di Alessandro Cantarelli e Francesco Marino
Oggi 25 aprile ricorre il 74o anniversario della Liberazione d’Italia dall'occupazione nazifascista.
Immancabilmente, attorno a questa data e tutti gli anni, si accompagnano pretestuose polemiche, di varia estrazione, che hanno come risultato quello di oscurare la Memoria di quello che è stato il reale sacrifico della popolazione e dei Resistenti italiani, per potere arrivare ad un regime di democrazia e libertà. Democrazia e libertà nate non per concessione di “qualcuno”, ma conquistate duramente dopo un immane tributo di sangue.
La Costituzione che ne derivò non nacque quindi dal caso, non fu scritta da un esercito straniero pure vincitore, ma come giustamente osservava Piero Calamandrei “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati”.
L’importanza di conoscere bene la Storia, per interpretare ed affrontare meglio il presente ed il futuro.
L’importanza di difendere e vedere pienamente attuati gli articoli 9 e 33 della Carta, contro il riaffermarsi dell’ignoranza e dell’oscurantismo scientifico.
E naturalmente meditare dopo tragedie come questa, sul perché fu scritto l’art. 11.
Per il lettori di Agrarian Sciences tratta direttamente dalle Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana (8 settembre 1943-25 aprile 1945), pubblichiamo la lettera alla moglie del partigiano gen. Sabato Martelli Castaldi, in quanto oltre all’essere stato eccezionale figura di patriota, anche di fronte alla tragedia ed al delirio umano, seppe mantenere accesa per sé e per i propri compagni la luce della speranza…
Sabato Martelli Castaldi
Di anni 47 – generale di Brigata Aerea- nato a Cava dei Tirreni (Salerno) il 19/08/1896-. Generale a 36 anni, - decorato di una Medaglia d’Argento e tre di Bronzo -, nel 1934 collocato nella riserva perché, in qualità di capo-gabinetto del Ministero dell’Aeronautica, aveva redatto un rapporto a Mussolini denunciando l’effettiva consistenza e la reale efficienza dell’Arma.
Direttore, con il generale Lordi pure trucidato alle Fosse Ardeatine, del Polverificio Stacchini di Roma, dopo l’8 settembre 1943 sabota la produzione destinata ai tedeschi, fornisce al fronte clandestino di Roma ed ai partigiani del Lazio e dell’Abruzzo forti quantitativi di dinamite, mine, detonatori ed armi (…).Il 16 gennaio 1944, nel tentativo di ottenere il rilascio del titolare del Polverificio Stacchini che era stato arrestato, si reca con il generale Lordi in Via Tasso –è fermato dal colonnello tedesco Kappler venuto in possesso di prove schiaccianti sull’attività da lui svolta e gettato nella cella ove rimarrà sessantasette giorni –molte volte torturato-.
Trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine assieme agli altri 335 civili e militari italiani.
(nel corso della prigionia inviò alcuni biglietti clandestinamente alla moglie; scegliamo e pubblichiamo questa in Suo Onore e Ricordo, anche a memoria di tutti coloro che pagarono con la vita l’ideale della democrazia e della libertà).
“I giorni passano, e, oggi 47o credevo proprio che fosse quello buono, e invece ancora non ci siamo. Per conto mio non ci faccio caso e sono molto tranquillo e sereno, tengo su gli umori di 35 ospiti di sole quattro camere con barzellette, pernacchioni (scusa la parola ma è quella che è) e buon umore. Unisco una piantina di qui per ogni evenienza e perché, a mezzo del latore, quest’altra settimana me la rimandi completata. Penso la sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi nonché varie scudisciate in parti molle, e cazzotti di vario genere. Io non ho mai dato la soddisfazione di un lamento, solo alla 24a nerbata risposi con un pernacchione che fece restare i tre manigoldi come tre autentici fessi. (Quel pernacchione della 24a frustata fu un poema! Via Tasso ne tremò ed al fustigatore cadde di mano il nerbo. Che risate! Mi costò tuttavia una scarica ritardata di cazzotti). Quello che più pesa qui è la mancanza di aria. Io mangio molto poco altrimenti farei male e perderei la lucidità di mente e di spirito che invece qui occorre avere in ogni istante.”
(Ultimo messaggio, scritto sul muro della cella di Via Tasso)
Quando il tuo corpo
Non sarà più. Il tuo
Spirito sarà ancora più vivo nel ricordo
Di chi resta – Fa che
Possa essere sempre di esempio
Grazie gen. Castaldi. Non saremo mai
sufficientemente riconoscenti.
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