di ALBERTO GUIDORZI
Qui di seguito la versione tradotta
di una meticolosa descrizione redatta da Marcel Kuntz circa la
successione degli avvenimenti che hanno portato alla classifica di
“probabilmente cancerogeno” del gliphosate. Essa dimostra la non
neutralità dello IARC-International
Agency for Research on Cancer
“nell’affaire gliphosate.”
Qui trovate il link originale della
ricostruzione dei fatti nella versione inglese: qui. Nella versione inglese vi sono numerosi copia incolla di documenti
originali, essi non sono stati tradotti in italiano, ma, ad ogni
citazione, fatta nella versione inglese, nella versione italiana vi è
un rimando per poterlo reperire nella versione inglese.
Lo IARC è il solo organismo al mondo
che abbia classificato il gliphosate “probabile cancerogeno”
(alla stregua della carne rossa), mentre tutti gli altri organismi
ufficiali del mondo che si sono occupati della cancerogenicità del
gliphosate asseriscono che non vi sono evidenze come mostra questa
infografia : qui.
Il dossier di ricostruzione raccoglie i
documenti resi pubblici in seguito alle audizioni processuali
relativamente alle denunce fatte contro Monsanto negli USA.
Di seguito si riportano le audizioni
di: 1°Aaron Blair, 2° di Christopher J. Portier, 3° di Charles
Williams Jameson
Audizione di Aaron
Blair.
A.Blair è
pensionato del National Cancer Institutes (USA), ha presieduto il
gruppo di lavoro dello IARC che ha redatto il documento e la
classifica del gliphosate. Qui la trascrizione integrale
dell’audizione.
qui.
Punto 1: non presa in
considerazione dello studio epidemiologico AHS.
Questo gruppo di lavoro non ha tenuto
conto dei risultati più recenti dell’Agricoltural Health Study
(AHS – studio epidemiologico della salute in ambiente agricolo su
una grande coorte di 89.000 agricoltori e loro congiunti dello Iowa e
della Carolina del Nord). Esso mostra non esserci nessun legame
tra esposizione al gliphosate ed il cancro. Blair spiega che lo
IARC per prassi non accetta di prendere in esame dei lavori non
ancora pubblicati, tuttavia, Blair stesso era al corrente dei
risultati dello studio essendo un coautore dell’AHS. (vedi
primo copia-incolla Balir su “Kuntz”)
Punto 2: Non presa in conto della
meta-analisi NAPP.
Nello stesso tempo il gruppo di lavoro
dello IARC e per le medesime ragioni, non ha preso in considerazione
la meta-analisi North American Pooled Project (NAPP). Blair era al
corrente anche di questi risultati in quanto implicato nello studio.
(vedi secondo copia-incolla Blair su “Kuntz”). I dati
hanno mostrato che non vi era nessuna correlazione tra esposizione al
glyphosate e cancro.
Conclusioni incontestabili circa i
punti 1 e 2:
Nei due casi, Blair non ha informato il
gruppo di lavoro di questi recenti risultati negativi circa il
rapporto gliphosate/cancro ed ha lasciato il gruppo votare in favore
di una associazione tra esposizione al glyphosate ed il cancro
(linfoma non- Hodgking). Lui stesso ha votato in favore
dell’esistenza del rapporto, mentre sapeva che ciò era
contraddetto. (vedi terzo
copia-incolla Blair su “Kuntz”). In più Blair ha
dichiarato che se lo IARC avesse esaminato i dati più recenti di cui
si disponeva al momento delle decisioni del gruppo di lavoro sul
glyphosate,vale a dire i dati AHS e NAPP, la classifica dello IARC
sul diserbante sarebbe stata diversa, cioè di non cancerogenicità
con uso del prodotto secondo le prescrizioni (vedi
quarto copia-incolla Blair su “Kuntz”).
Punti 3 e 4: La pubblicazione dei
due lavori di cui sopra sono state inspiegabilmente ritardate
Nel caso dei due studi AHS e NAPP, le
audizioni hanno rivelato che gli autori si auguravano di pubblicare
speditamente i lavori allo scopo che essi potessero essere presi in
considerazione dal gruppo di lavoro dello IARC. In ambedue i casi gli
studi sono stati pubblicati dopo che lo IARC aveva deciso la
classificazione di “probabile cancerogeno” del gliphosate.
- In particolare per il punto 3:
Lo studio AHS dal titolo :
“Non-hodgkin lymphoma risk and insecticide, fungicide and fumigant
use in the agricultural health study qui» era stato sottoposto (da Alavanja et al.
) per la pubblicazione fin dal marzo 2014, ma la pubblicazione
avvenne solo in ottobre 2014 qui,
tuttavia questo articolo non includeva gli erbicidi studiati
dall’AHS. Nella mail del 28 febbraio 2014 relativa a questa
pubblicazione qui Alavanja scrive ai coautori (fra cui Aaron Blair): “in
questo momento lo IARC fa dei preparativi per una nuova monografia
sui pesticidi, considerando il programma dello IARC per la selezione
dei pesticidi candidati, sarebbe irresponsabile di non cercare di
pubblicare in tempo il nostro manoscritto su LNH al fine di
influenzare la decisione dello IARC” (ndt.
Si ricorda che nella decisione sul gliphosate erano compresi anche
due insetticidi). Tuttavia, malgrado l’urgenza segnalata da
Alavanja, i dati sul gliphosate non furono pubblicati che 3 anni e 5
mesi dopo, cioè solo il 9 novembre 2017. qui e qui.
- In particolare per punto 4:
Per lo studio NAPP, una mail di un
autore evoca la possibilità di avere una prima versione pronta nelle
settimane seguenti allo scopo di poterla sottoporre a visione ad
inizio 2015 o anche prima, ma l’articolo non sarà sottoposto a
visione che nel giugno 2016. Blair non fornisce, in occasione
dell’audizione, nessuna spiegazione circa il ritardo (vedi
quinto copia-incolla Blair su “Kuntz”).
Conclusioni dei punti 3 e 4
Lo IARC ha reso il suo parere benché:
- degli studi importanti relativi al
gliphosate invalidassero il legame tra lo stesso e il cancro ed
alcuni esperti del gruppo già ne conoscessero i contenuti;
- si fosse a conoscenza degli
inspiegabili ritardi nella loro pubblicazione. Lo IARC si è
giustificato invocando il fatto che era prassi di non prendere in
considerazione degli studi non pubblicati. Non sarebbe stato
ragionevole e responsabile differire i lavori in attesa della
pubblicazione di studi così importanti?
Audizione di
Christopher J. Portier
Ha partecipato al gruppo di lavoro
dello IARC dal 3 al 10 marzo 2015 con la funzione di “specialista
invitato”. Ecco la trascrizione integrale della sua audizione
qui.
(ndt: Come già detto sopra i passaggi più qualificanti sono copia
incollati sul documento originale di Kuntz.)
Punto n° 1: evidente e documentata
non neutralità
Prima di sedersi nel gruppo di lavoro
dello IARC, Portier ha lavorato, pagato, per anni come consulente
presso EDF-Environnamental Defense Fund, che è un gruppo di lobbying
anti-pesticidi
qui
Portier ha firmato un articolo (pubblicato l’1/2/2014)
contro la decisione del ritiro dell’articolo ormai discreditato di
Seralini Questa mancanza di neutralità era nota allo IARC:
l’affiliazione a EDF è menzionata nella biografia di Portier
pubblicata dallo IARC:
qui.
Malgrado questa non neutralità, Portier ha presieduto dal 7 al 9
aprile 2014 un gruppo di consulenti per definire le priorità delle
monografie dello IARC, dichiarando solo in seguito il suo conflitto
d’interesse. (vedi primo
copia-incolla Portier su Kuntz). Le scelte di priorità hanno
fatto oggetto di una pubblicazione su The Lancet, dove il conflitto
d’interesse del Presidente Portier non è menzionato,
successivamente questa omissione ha fatto oggetto di una rettifica da
parte di The Lancet nell’ottobre 2018
qui.
Malgrado questa evidente mancanza di
neutralità, Portier è stato associato nel gruppo di lavoro dello
IARC sul gliphosate. Il suo titolo ufficiale di “specialista
invitato” è, inoltre, ancora più starno perché riconosce in
occasione delle audizioni in tribunale non avere nessuna esperienza
su questo dossier: (vedi secondo
copia-incolla Portier su Kuntz). La domanda che ci si deve
porre è la seguente: “perché un personaggio sulla cui neutralità
vi sono seri dubbi, è scelto, e per giunta gli è stato assegnato un
ruolo di responsabilità nello IARC? Perché i suoi conflitti
d’interesse sono stati momentaneamente occultati? (vedi
terzo copia-incolla Portier su Kuntz)
Punto n° 2: Circa i legami con un
gruppo di avvocati predatori contro il gliphosate
Portier riconosce di aver firmato un
contratto con il gruppo di avvocati Lundy, Lundy, Soleau & South,
specialisti nelle cause contro degli industriali (in questo caso
utilizzando la classifica data al gliphosate dallo IARC; vedi
allegato 2) solo 9 giorni dopo la pubblicazione della decisione di
classificare il gliphosate come “cancerogeno probabile”. (vedi
quarto copia-incolla Portier su Kuntz). Il contratto firmato
remunera Portier con almeno 160.000 $ (fino a giugno 2017) e
presumibilmente per i primi lavori preparatori in qualità di
consulente nel litigio (spese di viaggio in aggiunta)
(vedi quinto copia-incolla Portier su Kuntz). Portier
riconosce (con molte difficoltà) che ha lavorato per il gruppo di
legali Lundy due mesi prima del marzo 2015 (ossia prima della data
della sua implicazione nella classificazione del gliphosate dallo
IARC) (vedi sesto copia-incolla
Portier su Kuntz).
Punto n° 3 : Portier ha
collaborato in precedenza con lo studio legale Lundy
Il Sig. Portier ha ammesso di aver
lavorato in precedenza con lo studio Lundy in occasione di un altro
agente classificato dallo IARC (vedi
settimo copia-incolla Portier su Kuntz). Verosimilmente la
collaborazione dovrebbe essere avvenuta a proposito dei campi
elettromagnetici relativi alle radiofrequenze che sono state
classificate in « forse cancerogene » per l’uomo
(gruppo 2B) nella monografia n° 102 del 2011
qui
Portier era, infatti, membro corrispondente del gruppo di lavoro e
anche presidente del sottogruppo dei meccanismi
qui .
Conclusione: Portier
dunque aveva avuto, ben prima di essere implicato nel dossier
gliphosate, una lunga esperienza circa l’importanza che derivava
dalla opportuna classificazione dello IARC.
Punto n° 4: Strana la
motivazione usata per difendere la classificazione dello IARC
Di fronte alle critiche portate contro
la classifica del gliphosate da parte dello IARC, Portier è apparso
molto motivato nel difenderla, comportamento poco spiegabile visto
che si era di fronte solo ad uno “specialista invitato”. In una
mail agli altri membri del gruppo di lavoro sul gliphosate egli si
erge volontariamente in difesa della predetta classifica dicendo che
non lascerà che le critiche la mettano in causa. Leggere la mail:qui
(vedi settimo copia-incolla
Portier su Kuntz). Ciò lo porterà a viaggiare per essere
intervistato a difesa della decisione prima dalla Commissione Europea
per la salute, poi dal governo tedesco ed infine da molti ministeri
in Europa. Portier ha dissimulato i suoi conflitti d’interesse in
occasione delle interviste. In occasione del congresso (Ramazzini
Days) arriva ad evocare che altri hanno messo in atto delle
iniziative economicamente motivate che avrebbero influenzato la
scienza sul gliphosato (vedi
ottavo copia-incolla Portier su Kuntz).
NB: La differenza tra il parere dello
IARC e tutte le altre agenzie potrebbe spiegarsi per il perseguimento
di scopi differenti. Lo IARC studia il “PERICOLO” (teorico, di
ciò che una sostanza può provocare), tutti gli altri invece hanno
come obiettivo di stabilire il “RISCHIO” (cioè ciò che la
sostanza può provocare nella realtà). Solo che lo IARC, vista la
differenza di scopi, non dovrebbe attaccare il parere degli altri,
invece lo fa con tutti quelli che hanno detto che il rischio
praticamente non esiste e non hanno per nulla messo in discussione il
pericolo; in particolare lo IARC si è scagliato contro l’EFSA.
Portier nel perorare la sua causa esce da un quadro scientifico
normale per divenire estremamente virulento contro il parere dato
dall’EFSA che contestava la classificazione dello IARC. Un esempio
lo si trova nella lettera del 27/11/2017 al Commissario Europeo della
salute e della sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis (notare che
alla fine della lettera rende note le sue affiliazioni, ma non quella
con l’EDF-Environnamental Defense Fund:
qui
Audizione di
Charles William Jameson
Membro del gruppo di lavoro dello IARC
sul glyphosate, presidente del sottogruppo « cancer expérimental
animals ». Egli è presentato come consulente (Vedi
primo copia incolla Jameson su Kuntz) qui.
L’audizione di Mr Jameson del 3
maggio 2017 :
qui
ha rivelato che era stato scelto dagli avvocati dei denuncianti
contro Monsanto come esperto.
Ecco qui la dimostrazione del conflitto
d’interesse di Jameson: egli è stato pagato con 400 $ orari per
produrre da esperto un rapporto in appoggio alle denunce ed in
particolare sulla base della classificazione del glyphosate da parte
del gruppo di lavoro dello IARC
qui
(Vedi secondo copia-incolla
Jameson su Kuntz).
I collaboratori dello
IARC: un groviglio di pratiche e di relazioni non chiare.
Punto n° 1 - Mancanza di neutralità
di altri membri del gruppo di lavoro sul gliphosate.
Altri membri del gruppo di lavoro dello
IARC parteciparono agli attacchi contro l’EFSA. Per iniziativa di
Portier, la metà dei membri del gruppo di lavoro dello IARC hanno
firmato, assieme ad altri, una lettera datata 27/11/2015, indirizzata
al commissario alla salute ed alla sicurezza alimentare Vytenis
Andriukaitis, per esortarlo ad ignorare la valutazione negativa
dell’EFSA sul gliphosate. Leggere a questo proposito la lettera di
risposta dell’EFSA qui.
In gennaio 2016, Portier si è riunito privatamente, assieme a dei
membri del gruppo di lavoro sul gliphosate (Francesco Forestiere,
Ivan I. Rusyn e Hans Kromhout), con il Commissario Andriukaitis al
fine di esercitare pressioni contro la posizione dell’EFSA qui.
Punto n° 2 : Una rete di alleanze
contro natura tra membri e personale dello IARC, di certi membri del
gruppo di lavoro dello IARC e degli attivisti.
Kurt Straif, capo della sezione delle
monografie dello IARC, comunica a C. Portier ed a Hedwig Emmerig
(incaricato della biotecnologia e della bioetica del gruppo Alliance
90/I verdi del Bundestag tedesco) un articolo complottista di Carey
Gillam, impiegato dell’organizzazione attivista anti-OGM USRTK. È
stato un modo manifesto per fornire elementi contro le conclusioni
della riunione congiunta FAO/OMS sui residui di pesticidi (che
comprendeva il glyphosate)
qui
Al fine di difendere contro tutti la
classificazione dello IARC si è attaccata un’altra commissione
della loro mandante (l’OMS) (Vedi
terzo copia-incolla Jameson su Kuntz).
Punto n° 3 – Kate Guyton,
funzionario dello IARC, e le sue relazioni con degli attivisti.
Della corrispondenza mostra che Guyton
ha inoltrato delle campagne di attacchi portati da dei militanti
anti-OGM (come Claire Robinson del GMWatch) per fornire elementi a C.
qui
ed a Martyn T. Smith
qui
Sono personaggi che hanno lavorato per lo IARC.
(Vedi quarto copia-incolla Jameson su Kuntz). Guyton ha
accettato di «testimoniare» davanti al processo parodia del
“Tribunale Monsanto” a L’Aia, ma non ha avuto l’autorizzazione
di recarsi all’OMS. Visto l’impedimento, ha proposto a M.me Robin
(una degli organizzatori del tribunale farsa anzidetto, di sondare
M.Blair (presidente del gruppo di lavoro sul glyphosate e non tenuto
al dovere della riservatezza). Ecco la mail inviata in seguito da
Robin a Blair e che prova tutti questi elementi:qui
Punto n° 4 – Il direttore dello
IARC Christopher Wild rifiuta ogni trasparenza
Christopher Wild non ha solamente
rifiutato di assistere all’audizione della Commissione delle
Scienze della Camera dei Rappresentanti degli USA circa il
funzionamento dello IARC, ma l’11 gennaio 2018 Wild ha scritto una
lettera alla Commissione
qui
e conclude dicendo che “sarebbe riconoscente” se le “autorità
appropriate” degli USA non dovessero esigere la trasparenza o
tentare di avere accesso ai documenti e posta elettronica
confidenziale dello IARC, si augura “l’immunità” per questa
organizzazione. (Vedi quarto
copia-incolla Jameson su Kuntz). (ndt. Gli USA sono i
maggiori contribuenti per il funzionamento dello IARC.).
Punto n° 5 – Altro rifiuto di
trasparenza dello IARC
Nell’ambito di una domanda
d’informazioni, conformemente alle disposizioni legislative degli
USA sull’accesso all’informazione (FOIA), concernenti la
corrispondenza elettronica scambiata tra parecchi scienziati dell’
EPA statunitense e del National Toxicology Program (NTP) da una parte
e la squadra dello IARC sul glyphosate dall’altro, l’accesso a
questa corrispondenza elettronica non è stato concesso adducendo a
motivo il rifiuto dello IARC ad essere trasparente: “(1)
L’intenzione dello IARC non è stata quella di rifiutare il
controllo dei suoi dossier. Lo IARC ha prodotto l’informazione sul
glyphosate diventando poi il proprietario della documentazione in
questione: “… la posizione dello IARC è tale per cui tutti i
progetti dei documenti e tutti i documenti scaturiti dal gruppo di
lavoro o nel corso della monografia devono essere come dei progetti e
di natura deliberativa. I membri del gruppo di lavoro redigono questi
documenti per conto dello IARC e non nel quadro di obblighi
implicanti il loro impiego da parte di uno Stato o una istituzione
federale. Lo IARC è il solo proprietario di tutti questi documenti.
Lo IARC non incoraggia i partecipanti a conservare i progetti dei
documenti di lavoro dopo che la monografia in causa è stata
pubblicata”
qui
I CONTESTABILI METODI DI LAVORO
DELLO IARC
L’audizione (trascrizione
completa :
qui di Matthew Ross, membro del gruppo di lavoro
sul gliphosate, implicato in particolare nel sottogruppo 4
« meccanismi » (capaci di sviluppare il cancro). Vi è da
notare che le risposte fornite da Ross sono il più frequente di tale
tenore “ non so e non mi ricordo”. Ross sovente si nasconde
dietro la procedura imposta all’inizio delle riunioni di non
esaminare gli studi non-pubblicati in un giornale peer-reviewed.
L’audizione non fa conoscere che lo stesso comportamento non è
stato tenuto in tutte le monografie del passato da parte dello IARC.
Pagina 123 (Vedi
primo copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz)
Pagina 124 (Vedi
secondo copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz)
Ross non lo sapeva…. Alla domanda se
questi studi avessero potuto cambiare la sua valutazione, Ross si
nasconde ancora dietro le istruzioni ricevute di non tener conto di
questi studi. (Vedi terzo
copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz). Ross è
interrogato su uno studio di Bolognesi e collaboratori
qui
circa persone esposte al glyphosate alla frontiera tra la Colombia e
l’Equador, in seguito a trattamenti aerei per distruggere dei campi
di coca. Ross riconosce che questo studio ha avuto un peso importante
nelle conclusioni dello IARC sul gliphosate (accrescimento dei danni
cromosomici secondo l’interpretazione dello studio dello IARC (Vedi
quarto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz). Il
problema è che: Intorrogato l’autore di corrispondenza
dell’articolo, Keith Solomon, questi ha trovato che le conclusioni
sono “completamente false”
(Vedi quinto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz).
Pagina 242, Ross riconosce che i membri
del gruppo di lavoro sono incoraggiati a non guardare dei documenti
permettenti di rivedere le procedure seguite (Vedi
sesto copia-incolla “metodi di lavoro IARC” su Kuntz).
L’inchiesta della giornalista Kate
Kelland (Reuters)
qui A partire dai documenti resi pubblici in occasione della
inchiesta giudiziaria statunitense già citata, la giornalista mostra
che tra una versione cosiddetta “bozza” e la versione pubblicata
(“published report”) della monografia dello IARC sul gliphosate
(in particolare il capitolo 3, il solo per il quale una versione
definita in “ bozza” è pubblicamente disponibile), vi sono
parecchi passaggi sempre modificati nel medesimo senso: i commenti
che dicono che gli studi non sono conclusivi per ciò che concerne
il carattere cancerogeno del glyphosate sono stati tagliati e
rimpiazzati da una frase che afferma che il gruppo di lavoro non
aveva potuto valutare questo studio, oppure addirittura corredati da
una conclusione dello IARC in senso opposto. Esempi: (Vedi
primo copia-incolla “inchiesta Kate Kelland”su Kuntz).
Reuters ha tentato di interrogare dei
membri del gruppo di lavoro sulle modifiche. Lo IARC non ha risposto
ad alcuna domanda. Per tutta risposta lo IARC ha spiegato sul suo
sito web che queste bozze erano “confidenziali”: “Members of
the IARC Monograph Working Group which evaluated glyphosate in March
2015 have expressed concern after being approached by various parties
asking them to justify scientific positions in draft documents
produced during the Monographs process. IARC would like to reiterate
that draft versions of the Monographs are deliberative in nature and
confidential. Scientists should not feel pressured to discuss their
deliberations outside this particular forum.”
CONCLUSIONI PROVVISORIE
I documenti qui mostrati non sono che
la parte emersa dell’iceberg che è scaturita in seguito ad un
processo negli USA. Una trasparenza totale dello IARC sarebbe
necessaria per fare completa luce sulle ragioni che hanno portato lo
IARC ad adottare una classifica del gliphosate in contraddizione con
tutte le altre agenzie. Viene qualche volta avanzata la tesi che la
differenza tra il parere dello IARC e tutte le altre agenzie sarebbe
dovuto all’obiettivo di studio (lo IARC studierebbe il “pericolo”
(teorico) di ciò che una sostanza può fare, mentre le agenzie
studierebbero il “rischio” di ciò che la sostanza apporta
realmente). In realtà, invece, tutte le agenzie valutano ambedue gli
aspetti. Per contro, questo argomento (rischio e pericolo) non è mai
stata in questa discussione la posizione dello IARC. Sarebbe bene
chiarire una volta per tutte se il parere dello IARC sul gliphosate è
stato distorto dal suo metodo di lavoro e anche come è stato
composto il gruppo di lavoro sul gliphosate, senza preoccuparsi che
il fatto potesse essere nocivo all’imparzialità del lavoro di
giudizio. Di fronte al più grande scandalo che potrebbe toccare
un’agenzia di valutazione dei rischi, UN’INCHIESTA UFFICIALE IN
EUROPA SAREBBE INDISPENSABILE (indipendente da tutti i governi che si
sono allineati sull’operato dello IARC). È inquietante constatare
che degli studi recenti, ripresi dalla stampa, sono il frutto di
gruppi di ricercatori la cui imparzialità non è assicurata (vedi
allegati 3 e 4).
ALLEGATI
1° - Ecco un annuncio di uno studio di
avvocati che incitano a denunciare il RoundUp (Vedi
primo copia-incolla “ allegati”su Kuntz). Ecco un annuncio
simile sul sito di un altro studio legale
qui
(Vedi secondo copia-incolla
“allegati”su Kuntz). Qui vi è un esplicito riferimento
alla classifica assegnata dallo IARC (denominato OMS, ma invece l’OMS
è la sua casa madre) (Vedi terzo
copia-incolla “allegati”su Kuntz).
2° - Tutte le agenzie di valutazione e
di regolamentazione del mondo che si sono occupate del gliphosate
hanno concluso che esso in condizioni normali d’uso non presentava
rischi per gli utilizzatori, neppure per i consumatori: ANSES in
Francia, EFSA ed ECHA in Europa (previo lavoro preparatorio delle
autorità tedesche BfR e BAuA e anche con il concorso di esperti
degli stati membri); APVMA in Australia; ARLA in Canada; EPA negli
USA (Ndt. Parere ribadito
recentissimamente:
qui;
EPA Nuova Zelanda; OFAG e OSAV, come anche il Consilio
Federale svizzero; senza dimenticare la Commissione sulla Sicurezza
alimentare del Giappone. La Casa madre dello IARC, cioè
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha preso le distanze
in occasione della riunione congiunta FAO/OMS sui residui dei
pesticidi (JMPR) (rapporto qui riassunto
qui).
3° - Riguardo ad
uno studio recente e con la pretesa – sulla base di ricalcoli
statistici dei dati già conosciuti – che degli individui più
esposti al gliphosate avevano un rischio di linfoma non hodgking
aumentato del 41%:
qui
con i relativi successivi commenti:
qui.
Da notare che questo studio è frutto di una equipe di dissidenti del
panel di esperti EPA che aveva concluso della non cancerogenicità
del gliphosate.
4° - Circa poi un altro studio che
pretendeva che il gliphosate fosse un perturbatore endocrino
qui.
Ecco i commenti:
qui
e
qui.
E’ utile far notare che questo studio è opera di un istituto
militante facente parte della coalizione italiana #StopGlifosato.
Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italian
Agronomo. Diplomato all'Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso l'UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni per la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italian
Grazie Alberto, sempre preziosi i tuoi contributi.
RispondiEliminaGrazie. Mi piacerebbe reperire la sentenza del GIP di Lecce sulla xylella, e mi interesserebbe un parere sulla questione grazie Andrej Drosghig
RispondiEliminaIntendi la prima sentenza o la seconda di archiviazione?
RispondiEliminaEntrambe, ho difficoltà a reperire i testi integrali che tutti commentano e trattano in modo non consono (compreso il FQ che apprezzo molto per altri aspetti), mi chiedo dove l'abbiano trovata, se l'hanno letta Andrej
EliminaAndrej
RispondiEliminami permetto di segnalarti l'intervento avvenuto oggi in un'aula del Senato a proposito della xilella.
https://www.radioradicale.it/scheda/574315/contro-la-disinformazione-sullepidemia-di-xylella-fastidiosa?fbclid=IwAR0sVTR66XsZUugVyu1lC3pS-Xbr9fX-r4h5sseEaaFn5G_aHhJ0K4HzMWM
Ti chiederai cosa c'entra il gliphosate con la xilella, ebbene la fisiopatia che tanti danni ha già fatto si combatte impedendo che il batterio venga trasportato sugli olivi da parte dell'insetto vettore che svolge il suo ciclo anche sulle piante erbacee sottostanti le piante. Queste devono essere distrutte. lo si può fare con mezzi meccanici o con un diserbo totale tramite il gliphosate. Se questo fosse interdetto ci rimane solo il primo più costoso e non sempre con effetti totali.
Ok trovo poco realistico però diserbare tutta la vegetazione spontanea della Puglia... Grazie comunque per gli spunti. Andrej
EliminaOk trovo poco realistico però diserbare tutta la vegetazione spontanea della Puglia... Grazie comunque per gli spunti. Andrej
EliminaNon si tratta di diserbare tutta la superficie della Puglia, ma di creare una zone all'interno degli uliveti e dove vi erano piante in disseccamento, dove l'insetto, che non vola a km, ma metri di distanza, non riesca a compiere il suo ciclo. Se si fosse fatto questo all'inizio l'epidemia si tamponava in attesa di maggiori conoscenze. Non si vuole usare il gliphosate? Allora si usino i mezzi meccanici che distruggano completamente la vegetazione sottostante le piante.
EliminaProbabilmente - e sottolineo probabilmente perché conosco poco il contesto mediterraneo - gli oliveti erano coltivati secondo i principi della coltura promiscuo. Magari potrebbero essere delle pratiche da stimolare con psr ecc ecc ma ribadisco, è una boutade di uno che non conosce lo specifico. Saluti Andrej
Eliminatutto questo mi richiama alla mente la storia dei vaccini: frutto di mmalafede ed ignoranza
RispondiEliminariguardo poi agli avvocati coinvolti c'è una battuta in USA:
come definire un incidente dove un pullman di avvocati precipita in un dirupo con 4 posti vuoti?
Spreco assoluto