Prosegue la sottoscrizione al documento:
Vi saremmo peraltro grati se poteste far circolare questa notizia con l'auspicio che possa essere utile ad acquisire nuove adesioni.
E' possibile visionare la proposta di legge approvata alla camera (qui) e (qui) il resoconto stenografico.
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Il futuro dell’agricoltura non è nel bio
Sicuramente il Biologico non è il futuro ed è anacronistico e ecoinsostenibile.
RispondiEliminaCondivido pienamente il documento
RispondiEliminaConcordo
RispondiEliminaLa difesa integrata avanzata è la via più impegnativa ma la più sostenibile
RispondiEliminaAderisco alla sottoscrizione
RispondiEliminaCondivido, il futuro e’ nell’integrazione a tutti i livelli
RispondiEliminaCondivido pienamente
RispondiEliminaSi all'innovazione
RispondiEliminaIniziativa lodevole
RispondiEliminaConcordo sul fatto che l'agricoltura biologica può rappresentare solo una nicchia della produzione generale. Attualmente considerando il limitato numero di sostanze ammesse nell'allegato II reg CE 834/07, l'agricoltura biologica può essere considerata una metodologia di difesa attuabile per alcune colture (cereali, olivo), quasi improponibile per altre (vite, ortive) in pieno campo ed in particolari annate, e certamente non si può parlare di agricoltura biologica ad anni alterni. Occorrebbe investire in innovazione ed integrazione dei mezzi tecnici disponibili, di sintesi, biotecnologici, naturali, antagonisti microbici, potenziare l'agricoltura integrata che sulla base delle conoscenze attuali, resta la strategia di difesa più appropriata per garantire prodotti salubri e sicuri e contemporaneamente consentire la salvaguardia delle produzioni, assicurando un reddito agli agricoltori.
RispondiEliminaLa ricerca scientifica è fondamentale per la tutela ambientale e la sopravvivenza della nostra specie permettendone crescita, libertà e futuro.
RispondiEliminaCondivisibile il tutto. Serve, tuttavia, una maggior 'spinta' nei confronti dei decisori europei e italiani per un urgente adeguamento della direttiva EU 18/2001tesa a definire il concetto di mutazioni naturali nell'evoluzione delle specie arboree ed erbacee posto che spesso le varietà coltivate di fruttiferi sono per lo più segreganti nelle progenie di piante autofecondate se non mutanti somatici che risultano addirittura migliori rispetto al genotipo di partenza. Le biotecnologie di seconda generazione, tra cui la 'cisgenesi' e il 'genome editing', devono rientrare all'interno di una legislazione europea per colture non OGM. Certo, la sfida di una indispensabile agricoltura sostenibile non può non alimentarsi solo della moderna biotecnologia ma deve integrare anche un ripensamento radicale delle politiche agricole, dei metodi di sfruttamento del suolo, dei mutati atteggiamenti del consumatore e di adeguate pratiche agricole.
RispondiEliminaCondivido pienamente il documento
RispondiEliminaConcordo col documento, ottima e lucida analisi
RispondiElimina"Sono pienamente d'accordo.
RispondiEliminaOccorre riaffermare con ogni mezzo il primato della Scienza sull'ignoranza, pena la progressiva perdita di autorevolezza di tutte quelle persone che studiano seriamente e/o si impegnano per il progresso dell'Agricoltura."
Se non sarà la Scienza, ma solo il senso comune o la moda del momento, a improntare le scelte future per la produzione di cibo sul nostro pianeta, per quanto l'intenzione sia buona o l'illusione sia forte, i primi a soffrirne saranno gli agricoltori, ma i secondi saremo tutti noi.
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