Pubblichiamo l'ultima puntata della vicenda apertasi con la relazione inviata dall'On. Susanna Cenni all'Accademia dei Georgofili. Tale relazione è stata sottoposta ad analisi da parte di un gruppo di agronomi e di docenti universitari che hanno sviluppato una critica argomentata che non ha ricevuto risposta alcuna da parte dell'On. Cenni. E' giunta invece una lettera di solidarietà all'On. Cenni dal parte di Federbio a firma del presidente Paolo Carnemolla.
In questo post pubblichiamo sia la lettera di Federbio sia la successiva replica del gruppo di docenti universitari e agronomi.
Egregio dott. Carnemolla,
abbiamo ricevuto la lettera di solidarietà all’on. Susanna Cenni da lei inviata e che riportiamo:
Troviamo anzitutto anomalo che l’On. Susanna Cenni non abbia mai risposto alle nostre missive delegando nella sostanza a Lei la risposta: nulla ci sorprende più della nostra classe politica quando discetta di agricoltura ma troviamo francamente intollerabile che un’esponente della Commissione agricoltura “appalti” il suo pensiero ad un’associazione privata e lo esprima su carta intestata di quest’ultima.
Venendo poi alla sua missiva cogliamo anzitutto il tono minaccioso e denigratorio nei confronti dei firmatari della lettera aperta all’On. Cenni, oltre alla derisione degli argomenti in essa portati e documentati da una vasta bibliografia su cui lei si guarda bene dall’entrare nel merito, se non per tre aspetti che saranno più avanti discussi. Ci attenderemmo, infatti, che le considerazioni da noi sviluppate venissero contestate con dati e non con argomenti retorici quali:
Venendo poi alla sua missiva cogliamo anzitutto il tono minaccioso e denigratorio nei confronti dei firmatari della lettera aperta all’On. Cenni, oltre alla derisione degli argomenti in essa portati e documentati da una vasta bibliografia su cui lei si guarda bene dall’entrare nel merito, se non per tre aspetti che saranno più avanti discussi. Ci attenderemmo, infatti, che le considerazioni da noi sviluppate venissero contestate con dati e non con argomenti retorici quali:
- “La diversità di opinioni dovrebbe alimentare un dibattito basato su evidenze oggettive e argomenti solidi, stupisce invece come docenti universitari titolati si abbassino al tentativo di provocare una rissa utilizzando argomenti persino insultanti la loro stessa intelligenza.”
oppure:
- “vista la congerie di luoghi comuni e inesattezze con cui gli autori hanno argomentato le loro posizioni assai ideologiche e per nulla scientifiche sono certamente loro quelli che dovrebbero temere la pubblicità del loro manifesto a favore dei pesticidi di sintesi e degli OGM.”
o ancora:
oppure:
- “vista la congerie di luoghi comuni e inesattezze con cui gli autori hanno argomentato le loro posizioni assai ideologiche e per nulla scientifiche sono certamente loro quelli che dovrebbero temere la pubblicità del loro manifesto a favore dei pesticidi di sintesi e degli OGM.”
o ancora:
“indirizzata da alcuni docenti e agronomi milanesi, alcuni dei quali ormai pensionati” … come se l’essere pensionati fosse una colpa, che peraltro quanti di noi sono in pensione condividono ad esempio con la professoressa Claudia Sorlini.
Veniamo poi nel merito delle tre uniche contestazioni concrete riferite agli argomenti da noi portati.
La prima si riferisce ai 54 morti e diecimila ospedalizzati (molti con danni permanenti ai reni) che si ebbero fra Germania e Francia, nel 2011, per cibi (germogli di fieno greco) da agricoltura biologica, inquinati dalle tossine prodotte dal ceppo di Escherichia coli O104:H4. Al riguardo ci preme stigmatizzare la seguente Sua considerazione: “Attribuire all’agricoltura biologica le cinquantaquattro morti per una tossinfezione dovuta alla contaminazione di acqua e semi utilizzati per produrre dei germogli sarebbe come attribuire all’agricoltura convenzionale le centinaia di migliaia di morti che ogni anno provocano in circostanze analoghe le tossinfezioni alimentari nel mondo.”
A essere infettati da un ceppo virulento di Escherichia coli furono i semi provenienti da agricoltura biologica e l’inadeguatezza del metodo biologico ad affrontare episodi analoghi che dovessero verificarsi in futuro, risiede nella proibizione di pratiche, quali la disinfezione dei semi con semplici antibatterici (es: acqua clorata) o con mezzi fisici (irraggiamento). Ci domandiamo inoltre come sia possibile considerare un fatto marginale quanto accaduto nel 2011 e la cui responsabilità secondo il Foodborne illness outbreak database (2018) grava sull’azienda biologica Gartnerhoff Bienenbuttel GMBH sita nell’area di Uelzen e tutt’ora attiva (qui). Basta leggere quanto scrissero per mesi i giornali dell’epoca (La Pira, 2011) e lo stesso report epidemiologico relativo alla vicenda (Frank et al., 2011) per rendersi conto che tale evento, accaduto nel cuore dell’Europa, sia stato di una rilevanza estrema e chiami in causa direttamente il biologico e i suoi protocolli fondati sul rifiuto di molti presidi sanitari chimici e fisici evoluti, che sono oggi essenziali per garantire la sicurezza alimentare.
Circa poi le sue considerazioni sulla sostenibilità del biologico: “L’agricoltura biologica e quella biodinamica sono il modello di agricoltura sostenibile scelto dall’Unione Europea fin dal 1991 per normare e certificare la qualità dell’agricoltura europea” torniamo a domandare come possa ritenersi sostenibile un sistema agricolo che porta sul mercato prodotti a prezzi doppi a parità di qualità e che per le grandi colture vanta una produttività che se va bene è del 50% rispetto all’agricoltura convenzionale, il che in caso di adozione generalizzata del biologico al livello globale comporterebbe il raddoppio delle superfici coltivate a livello mondiale con la rovina di interi ecosistemi forestali e di prateria (Burney et al., 2010). Pertanto non possiamo che ribadire la nostra preoccupazione per la diffusione di tecnologie che a una apparente sostenibilità locale associano una palese insostenibilità a scala europea e globale.Circa poi la seguente affermazione “La stessa superficialità e strumentalità che rileviamo quando si attacca l’ufficio studi della Camera per aver condotto una valutazione oggettiva dei dati relativi alla destinazione dei fondi PAC, criticata sulla base di argomenti insussistenti che insultano la competenza degli autori del rapporto e l’intelligenza di chi legge la lettera che ti è stata inviata.” non possiamo che ribadire quanto già affermato nella lettera all’On. Cenni.
Circa infine il tono generale della sua lettera, esso riecheggia l’atteggiamento aggressivo e denigratorio già riscontrato in altre Sue missive e di cui si trova abbondante traccia nel report FEDERBIO “Cambia la terra” ove argomentazioni similari sono utilizzate nei confronti degli agricoltori che praticano l’agricoltura convenzionale anche nelle sue forme più evolute (agricoltura conservativa, integrated pest management, ecc.) e che oggi garantiscono il 99% dei prodotti agricoli a livello globale, dando un contributo sostanziale alla sicurezza alimentare del pianeta. Gli argomenti addotti nel rapporto “Cambia la terra” sono stati peraltro contestati in modo argomentato da alcuni di noi nello scritto Barozzi F., Guidorzi A., Mariani L., 2018. LE TANTE CONTRADDIZIONI E BUGIE DEL BIOLOGICO ITALIANO - Analisi critica del Rapporto “Cambia la terra 2018” () che invitiamo quanti in indirizzo a leggere con la dovuta attenzione.
Veniamo poi nel merito delle tre uniche contestazioni concrete riferite agli argomenti da noi portati.
La prima si riferisce ai 54 morti e diecimila ospedalizzati (molti con danni permanenti ai reni) che si ebbero fra Germania e Francia, nel 2011, per cibi (germogli di fieno greco) da agricoltura biologica, inquinati dalle tossine prodotte dal ceppo di Escherichia coli O104:H4. Al riguardo ci preme stigmatizzare la seguente Sua considerazione: “Attribuire all’agricoltura biologica le cinquantaquattro morti per una tossinfezione dovuta alla contaminazione di acqua e semi utilizzati per produrre dei germogli sarebbe come attribuire all’agricoltura convenzionale le centinaia di migliaia di morti che ogni anno provocano in circostanze analoghe le tossinfezioni alimentari nel mondo.”
A essere infettati da un ceppo virulento di Escherichia coli furono i semi provenienti da agricoltura biologica e l’inadeguatezza del metodo biologico ad affrontare episodi analoghi che dovessero verificarsi in futuro, risiede nella proibizione di pratiche, quali la disinfezione dei semi con semplici antibatterici (es: acqua clorata) o con mezzi fisici (irraggiamento). Ci domandiamo inoltre come sia possibile considerare un fatto marginale quanto accaduto nel 2011 e la cui responsabilità secondo il Foodborne illness outbreak database (2018) grava sull’azienda biologica Gartnerhoff Bienenbuttel GMBH sita nell’area di Uelzen e tutt’ora attiva (qui). Basta leggere quanto scrissero per mesi i giornali dell’epoca (La Pira, 2011) e lo stesso report epidemiologico relativo alla vicenda (Frank et al., 2011) per rendersi conto che tale evento, accaduto nel cuore dell’Europa, sia stato di una rilevanza estrema e chiami in causa direttamente il biologico e i suoi protocolli fondati sul rifiuto di molti presidi sanitari chimici e fisici evoluti, che sono oggi essenziali per garantire la sicurezza alimentare.
Circa poi le sue considerazioni sulla sostenibilità del biologico: “L’agricoltura biologica e quella biodinamica sono il modello di agricoltura sostenibile scelto dall’Unione Europea fin dal 1991 per normare e certificare la qualità dell’agricoltura europea” torniamo a domandare come possa ritenersi sostenibile un sistema agricolo che porta sul mercato prodotti a prezzi doppi a parità di qualità e che per le grandi colture vanta una produttività che se va bene è del 50% rispetto all’agricoltura convenzionale, il che in caso di adozione generalizzata del biologico al livello globale comporterebbe il raddoppio delle superfici coltivate a livello mondiale con la rovina di interi ecosistemi forestali e di prateria (Burney et al., 2010). Pertanto non possiamo che ribadire la nostra preoccupazione per la diffusione di tecnologie che a una apparente sostenibilità locale associano una palese insostenibilità a scala europea e globale.Circa poi la seguente affermazione “La stessa superficialità e strumentalità che rileviamo quando si attacca l’ufficio studi della Camera per aver condotto una valutazione oggettiva dei dati relativi alla destinazione dei fondi PAC, criticata sulla base di argomenti insussistenti che insultano la competenza degli autori del rapporto e l’intelligenza di chi legge la lettera che ti è stata inviata.” non possiamo che ribadire quanto già affermato nella lettera all’On. Cenni.
Circa infine il tono generale della sua lettera, esso riecheggia l’atteggiamento aggressivo e denigratorio già riscontrato in altre Sue missive e di cui si trova abbondante traccia nel report FEDERBIO “Cambia la terra” ove argomentazioni similari sono utilizzate nei confronti degli agricoltori che praticano l’agricoltura convenzionale anche nelle sue forme più evolute (agricoltura conservativa, integrated pest management, ecc.) e che oggi garantiscono il 99% dei prodotti agricoli a livello globale, dando un contributo sostanziale alla sicurezza alimentare del pianeta. Gli argomenti addotti nel rapporto “Cambia la terra” sono stati peraltro contestati in modo argomentato da alcuni di noi nello scritto Barozzi F., Guidorzi A., Mariani L., 2018. LE TANTE CONTRADDIZIONI E BUGIE DEL BIOLOGICO ITALIANO - Analisi critica del Rapporto “Cambia la terra 2018” () che invitiamo quanti in indirizzo a leggere con la dovuta attenzione.
Distinti Saluti
Prof.
Tommaso Maggiore
Prof.
Luigi Mariani
Prof.
Antonio Ferrante
Prof.
Osvaldo Failla
Prof.ssa
Anna Sandrucci
Prof.
Dario Casati
Prof.
Emerito Maurizio Cocucci
Dott. Flavio Barozzi
Dott. Flavio Barozzi
Dott.
Michele Lodigiani
Dott.
Alberto Guidorzi
Prof.
Francesco Marino
Bibliografia
Burney J.A., Davis S.J., Lobell D.B. 2010. Greenhouse gas mitigation by agricultural intensification, Proceedings of the National Academy of Sciences, 107, 12052-12057.
Frank et al., 2011. Epidemic Profile of Shiga-Toxin–Producing Escherichia coli O104:H4 Outbreak in Germany, The New England Journal of Medicine, 365, nov. 10, 1771-1780.
Foodborne illness outbreak database, 2018. Outbreak of E. coli O104:H4 Linked to Fenugreek Sprouts, Outbreakdatabase.com/details/2011-outbreak-of-e.-coli-o104h4-linked-to-fenugreek-sprouts/?organism=Non-o157+STEC
La Pira 2011. I germogli contaminati da Escherichia coli hanno provocato 50 vittime e 4.174 ricoveri: troppi errori e troppi ritardi da parte delle autorità tedesche https://ilfattoalimentare.it/storia-errori-epidemia-escherichia-coli-o104h4.html
Nessun commento:
Posta un commento