FLAVIO BAROZZI, LUIGI MARIANI e FRANCESCO MARINO
Quello del controllo degli insetti infestanti delle derrate immagazzinate è un problema serio. Infatti come ci ricorda questa presentazione (qui) gli insetti delle derrate non sono solo fonte di disgusto (o magari di proteine...) ma possono produrre danni al consumatore legati ad esempio alla contaminazione dei cibi con allergeni, agenti patogeni e sostanze tossiche o cancerogene.
In tal senso la difesa con mezzi chimici (insetticidi) o fisici (freddo, calore, ecc.) si rivela essenziale ai fini della tutela sanitaria del consumatore.
Mezzi chimici di comune impiego sono ad esempio il piretro, i pitretroidi di sintesi o il pirimifos-metile (qui) ma, nel caso ad esempio del riso, buoni risultati si sono ottenuti con la polvere di diatomee, a testimonianza del fatto che per garantire sicurezza alimentare occorre integrare con la dovuta professionalità sistemi di protezione diversi.
Nella lettera che riportiamo in copia e che è circolata nei giorni scorsi su facebook, il sindaco di un comune fiorentino scrive ai genitori degli alunni di una scuola comunale scusandosi per la presenza di larve di insetti nella pasta bio della mensa che viene giustificata con il fatto che i protocolli bio impediscono interventi contro gli insetti. Ma sono sufficienti queste scuse? Al riguardo ci preme rammentare che l’Unione Europea ha a più riprese sottolineato che non conta tanto il modo in cui si produce o si trasformano i prodotti agricoli quanto il fatto che il risultato nel processo produttivo sia costituito da cibi sicuri. Non ci pare che questa regola nel caso in questione sia stata adeguatamente considerata.
Circa la salute del consumatore ricordiamo che aldilà della retorica degli slogan (no alla chimica, si al naturale, al km zero, ecc.) che hanno favorito la diffusione a dismisura dei prodotti bio (più costosi e, come nel caso in questione, certamente non più sicuri dei prodotti convenzionali) nelle mense scolastiche, sussiste la necessità di garantire sicurezza, il che si ottiene tramite un sistema di controllo serio ed al quale conseguano azioni coerenti, all'occorrenza anche con mezzi chimici. E’ questo un tema su cui anche i cittadini più lontani dal mondo della produzione agricola sono sensibili, come mostrano le disinfestazioni contro scarafaggi e formiche che vengono regolarmente condotte nei condomini e che sono in genere accettate in quanto necessarie.
Flavio Barozzi
Dottore
agronomo libero professionista ed imprenditore agricolo, già
coordinatore della Commissione di Studio "Agricoltura sostenibile-PSR"
dell' ODAF di Milano, è accademico aggregato all' Accademia dei
Georgofili di Firenze. Nel dicembre 2016 è stato eletto Presidente della
Società Agraria di Lombardia, istituzione accademica e culturale fondata nel 1861.
Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
Francesco Marino
Dott. Agronomo e Zootecnico, Presidente dell'Associazione AgronomiperlaTerrA e di Copagri Toscana, organizzazione Sindacale che tutela gli interessi della aziende agricole aderanti all' UGC Cisl, UIMEC Uil e UCI.
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RispondiEliminaNon ci sono parole riguardo all'ignoranza in cui è caduta l'umanità. Sembra rimpiangere il medioevo dopo la caduta dell'impero romano, che sicuramente, per le conoscenze di allora era avanzato. Vedi terme, strade, ponti, città e monumenti arrivati ai nostri giorni, semmai depredati dalla Chiesa, per costruire Chiese, e, avanzati per quei tempi nel conservare i cibi con il sale. Oggi i cibi li preferiscono "proteici" con le larve. Buon appetito!
RispondiEliminaSono letteralmente esterrefatto dal contenuto della lettera del Comune di Calenzano!
RispondiEliminaInvece di bandire tale scellerata iniziativa e cancellare dalla lista dei fornitori tali soggetti, questi cercano delle scuse e minimizzano l'evento!
Pazzesco.
Se qualcuno leggesse quanto da me scritto a pag 291 del mio libro evidenziato in parte leggerebbe:"Tralasciamo poi di analizzare l’igienicità delle farine; la granella che si portava a macinare era ammassata in granai in contatto con l’esterno e quasi sempre era attaccata da lepidotteri e relative larve (camole) o da coleotteri che si cibavano del germe. Per non dire poi di ciò che vi depositavano topi e gatti. Per fortuna che non c’erano i NAS!" Ebbene in questi ritorni al passato si ripetono esattamente gli inconvenienti succitati
RispondiEliminaQualcuno vuol far credere che molendo la cariosside intera si preservano tutti componenti del chicco, mentre oggi le farine ne sono private. E'falso in quanto nei molini industriali non si butta nulla e le varie parti della cariosside sono solo divise e quindi le farine integrali sono perfettamente ricostituibili a richiesta. Il germe non si mette in quanto le farine sarebbero destinate ad irrancidire in poco tempo.
Altra cosa che si vorrebbe far credere è che il pane non profuma più come una volta, ma ciò è ancora una volta falso in quanto gli aromi del pane sono dati dalle reazioni chimiche di Maillard e queste avvengono tra zuccheri e proteine che nei grani moderni sono aumentate. Pertanto il profumo del pane è migliorato e non peggiorato. Vi è solo una differenza sostanziale nel senso che il forno era in casa o attaccato al luogo di vendita (panificio) e quindi si era vicini alla fonte degli odori. Oggi invece si compra il pane in un luogo mentre e cotto in un altro posto spesso lontano.