lunedì 13 maggio 2019

DOSSIER GLYPHOSATE


di ALBERTO GUIDORZI





Qui di seguito la versione tradotta di una meticolosa descrizione redatta da Marcel Kuntz circa la successione degli avvenimenti che hanno portato alla classifica di “probabilmente cancerogeno” del gliphosate. Essa dimostra la non neutralità dello IARC-International Agency for Research on Cancernell’affaire gliphosate.”
Qui trovate il link originale della ricostruzione dei fatti nella versione inglese: qui. Nella versione inglese vi sono numerosi copia incolla di documenti originali, essi non sono stati tradotti in italiano, ma, ad ogni citazione, fatta nella versione inglese, nella versione italiana vi è un rimando per poterlo reperire nella versione inglese.

Lo IARC è il solo organismo al mondo che abbia classificato il gliphosate “probabile cancerogeno” (alla stregua della carne rossa), mentre tutti gli altri organismi ufficiali del mondo che si sono occupati della cancerogenicità del gliphosate asseriscono che non vi sono evidenze come mostra questa infografia : qui.
Il dossier di ricostruzione raccoglie i documenti resi pubblici in seguito alle audizioni processuali relativamente alle denunce fatte contro Monsanto negli USA.
Di seguito si riportano le audizioni di: 1°Aaron Blair, 2° di Christopher J. Portier, 3° di Charles Williams Jameson

Audizione di Aaron Blair.

A.Blair è pensionato del National Cancer Institutes (USA), ha presieduto il gruppo di lavoro dello IARC che ha redatto il documento e la classifica del gliphosate. Qui la trascrizione integrale dell’audizione. qui.

Punto 1: non presa in considerazione dello studio epidemiologico AHS.
Questo gruppo di lavoro non ha tenuto conto dei risultati più recenti dell’Agricoltural Health Study (AHS – studio epidemiologico della salute in ambiente agricolo su una grande coorte di 89.000 agricoltori e loro congiunti dello Iowa e della Carolina del Nord). Esso mostra non esserci nessun legame tra esposizione al gliphosate ed il cancro. Blair spiega che lo IARC per prassi non accetta di prendere in esame dei lavori non ancora pubblicati, tuttavia, Blair stesso era al corrente dei risultati dello studio essendo un coautore dell’AHS. (vedi primo copia-incolla Balir su “Kuntz”)

Punto 2: Non presa in conto della meta-analisi NAPP.
Nello stesso tempo il gruppo di lavoro dello IARC e per le medesime ragioni, non ha preso in considerazione la meta-analisi North American Pooled Project (NAPP). Blair era al corrente anche di questi risultati in quanto implicato nello studio. (vedi secondo copia-incolla Blair su “Kuntz”). I dati hanno mostrato che non vi era nessuna correlazione tra esposizione al glyphosate e cancro.

Conclusioni incontestabili circa i punti 1 e 2:
Nei due casi, Blair non ha informato il gruppo di lavoro di questi recenti risultati negativi circa il rapporto gliphosate/cancro ed ha lasciato il gruppo votare in favore di una associazione tra esposizione al glyphosate ed il cancro (linfoma non- Hodgking). Lui stesso ha votato in favore dell’esistenza del rapporto, mentre sapeva che ciò era contraddetto. (vedi terzo copia-incolla Blair su “Kuntz”). In più Blair ha dichiarato che se lo IARC avesse esaminato i dati più recenti di cui si disponeva al momento delle decisioni del gruppo di lavoro sul glyphosate,vale a dire i dati AHS e NAPP, la classifica dello IARC sul diserbante sarebbe stata diversa, cioè di non cancerogenicità con uso del prodotto secondo le prescrizioni (vedi quarto copia-incolla Blair su “Kuntz”).

Punti 3 e 4: La pubblicazione dei due lavori di cui sopra sono state inspiegabilmente ritardate
Nel caso dei due studi AHS e NAPP, le audizioni hanno rivelato che gli autori si auguravano di pubblicare speditamente i lavori allo scopo che essi potessero essere presi in considerazione dal gruppo di lavoro dello IARC. In ambedue i casi gli studi sono stati pubblicati dopo che lo IARC aveva deciso la classificazione di “probabile cancerogeno” del gliphosate.
  • In particolare per il punto 3:
Lo studio AHS dal titolo : “Non-hodgkin lymphoma risk and insecticide, fungicide and fumigant use in the agricultural health study qui» era stato sottoposto (da Alavanja et al. ) per la pubblicazione fin dal marzo 2014, ma la pubblicazione avvenne solo in ottobre 2014 qui, tuttavia questo articolo non includeva gli erbicidi studiati dall’AHS. Nella mail del 28 febbraio 2014 relativa a questa pubblicazione qui Alavanja scrive ai coautori (fra cui Aaron Blair): “in questo momento lo IARC fa dei preparativi per una nuova monografia sui pesticidi, considerando il programma dello IARC per la selezione dei pesticidi candidati, sarebbe irresponsabile di non cercare di pubblicare in tempo il nostro manoscritto su LNH al fine di influenzare la decisione dello IARC” (ndt. Si ricorda che nella decisione sul gliphosate erano compresi anche due insetticidi). Tuttavia, malgrado l’urgenza segnalata da Alavanja, i dati sul gliphosate non furono pubblicati che 3 anni e 5 mesi dopo, cioè solo il 9 novembre 2017.  qui e qui.
  • In particolare per punto 4:
Per lo studio NAPP, una mail di un autore evoca la possibilità di avere una prima versione pronta nelle settimane seguenti allo scopo di poterla sottoporre a visione ad inizio 2015 o anche prima, ma l’articolo non sarà sottoposto a visione che nel giugno 2016. Blair non fornisce, in occasione dell’audizione, nessuna spiegazione circa il ritardo (vedi quinto copia-incolla Blair su “Kuntz”).

Conclusioni dei punti 3 e 4
Lo IARC ha reso il suo parere benché:
- degli studi importanti relativi al gliphosate invalidassero il legame tra lo stesso e il cancro ed alcuni esperti del gruppo già ne conoscessero i contenuti;
- si fosse a conoscenza degli inspiegabili ritardi nella loro pubblicazione. Lo IARC si è giustificato invocando il fatto che era prassi di non prendere in considerazione degli studi non pubblicati. Non sarebbe stato ragionevole e responsabile differire i lavori in attesa della pubblicazione di studi così importanti?

Audizione di Christopher J. Portier

Ha partecipato al gruppo di lavoro dello IARC dal 3 al 10 marzo 2015 con la funzione di “specialista invitato”. Ecco la trascrizione integrale della sua audizione qui. (ndt: Come già detto sopra i passaggi più qualificanti sono copia incollati sul documento originale di Kuntz.)

Punto n° 1: evidente e documentata non neutralità
Prima di sedersi nel gruppo di lavoro dello IARC, Portier ha lavorato, pagato, per anni come consulente presso EDF-Environnamental Defense Fund, che è un gruppo di lobbying anti-pesticidi qui Portier ha firmato un articolo (pubblicato l’1/2/2014) contro la decisione del ritiro dell’articolo ormai discreditato di Seralini Questa mancanza di neutralità era nota allo IARC: l’affiliazione a EDF è menzionata nella biografia di Portier pubblicata dallo IARC: qui. Malgrado questa non neutralità, Portier ha presieduto dal 7 al 9 aprile 2014 un gruppo di consulenti per definire le priorità delle monografie dello IARC, dichiarando solo in seguito il suo conflitto d’interesse. (vedi primo copia-incolla Portier su Kuntz). Le scelte di priorità hanno fatto oggetto di una pubblicazione su The Lancet, dove il conflitto d’interesse del Presidente Portier non è menzionato, successivamente questa omissione ha fatto oggetto di una rettifica da parte di The Lancet nell’ottobre 2018 qui
Malgrado questa evidente mancanza di neutralità, Portier è stato associato nel gruppo di lavoro dello IARC sul gliphosate. Il suo titolo ufficiale di “specialista invitato” è, inoltre, ancora più starno perché riconosce in occasione delle audizioni in tribunale non avere nessuna esperienza su questo dossier: (vedi secondo copia-incolla Portier su Kuntz). La domanda che ci si deve porre è la seguente: “perché un personaggio sulla cui neutralità vi sono seri dubbi, è scelto, e per giunta gli è stato assegnato un ruolo di responsabilità nello IARC? Perché i suoi conflitti d’interesse sono stati momentaneamente occultati? (vedi terzo copia-incolla Portier su Kuntz)

Punto n° 2: Circa i legami con un gruppo di avvocati predatori contro il gliphosate
Portier riconosce di aver firmato un contratto con il gruppo di avvocati Lundy, Lundy, Soleau & South, specialisti nelle cause contro degli industriali (in questo caso utilizzando la classifica data al gliphosate dallo IARC; vedi allegato 2) solo 9 giorni dopo la pubblicazione della decisione di classificare il gliphosate come “cancerogeno probabile”. (vedi quarto copia-incolla Portier su Kuntz). Il contratto firmato remunera Portier con almeno 160.000 $ (fino a giugno 2017) e presumibilmente per i primi lavori preparatori in qualità di consulente nel litigio (spese di viaggio in aggiunta) (vedi quinto copia-incolla Portier su Kuntz). Portier riconosce (con molte difficoltà) che ha lavorato per il gruppo di legali Lundy due mesi prima del marzo 2015 (ossia prima della data della sua implicazione nella classificazione del gliphosate dallo IARC) (vedi sesto copia-incolla Portier su Kuntz).

Punto n° 3 : Portier ha collaborato in precedenza con lo studio legale Lundy
Il Sig. Portier ha ammesso di aver lavorato in precedenza con lo studio Lundy in occasione di un altro agente classificato dallo IARC (vedi settimo copia-incolla Portier su Kuntz). Verosimilmente la collaborazione dovrebbe essere avvenuta a proposito dei campi elettromagnetici relativi alle radiofrequenze che sono state classificate in « forse cancerogene » per l’uomo (gruppo 2B) nella monografia n° 102 del 2011 qui Portier era, infatti, membro corrispondente del gruppo di lavoro e anche presidente del sottogruppo dei meccanismi qui .

Conclusione: Portier dunque aveva avuto, ben prima di essere implicato nel dossier gliphosate, una lunga esperienza circa l’importanza che derivava dalla opportuna classificazione dello IARC.

Punto n° 4: Strana la motivazione usata per difendere la classificazione dello IARC
Di fronte alle critiche portate contro la classifica del gliphosate da parte dello IARC, Portier è apparso molto motivato nel difenderla, comportamento poco spiegabile visto che si era di fronte solo ad uno “specialista invitato”. In una mail agli altri membri del gruppo di lavoro sul gliphosate egli si erge volontariamente in difesa della predetta classifica dicendo che non lascerà che le critiche la mettano in causa. Leggere la mail:qui (vedi settimo copia-incolla Portier su Kuntz). Ciò lo porterà a viaggiare per essere intervistato a difesa della decisione prima dalla Commissione Europea per la salute, poi dal governo tedesco ed infine da molti ministeri in Europa. Portier ha dissimulato i suoi conflitti d’interesse in occasione delle interviste. In occasione del congresso (Ramazzini Days) arriva ad evocare che altri hanno messo in atto delle iniziative economicamente motivate che avrebbero influenzato la scienza sul gliphosato (vedi ottavo copia-incolla Portier su Kuntz).
NB: La differenza tra il parere dello IARC e tutte le altre agenzie potrebbe spiegarsi per il perseguimento di scopi differenti. Lo IARC studia il “PERICOLO” (teorico, di ciò che una sostanza può provocare), tutti gli altri invece hanno come obiettivo di stabilire il “RISCHIO” (cioè ciò che la sostanza può provocare nella realtà). Solo che lo IARC, vista la differenza di scopi, non dovrebbe attaccare il parere degli altri, invece lo fa con tutti quelli che hanno detto che il rischio praticamente non esiste e non hanno per nulla messo in discussione il pericolo; in particolare lo IARC si è scagliato contro l’EFSA. Portier nel perorare la sua causa esce da un quadro scientifico normale per divenire estremamente virulento contro il parere dato dall’EFSA che contestava la classificazione dello IARC. Un esempio lo si trova nella lettera del 27/11/2017 al Commissario Europeo della salute e della sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis (notare che alla fine della lettera rende note le sue affiliazioni, ma non quella con l’EDF-Environnamental Defense Fund: qui

Audizione di Charles William Jameson

Membro del gruppo di lavoro dello IARC sul glyphosate, presidente del sottogruppo « cancer expérimental animals ». Egli è presentato come consulente (Vedi primo copia incolla Jameson su Kuntz) qui.
L’audizione di Mr Jameson del 3 maggio 2017 : qui ha rivelato che era stato scelto dagli avvocati dei denuncianti contro Monsanto come esperto.
Ecco qui la dimostrazione del conflitto d’interesse di Jameson: egli è stato pagato con 400 $ orari per produrre da esperto un rapporto in appoggio alle denunce ed in particolare sulla base della classificazione del glyphosate da parte del gruppo di lavoro dello IARC qui (Vedi secondo copia-incolla Jameson su Kuntz).

I collaboratori dello IARC: un groviglio di pratiche e di relazioni non chiare.

Punto n° 1 - Mancanza di neutralità di altri membri del gruppo di lavoro sul gliphosate.
Altri membri del gruppo di lavoro dello IARC parteciparono agli attacchi contro l’EFSA. Per iniziativa di Portier, la metà dei membri del gruppo di lavoro dello IARC hanno firmato, assieme ad altri, una lettera datata 27/11/2015, indirizzata al commissario alla salute ed alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, per esortarlo ad ignorare la valutazione negativa dell’EFSA sul gliphosate. Leggere a questo proposito la lettera di risposta dell’EFSA qui. In gennaio 2016, Portier si è riunito privatamente, assieme a dei membri del gruppo di lavoro sul gliphosate (Francesco Forestiere, Ivan I. Rusyn e Hans Kromhout), con il Commissario Andriukaitis al fine di esercitare pressioni contro la posizione dell’EFSA qui.

Punto n° 2 : Una rete di alleanze contro natura tra membri e personale dello IARC, di certi membri del gruppo di lavoro dello IARC e degli attivisti.
Kurt Straif, capo della sezione delle monografie dello IARC, comunica a C. Portier ed a Hedwig Emmerig (incaricato della biotecnologia e della bioetica del gruppo Alliance 90/I verdi del Bundestag tedesco) un articolo complottista di Carey Gillam, impiegato dell’organizzazione attivista anti-OGM USRTK. È stato un modo manifesto per fornire elementi contro le conclusioni della riunione congiunta FAO/OMS sui residui di pesticidi (che comprendeva il glyphosate) qui
Al fine di difendere contro tutti la classificazione dello IARC si è attaccata un’altra commissione della loro mandante (l’OMS) (Vedi terzo copia-incolla Jameson su Kuntz).

Punto n° 3 – Kate Guyton, funzionario dello IARC, e le sue relazioni con degli attivisti.
Della corrispondenza mostra che Guyton ha inoltrato delle campagne di attacchi portati da dei militanti anti-OGM (come Claire Robinson del GMWatch) per fornire elementi a C. qui ed a Martyn T. Smith qui Sono personaggi che hanno lavorato per lo IARC. (Vedi quarto copia-incolla Jameson su Kuntz). Guyton ha accettato di «testimoniare» davanti al processo parodia del “Tribunale Monsanto” a L’Aia, ma non ha avuto l’autorizzazione di recarsi all’OMS. Visto l’impedimento, ha proposto a M.me Robin (una degli organizzatori del tribunale farsa anzidetto, di sondare M.Blair (presidente del gruppo di lavoro sul glyphosate e non tenuto al dovere della riservatezza). Ecco la mail inviata in seguito da Robin a Blair e che prova tutti questi elementi:qui

Punto n° 4 – Il direttore dello IARC Christopher Wild rifiuta ogni trasparenza
Christopher Wild non ha solamente rifiutato di assistere all’audizione della Commissione delle Scienze della Camera dei Rappresentanti degli USA circa il funzionamento dello IARC, ma l’11 gennaio 2018 Wild ha scritto una lettera alla Commissione qui e conclude dicendo che “sarebbe riconoscente” se le “autorità appropriate” degli USA non dovessero esigere la trasparenza o tentare di avere accesso ai documenti e posta elettronica confidenziale dello IARC, si augura “l’immunità” per questa organizzazione. (Vedi quarto copia-incolla Jameson su Kuntz). (ndt. Gli USA sono i maggiori contribuenti per il funzionamento dello IARC.).

Punto n° 5 – Altro rifiuto di trasparenza dello IARC
Nell’ambito di una domanda d’informazioni, conformemente alle disposizioni legislative degli USA sull’accesso all’informazione (FOIA), concernenti la corrispondenza elettronica scambiata tra parecchi scienziati dell’ EPA statunitense e del National Toxicology Program (NTP) da una parte e la squadra dello IARC sul glyphosate dall’altro, l’accesso a questa corrispondenza elettronica non è stato concesso adducendo a motivo il rifiuto dello IARC ad essere trasparente: “(1) L’intenzione dello IARC non è stata quella di rifiutare il controllo dei suoi dossier. Lo IARC ha prodotto l’informazione sul glyphosate diventando poi il proprietario della documentazione in questione: “… la posizione dello IARC è tale per cui tutti i progetti dei documenti e tutti i documenti scaturiti dal gruppo di lavoro o nel corso della monografia devono essere come dei progetti e di natura deliberativa. I membri del gruppo di lavoro redigono questi documenti per conto dello IARC e non nel quadro di obblighi implicanti il loro impiego da parte di uno Stato o una istituzione federale. Lo IARC è il solo proprietario di tutti questi documenti. Lo IARC non incoraggia i partecipanti a conservare i progetti dei documenti di lavoro dopo che la monografia in causa è stata pubblicataqui

I CONTESTABILI METODI DI LAVORO DELLO IARC
L’audizione (trascrizione completa : qui di Matthew Ross, membro del gruppo di lavoro sul gliphosate, implicato in particolare nel sottogruppo 4 « meccanismi » (capaci di sviluppare il cancro). Vi è da notare che le risposte fornite da Ross sono il più frequente di tale tenore “ non so e non mi ricordo”. Ross sovente si nasconde dietro la procedura imposta all’inizio delle riunioni di non esaminare gli studi non-pubblicati in un giornale peer-reviewed. L’audizione non fa conoscere che lo stesso comportamento non è stato tenuto in tutte le monografie del passato da parte dello IARC.
Pagina 123 (Vedi primo copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz)
Pagina 124 (Vedi secondo copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz)
Ross non lo sapeva…. Alla domanda se questi studi avessero potuto cambiare la sua valutazione, Ross si nasconde ancora dietro le istruzioni ricevute di non tener conto di questi studi. (Vedi terzo copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz). Ross è interrogato su uno studio di Bolognesi e collaboratori qui circa persone esposte al glyphosate alla frontiera tra la Colombia e l’Equador, in seguito a trattamenti aerei per distruggere dei campi di coca. Ross riconosce che questo studio ha avuto un peso importante nelle conclusioni dello IARC sul gliphosate (accrescimento dei danni cromosomici secondo l’interpretazione dello studio dello IARC (Vedi quarto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz). Il problema è che: Intorrogato l’autore di corrispondenza dell’articolo, Keith Solomon, questi ha trovato che le conclusioni sono “completamente false (Vedi quinto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz).
Pagina 242, Ross riconosce che i membri del gruppo di lavoro sono incoraggiati a non guardare dei documenti permettenti di rivedere le procedure seguite (Vedi sesto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz).

L’inchiesta della giornalista Kate Kelland (Reuters)
qui A partire dai documenti resi pubblici in occasione della inchiesta giudiziaria statunitense già citata, la giornalista mostra che tra una versione cosiddetta “bozza” e la versione pubblicata (“published report”) della monografia dello IARC sul gliphosate (in particolare il capitolo 3, il solo per il quale una versione definita in “ bozza” è pubblicamente disponibile), vi sono parecchi passaggi sempre modificati nel medesimo senso: i commenti che dicono che gli studi non sono conclusivi per ciò che concerne il carattere cancerogeno del glyphosate sono stati tagliati e rimpiazzati da una frase che afferma che il gruppo di lavoro non aveva potuto valutare questo studio, oppure addirittura corredati da una conclusione dello IARC in senso opposto. Esempi: (Vedi primo copia-incolla “inchiesta Kate Kelland”su Kuntz).
Reuters ha tentato di interrogare dei membri del gruppo di lavoro sulle modifiche. Lo IARC non ha risposto ad alcuna domanda. Per tutta risposta lo IARC ha spiegato sul suo sito web che queste bozze erano “confidenziali”: “Members of the IARC Monograph Working Group which evaluated glyphosate in March 2015 have expressed concern after being approached by various parties asking them to justify scientific positions in draft documents produced during the Monographs process. IARC would like to reiterate that draft versions of the Monographs are deliberative in nature and confidential. Scientists should not feel pressured to discuss their deliberations outside this particular forum.”

CONCLUSIONI PROVVISORIE
I documenti qui mostrati non sono che la parte emersa dell’iceberg che è scaturita in seguito ad un processo negli USA. Una trasparenza totale dello IARC sarebbe necessaria per fare completa luce sulle ragioni che hanno portato lo IARC ad adottare una classifica del gliphosate in contraddizione con tutte le altre agenzie. Viene qualche volta avanzata la tesi che la differenza tra il parere dello IARC e tutte le altre agenzie sarebbe dovuto all’obiettivo di studio (lo IARC studierebbe il “pericolo” (teorico) di ciò che una sostanza può fare, mentre le agenzie studierebbero il “rischio” di ciò che la sostanza apporta realmente). In realtà, invece, tutte le agenzie valutano ambedue gli aspetti. Per contro, questo argomento (rischio e pericolo) non è mai stata in questa discussione la posizione dello IARC. Sarebbe bene chiarire una volta per tutte se il parere dello IARC sul gliphosate è stato distorto dal suo metodo di lavoro e anche come è stato composto il gruppo di lavoro sul gliphosate, senza preoccuparsi che il fatto potesse essere nocivo all’imparzialità del lavoro di giudizio. Di fronte al più grande scandalo che potrebbe toccare un’agenzia di valutazione dei rischi, UN’INCHIESTA UFFICIALE IN EUROPA SAREBBE INDISPENSABILE (indipendente da tutti i governi che si sono allineati sull’operato dello IARC). È inquietante constatare che degli studi recenti, ripresi dalla stampa, sono il frutto di gruppi di ricercatori la cui imparzialità non è assicurata (vedi allegati 3 e 4).

ALLEGATI
1° - Ecco un annuncio di uno studio di avvocati che incitano a denunciare il RoundUp (Vedi primo copia-incolla “ allegati”su Kuntz). Ecco un annuncio simile sul sito di un altro studio legale qui (Vedi secondo copia-incolla “allegati”su Kuntz). Qui vi è un esplicito riferimento alla classifica assegnata dallo IARC (denominato OMS, ma invece l’OMS è la sua casa madre) (Vedi terzo copia-incolla “allegati”su Kuntz).
2° - Tutte le agenzie di valutazione e di regolamentazione del mondo che si sono occupate del gliphosate hanno concluso che esso in condizioni normali d’uso non presentava rischi per gli utilizzatori, neppure per i consumatori: ANSES in Francia, EFSA ed ECHA in Europa (previo lavoro preparatorio delle autorità tedesche BfR e BAuA e anche con il concorso di esperti degli stati membri); APVMA in Australia; ARLA in Canada; EPA negli USA (Ndt. Parere ribadito recentissimamente: qui; EPA Nuova Zelanda; OFAG e OSAV, come anche il Consilio Federale svizzero; senza dimenticare la Commissione sulla Sicurezza alimentare del Giappone. La Casa madre dello IARC, cioè l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha preso le distanze in occasione della riunione congiunta FAO/OMS sui residui dei pesticidi (JMPR) (rapporto qui riassunto qui).
3° - Riguardo ad uno studio recente e con la pretesa – sulla base di ricalcoli statistici dei dati già conosciuti – che degli individui più esposti al gliphosate avevano un rischio di linfoma non hodgking aumentato del 41%: qui con i relativi successivi commenti: qui. Da notare che questo studio è frutto di una equipe di dissidenti del panel di esperti EPA che aveva concluso della non cancerogenicità del gliphosate.
4° - Circa poi un altro studio che pretendeva che il gliphosate fosse un perturbatore endocrino qui. Ecco i commenti: qui e qui. E’ utile far notare che questo studio è opera di un istituto militante facente parte della coalizione italiana #StopGlifosato.

Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italian

10 commenti:

  1. Grazie Alberto, sempre preziosi i tuoi contributi.

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  2. Grazie. Mi piacerebbe reperire la sentenza del GIP di Lecce sulla xylella, e mi interesserebbe un parere sulla questione grazie Andrej Drosghig

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  3. Intendi la prima sentenza o la seconda di archiviazione?

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    1. Entrambe, ho difficoltà a reperire i testi integrali che tutti commentano e trattano in modo non consono (compreso il FQ che apprezzo molto per altri aspetti), mi chiedo dove l'abbiano trovata, se l'hanno letta Andrej

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  4. Andrej

    mi permetto di segnalarti l'intervento avvenuto oggi in un'aula del Senato a proposito della xilella.

    https://www.radioradicale.it/scheda/574315/contro-la-disinformazione-sullepidemia-di-xylella-fastidiosa?fbclid=IwAR0sVTR66XsZUugVyu1lC3pS-Xbr9fX-r4h5sseEaaFn5G_aHhJ0K4HzMWM

    Ti chiederai cosa c'entra il gliphosate con la xilella, ebbene la fisiopatia che tanti danni ha già fatto si combatte impedendo che il batterio venga trasportato sugli olivi da parte dell'insetto vettore che svolge il suo ciclo anche sulle piante erbacee sottostanti le piante. Queste devono essere distrutte. lo si può fare con mezzi meccanici o con un diserbo totale tramite il gliphosate. Se questo fosse interdetto ci rimane solo il primo più costoso e non sempre con effetti totali.

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    1. Ok trovo poco realistico però diserbare tutta la vegetazione spontanea della Puglia... Grazie comunque per gli spunti. Andrej

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    2. Ok trovo poco realistico però diserbare tutta la vegetazione spontanea della Puglia... Grazie comunque per gli spunti. Andrej

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    3. Non si tratta di diserbare tutta la superficie della Puglia, ma di creare una zone all'interno degli uliveti e dove vi erano piante in disseccamento, dove l'insetto, che non vola a km, ma metri di distanza, non riesca a compiere il suo ciclo. Se si fosse fatto questo all'inizio l'epidemia si tamponava in attesa di maggiori conoscenze. Non si vuole usare il gliphosate? Allora si usino i mezzi meccanici che distruggano completamente la vegetazione sottostante le piante.

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    4. Probabilmente - e sottolineo probabilmente perché conosco poco il contesto mediterraneo - gli oliveti erano coltivati secondo i principi della coltura promiscuo. Magari potrebbero essere delle pratiche da stimolare con psr ecc ecc ma ribadisco, è una boutade di uno che non conosce lo specifico. Saluti Andrej

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  5. tutto questo mi richiama alla mente la storia dei vaccini: frutto di mmalafede ed ignoranza

    riguardo poi agli avvocati coinvolti c'è una battuta in USA:

    come definire un incidente dove un pullman di avvocati precipita in un dirupo con 4 posti vuoti?
    Spreco assoluto

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