di ALBERTO GUIDORZI
Il titolo sembra paradossale, ma in realtà è la sintesi di un articolo di “Human Progress” che potete trovare, con indicata la bibliografia, (qui).
Nell’introduzione si specifica: nel 99.9% dei 300.000 anni di esistenza dell’umanità l’uomo ha vissuto una vita grama e breve per morti violente. L’uomo ha vagato spaventato per il mondo soffrendo il freddo, la fame e le malattie. Solo a partire dagli ultimi 250 anni è cominciata la crescita dell’abbondanza e del benessere. Se partiamo dal 1800: 1- la speranza di vita era di 29 anni, oggi è di 72; 2°- il reddito pro-capite è passato da 620 a 7890 $; 3°- il tasso di mortalità militare e civile è passato da 72/100.000 a 2/100.000. In conclusione il progresso e l’abbondanza ha permesso che sul pianeta si passasse da 990 milioni a 7,63 miliardi.
Si prosegue citando il libro di Paul R. Ehrlich “The population bomb” che conteneva una delle tante previsioni sbagliate fatte negli ultimi 50 anni. Eccola: “La battaglia per nutrire tutta l'umanità è persa". Negli anni '70, centinaia di milioni di persone moriranno di fame nonostante i programmi di crash avviati ora. In questa data avanzata nulla può impedire un aumento sostanziale del tasso di mortalità mondiale. Da qui l’invito alla sterilizzazione coatta, alle sanzioni finanziarie per eccessiva fecondità, e tassi di consumo limitati nei paesi ricchi o impediti ai paesi in via di sviluppo. A questo si contrappone la visione di Julian L. Simon messa nero su bianco nel libro “The Ultimate Resource”, di cui riportiamo la seguente parte: “Non vi è alcuna ragione fisica o economica per cui l'intraprendenza umana e l'impresa non possano continuare per sempre a rispondere alle carenze imminenti e ai problemi esistenti con nuovi espedienti che, dopo un periodo di adattamento, ci lasciano meglio di prima che sorgesse il problema…. L'aggiunta di più persone causerà problemi [di breve periodo], ma allo stesso tempo ci saranno più persone che risolveranno questi problemi e ci lasceranno con il bonus di costi inferiori e meno scarsità a lungo termine…. La risorsa finale sono persone competenti, piene di spirito e piene di speranza che eserciteranno le loro volontà e immaginazione a proprio vantaggio, e quindi, inevitabilmente, a beneficio di tutti noi.”
La contrapposizione tra le due visioni fu risolta da una scommessa. A Ehrlich fu lasciata la scelta di 5 commodity prezziate al 29/9/1980; se queste 5 commodity dopo 10 anni esatti fossero aumentate di prezzo (in moneta costante) egli avrebbe vinto la scommessa, mentre se fossero calati sarebbe stato Simon a vincere la scommessa. Trascorso il decennio si verificò che i prezzi erano calati del 57,6% e quindi Simon ricevette la somma di 575,07 $. I termini della scommessa furono rivisitati nel 2015 ed il trend fu confermato seppure con un tasso minore (-22,4%). Successivamente W. Michael Cox e Richard Alm, nel loro libro “ Onward and Upward! Bet on Capitalism—It Works” hanno applicato un nuovo parametro per valutare le tesi di Simon ed hanno visto che in termini di costo il lavoro umano questo tende ad aumentare più dell’inflazione e quindi i prezzi delle 5 commodity in termini reali sono diminuiti del 41,8% tra il 1980 ed il 2015.
Tutto ciò dovrebbe aver messo fuori gioco i catastrofisti da tempo, mentre sembra proprio che abbiano preso molto più vigore di prima. Secondo gli antropologi si tratterebbe di un carattere innato derivato dalla selezione naturale che l’uomo avrebbe ereditato a causa appunto di quel 99,9% di tempo, citato all’inizio, in cui l’uomo sarebbe vissuto in mezzo alle difficoltà. Quindi non illudiamoci che i “mercanti di paura” si estinguano. Infatti Paul Ehrlich nel 2013 non abbandonò certo le sue tesi iniziali ed affermò: “la civiltà umana è minacciata dal collasso da una serie di problemi ambientali…. La situazione umana è guidata dalla sovrappopolazione, dal consumo eccessivo di risorse naturali ... e dagli accordi socio-economici-politici al servizio del consumo aggregato dell'Homo sapiens” Nel 2017, Ehrlich è stato invitato a tenere un seminario in vaticano su “Estinzione biologica” e quando l’ho saputo mi sono chiesto dove la Chiesa abbia riposto il passo biblico della Genesi 19,30-38 secondo il quale “Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra…”
Comunque tornando a Cox e Alm, essi hanno voluto riverificare le tesi di Simon, apparentemente vincenti, con un altro metodo. Anch’essi hanno formato un paniere di commodity, ben 50, il 48% rappresentate da alimenti e bevande, il 20% dai metalli, il 12% dall’energia, il 14% dalle materie prime, il 6% dai metalli preziosi. Sono inoltre partiti dal 1980 per i raffronti ed il risultato è stato che i prezzi nominali di 9 materie prime sono diminuiti, 41 sono aumentati e quindi in definitiva i prezzi nominali del paniere sono aumentati del 67,2%. Solo che i prezzi nominali devono essere confrontati con l’inflazione per avere i prezzi reali, ossia costanti nel tempo e pertanto i soli che si possono usare per le valutazioni, infatti, essendo i prezzi nominali aumentati del 156% nel periodo considerato, dopo l’aggiustamento risulta che 43 materie prime del paniere i prezzi in termini reali sono diminuite, due sono rimaste costanti e 5 sono aumentate. Dunque, fatte tutte le ponderazioni, il prezzo reale del paniere è diminuito del 36,3%. Tuttavia tutto quanto detto se non lo paragoniamo con l’evoluzione del reddito il messaggio non risulta definitivo. Infatti se in termini reali il paniere, pur diminuendo, aumenta più del reddito queste diventano in realtà più costose, se invece il reddito aumenta di più le commodity diventano più accessibili. Per fortuna i redditi sono sempre aumentati ad un tasso maggiore dell’inflazione in quanto la produttività aumenta nel tempo. Ma vi è ancora un passaggio da fare per definire meglio la comparazione ed è quella di usare come indice il “Tempo-Prezzo” che è il tempo per il quale un essere umano medio deve lavorare per guadagnare abbastanza soldi per comprare una merce, cioè se il prezzo reale di una merce aumenta del 10 % ma il tasso di reddito orario reale aumenta del 20 %, il prezzo temporale di una merce diminuisce dell'8,3%. Risultato: Il Prezzo-Tempo del nostro paniere di materie prime è pertanto diminuito del 64,7 %. Detto in altre parole “ le materie prime che hanno richiesto 60 minuti di lavoro per il loro acquisto nel 1980, nel 2017 ne hanno richiesto solo 21” La figura sotto, che dà la variazione percentuale del prezzo nominale, reale e temporale di un paniere di materie prime, 1980-2017 riassume il tutto:
Fig. 1 variazione percentuale del prezzo
nominale, reale e temporale di un paniere di materie prime,1980-2017. Fonti: "Dati
sui prezzi delle materie prime", Banca mondiale, http://www.worldbank.org/en/research/commodity-markets ; Fondo monetario internazionale, http://www.imf.org/external/np/res/commod/External_Data.xls ; "Prodotto interno lordo: deflazione
implicita dei prezzi", dati economici FRED,
https://fred.stlouisfed.org/series/GDPDEF#0; "PIL pro capite (in
dollari USA attuali)", Banca mondiale, https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.PCAP.CD ; "Total Economy Database", The
Conference Board, https://www.conference-board.org/data/economydatabase/ .
Fig. 1 variazione percentuale del prezzo
nominale, reale e temporale di un paniere di materie prime,1980-2017. Fonti: "Dati
sui prezzi delle materie prime", Banca mondiale, http://www.worldbank.org/en/research/commodity-markets ; Fondo monetario internazionale, http://www.imf.org/external/np/res/commod/External_Data.xls ; "Prodotto interno lordo: deflazione
implicita dei prezzi", dati economici FRED,
https://fred.stlouisfed.org/series/GDPDEF#0; "PIL pro capite (in
dollari USA attuali)", Banca mondiale, https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.PCAP.CD ; "Total Economy Database", The
Conference Board, https://www.conference-board.org/data/economydatabase/ .
Gli autori hanno anche sviluppato il concetto di elasticità dei prezzi della popolazione (PEP), che consente loro di stimare l'effetto della crescita della popolazione sulla disponibilità di risorse. Nel corso del periodo studiato la popolazione è cresciuta da 4,46 a 7,55 miliardi, con un aumento del 69,3 %. Il PEP indica che il prezzo temporale del paniere di merci è diminuito dello 0,934% per ogni 1% di aumento della popolazione. Conclusione: “Ogni ulteriore essere umano nato sul nostro pianeta sembra avere reso le risorse proporzionalmente più abbondanti per i discendenti.”
Tralasciamo per brevità di addentrarci nel “Simon Abundance Framework” e nella “linea di Nirvana” che si può facilmente trovare spiegato nel testo in inglese, ma è interessante invece mostrare il “Simon Abundance Index” che misura l’abbondanza delle risorse nel corso di un periodo di tempo. Fatto pari a 100 l’indice del 1980 troviamo che tra il 1980 e il 2017, la disponibilità delle risorse è aumentata a un tasso composto di crescita annuale del 4,32 %. Ciò significa che la Terra era del 379,6 % più dotata di risorse nel 2017 rispetto al 1980; che detto altrimenti e riferito al solo 2018, mostra che l’indice era di 479,6 e quindi ne deduciamo che sulla terra vi era più abbondanza di risorse di 4796 volte rispetto a quando Simon e Ehrlich fecero la scommessa. Inoltre, se trasliamo queste elaborazioni al futuro il nostro pianeta sarà dell'83% più “in abbondanza” nel 2054 rispetto al 2017.
Tralasciamo per brevità di addentrarci nel “Simon Abundance Framework” e nella “linea di Nirvana” che si può facilmente trovare spiegato nel testo in inglese, ma è interessante invece mostrare il “Simon Abundance Index” che misura l’abbondanza delle risorse nel corso di un periodo di tempo. Fatto pari a 100 l’indice del 1980 troviamo che tra il 1980 e il 2017, la disponibilità delle risorse è aumentata a un tasso composto di crescita annuale del 4,32 %. Ciò significa che la Terra era del 379,6 % più dotata di risorse nel 2017 rispetto al 1980; che detto altrimenti e riferito al solo 2018, mostra che l’indice era di 479,6 e quindi ne deduciamo che sulla terra vi era più abbondanza di risorse di 4796 volte rispetto a quando Simon e Ehrlich fecero la scommessa. Inoltre, se trasliamo queste elaborazioni al futuro il nostro pianeta sarà dell'83% più “in abbondanza” nel 2054 rispetto al 2017.
Fig. 2 : Simon
Abundance Index 1980-2017
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NOTA: Io non sono in grado di valutare e soprattutto criticare un lavoro di tal genere, tuttavia credo che comunque valga la pena di sottoporlo ai lettori per una valutazione, per le doverose critiche e anche per una eventuale confutazione.
Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.
Trovo sempre molto interessanti queste messe in discussione del catastrofismo più o meno interessato che impera.
RispondiEliminaMi pare però che si ragioni poco sul possibile scarseggiare degli input che danno i successi di cui sopra, e in particolre il fosforo e il petrolio che è alla base della biogeochimica della maggior parte dell'azoto che ingeriamo.
Mi piacerebbe un suo ragionamento al proposito. Grazie e complimenti per il blog, Andrej Drosghig