di terre
coltivate con immani distruzioni di foreste e praterie naturali;
- rispetto
all’agricoltura convenzionale il biologico presenta emissioni di gas serra per
unità di prodotto superiori
del 50% in pisello e del 70% in frumento (Searchinger e
collaboratori, 2018), del 300% in riso (Bacenetti e
collaboratori, 2016) e superiori del 61% per kg di pane prodotto
(Chiriacò e collaboratori, 2017);
- i prodotti biologici sono commercializzati a prezzi fino al 150% più elevati rispetto agli analoghi prodotti convenzionali (fonte: UE - europa.eu), il che dovrebbe indurre a riflettere sulle ripercussioni economiche per il consumatore (o per lo Stato, quando si parla di mense scolastiche obbligate ad approvvigionarsi solo di prodotti bio);
- il prodotto biologico non presenta differenze significative rispetto agli altri sul piano della salubrità o delle caratteristiche nutrizionali come emerge dal lavoro scientifico di Dangour e collaboratori (2009) e dai report EFSA sui residui di fitofarmaci negli alimenti (efsa.europa);
- già oggi il 45% del reddito netto delle imprese biologiche è garantito da finanziamenti comunitari contro il 31% di quelle convenzionali (fonte: Bioreport Crea, ediz. 2017-18; Serv. Studi Senato, nota 108, giugno ‘19);
- con il ddl 988 si sdogana, equiparandola al biologico, una pratica esoterica come l'agricoltura biodinamica, certificata da un marchio registrato di proprietà di una multinazionale e che presenta un fatturato medio per ettaro di 13.309 euro contro i 3.207 euro delle aziende convenzionali e i 2.441 delle aziende biologiche (fonte Bioreport Crea, ediz. 2017-18). Ci auguriamo che questo Parlamento non voglia essere ricordato come un Robin Hood al contrario, che toglie ai poveri per dare ai ricchi;
- il DDL 988 si riferisce a un settore di nicchia (66773 aziende biologiche e 286 biodinamiche, in tutto il 4,5% delle 1.471.000 aziende agricole italiane – fonte Bioreport Crea, ed. 2017-2018).
In
conclusione ci preme evidenziare che il DDL 988 promuove il bio
facendo appello a un presunto ”interesse nazionale” per tale
agricoltura. Come gruppo SETA ci domandiamo quale
interesse nazionale si prenda in considerazione nel provvedimento,
che non affrontando il cruciale tema dei controlli sul
biologico, minando il sistema
sementiero nazionale, indebolendo il sistema dell’istruzione
agraria universitaria, introducendo una pletora di organismi
territoriali di cui non si sente il bisogno e stimolando sistemi
a bassa produttività accrescerà ulteriormente la nostra
dipendenza dall’estero che già oggi sfiora il 50% del fabbisogno
nazionale per il frumento e gli alimenti zootecnici. In tale
contesto il sostegno offerto ad una pratica esoterica come il
biodinamico, nello stesso Paese che con Galileo Galilei ha dato
i natali al Metodo Scientifico quale sistema di conoscenza dei
fenomeni naturali, colpisce particolarmente, suonando quasi come
una nuova abiura.
Per il gruppo
SETA - prof. Luigi Mariani
Per ulteriori
approfondimenti Vi invitiamo a leggere i documenti sul sito SETAnet
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