12ª menzogna: il nostro modello agricolo è stato costruito sulla necessità di riconvertire dei prodotti chimici tossici sintetizzati per uso bellico.
di ALBERTO GUIDORZI e LUIGI MARIANI
L’acido cianidrico è stato usato dal 1886 al 1955 per difendere le nostre colture da insetti molto dannosi come le cocciniglie (Cravedi et al., 2012). Anche i nazisti utilizzarono un fumigante che liberava acido cianidrico (il famigerato Zyklon B) per sterminare innocenti nelle camere a gas dei campi di concentramento. Tuttavia dovrebbe a tutti apparire con immediatezza del tutto arbitrario stabilire paragoni o relazioni di causa-effetto fra uso della chimica in agricoltura e nazismo. Tale accostamento è stato di recente rispolverato quando si è diffusa la notizia che la Bayer tedesca si era offerta di comprare la Monsanto.
Molti esempi tratti dalla storia ci dicono che “il male non sta tanto nella conoscenza o nella scoperta ma nelle sue applicazioni” (Huxtable, 2002), per cui ad esempio un chimico o un’industria che in un contesto particolare hanno sintetizzato o prodotto sostanze chimiche di sterminio di massa sono state altrettanto capaci di produrre prodotti utili all’umanità e impiegati in un contesto di pace. Nello specifico, la Monsanto fu fra le nove ditte che su incarico del governo USA produssero per l’impiego in Vietnam l’Agente Orange, defoliante molto dannoso anche per gli umani poiché conteneva significative quantità di diossina come impurità. L’Agente Orange, il cui impiego in Vietnam fu per la prima volta autorizzato nel dicembre 1961 dal , fu poi ampiamente utilizzato dal 1962 al 1971 nel corso delle presidenze Kennedy, Johnson, Nixon e Ford (Institute of Medicine (US), Committee to Review the Health Effects in Vietnam Veterans of Exposure to Herbicides, 1994; Monsanto, 2017). Tuttavia la Monsanto non ha prodotto solo l’Agente Orange ma innumerevoli diserbanti e antiparassitari utilissimi per la difesa delle nostre colture dai loro nemici. Per inciso la Monsanto stessa ha poi letteralmente abbandonato la chimica per gettarsi sulle biotecnologie e questo è uno dei motivi per cui ha accettato l’offerta Bayer; Monsanto apporta gran parte delle sementi e Bayer gran parte della chimica, solo che la strategia ha bisogno del connubio per avere l’accesso ai finanziamenti necessari.
Nucleare a parte, uno dei simboli più forti della contraddizione fra usi di pace e usi di guerra delle scoperte scientifiche e delle tecnologie da esse derivanti è senza dubbio costituito dalla figura di Fritz Haber, geniale scienziato di religione ebraica nato a Breslavia nell’attuale Polonia nel 1868 e poi convertitosi al cristianesimo. Haber fu un fervente nazionalista tedesco e durante la prima guerra mondiale, per supportare lo sforzo bellico, sviluppò di gas asfissianti (fosgene, iprite, acido cianidrico) di cui mise a punto anche le tecniche d’impiego sui campi di battaglia, nonostante tali prodotti fossero già a quei tempi proibiti dalle convenzioni dell’Aia (1899 e 1907). Peraltro ad Haber nel primo dopoguerra si deve anche lo sviluppo del Zyklon-B, insetticida fumigante prodotto per scopi di pace ma che fu poi usato dai nazisti nei campi di sterminio per asfissiare le loro vittime. Ma ad Haber si deve altresì l’invenzione della tecnologia di sintesi dell’ammoniaca a partire dall’azoto atmosferico, che è oggi essenziale per la sicurezza alimentare dell’intera umanità, perché da tale tecnica deriva quasi il 50% dell’azoto delle proteine presenti negli alimenti. Per tale scoperta Haber vinse il Nobel per la chimica nel 1918 mentre Carl Bosch, che industrializzò il processo, vinse il Nobel nel 1931. Nel 1933, con l’avvento al potere dei nazisti, Haber, nonostante un intervento a suo favore da parte di Max Planck, fu cacciato dalla Germania su decisione di Hitler in quanto ebreo e morì in Svizzera nel 1934.
Sulla figura di Haber lasciamo parlare Ryan Huxtable, che nel suo interessantissimo scritto del 2002 “Reflections: Fritz Haber and the ambiguity of science” afferma fra l’altro che: “La figura di Haber si erge in parte nell'ombra e in parte nella luce. Difficili da difendere il suo militarismo o il suo contributo allo sviluppo e all’impiego dei gas asfissianti. Più ambigua è invece l'eredità del processo Haber-Bosch: Smil (1999) scrive che è stata il più importante invenzione del XX secolo e tuttavia tale invenzione ha aiutato la Germania a combattere la guerra offrendo da allora a tutti i belligeranti una riserva illimitata di nitrati per gli esplosivi. Il processo, tuttavia, ora alimenta il mondo. La popolazione mondiale attuale sarebbe insostenibile senza il cibo derivante dalla pronta disponibilità di fertilizzanti azotati. Ma anche qui vi sono delle ambiguità in quanto, a parte i problemi sociali e ambientali legati all’eccesso di popolazione, il deflusso dei nitrati nei corpi idrici produce inquinamento ed eutrofizzazione. Il male non sta dunque nella conoscenza o nella scoperta, ma nelle sue applicazioni.”
Il male o il bene non stanno dunque nelle scoperte ma nelle loro applicazioni. E che male c’è nel fatto che dopo la seconda guerra mondiale l’Europa, allora letteralmente alla fame (dalla quale fu salvata dagli approvvigionamenti dello statunitense piano Marshall), abbia puntato su un modello agricolo tecnologicamente evoluto e pertanto più produttivo? Guarda caso la CEE quando è nata si è dotata di un unico mercato comune veramente funzionante e cioè quello agricolo, a cui le opinioni pubbliche del tempo assegnarono il compito di rendere il territorio comunitario autosufficiente alimentarmente, destinando a tale operazione ben il 40% del bilancio comunitario. Certo che sentire oggi dire che gli agricoltori che fanno uso delle tecnologie più evolute nei settori della genetica e delle tecniche colturali sono emuli dei nazisti ci pare una forzatura del tutto insostenibile.
Nucleare a parte, uno dei simboli più forti della contraddizione fra usi di pace e usi di guerra delle scoperte scientifiche e delle tecnologie da esse derivanti è senza dubbio costituito dalla figura di Fritz Haber, geniale scienziato di religione ebraica nato a Breslavia nell’attuale Polonia nel 1868 e poi convertitosi al cristianesimo. Haber fu un fervente nazionalista tedesco e durante la prima guerra mondiale, per supportare lo sforzo bellico, sviluppò di gas asfissianti (fosgene, iprite, acido cianidrico) di cui mise a punto anche le tecniche d’impiego sui campi di battaglia, nonostante tali prodotti fossero già a quei tempi proibiti dalle convenzioni dell’Aia (1899 e 1907). Peraltro ad Haber nel primo dopoguerra si deve anche lo sviluppo del Zyklon-B, insetticida fumigante prodotto per scopi di pace ma che fu poi usato dai nazisti nei campi di sterminio per asfissiare le loro vittime. Ma ad Haber si deve altresì l’invenzione della tecnologia di sintesi dell’ammoniaca a partire dall’azoto atmosferico, che è oggi essenziale per la sicurezza alimentare dell’intera umanità, perché da tale tecnica deriva quasi il 50% dell’azoto delle proteine presenti negli alimenti. Per tale scoperta Haber vinse il Nobel per la chimica nel 1918 mentre Carl Bosch, che industrializzò il processo, vinse il Nobel nel 1931. Nel 1933, con l’avvento al potere dei nazisti, Haber, nonostante un intervento a suo favore da parte di Max Planck, fu cacciato dalla Germania su decisione di Hitler in quanto ebreo e morì in Svizzera nel 1934.
Sulla figura di Haber lasciamo parlare Ryan Huxtable, che nel suo interessantissimo scritto del 2002 “Reflections: Fritz Haber and the ambiguity of science” afferma fra l’altro che: “La figura di Haber si erge in parte nell'ombra e in parte nella luce. Difficili da difendere il suo militarismo o il suo contributo allo sviluppo e all’impiego dei gas asfissianti. Più ambigua è invece l'eredità del processo Haber-Bosch: Smil (1999) scrive che è stata il più importante invenzione del XX secolo e tuttavia tale invenzione ha aiutato la Germania a combattere la guerra offrendo da allora a tutti i belligeranti una riserva illimitata di nitrati per gli esplosivi. Il processo, tuttavia, ora alimenta il mondo. La popolazione mondiale attuale sarebbe insostenibile senza il cibo derivante dalla pronta disponibilità di fertilizzanti azotati. Ma anche qui vi sono delle ambiguità in quanto, a parte i problemi sociali e ambientali legati all’eccesso di popolazione, il deflusso dei nitrati nei corpi idrici produce inquinamento ed eutrofizzazione. Il male non sta dunque nella conoscenza o nella scoperta, ma nelle sue applicazioni.”
Il male o il bene non stanno dunque nelle scoperte ma nelle loro applicazioni. E che male c’è nel fatto che dopo la seconda guerra mondiale l’Europa, allora letteralmente alla fame (dalla quale fu salvata dagli approvvigionamenti dello statunitense piano Marshall), abbia puntato su un modello agricolo tecnologicamente evoluto e pertanto più produttivo? Guarda caso la CEE quando è nata si è dotata di un unico mercato comune veramente funzionante e cioè quello agricolo, a cui le opinioni pubbliche del tempo assegnarono il compito di rendere il territorio comunitario autosufficiente alimentarmente, destinando a tale operazione ben il 40% del bilancio comunitario. Certo che sentire oggi dire che gli agricoltori che fanno uso delle tecnologie più evolute nei settori della genetica e delle tecniche colturali sono emuli dei nazisti ci pare una forzatura del tutto insostenibile.
Bibliografia
Capella A., Cravedi P., Laccone G., Pollini A., Sgarzi B., 2012. Storia dei mezzi di lotta ed evoluzione della difesa dai principali fitofagi in italia, ATTI Giornate Fitopatologiche , 2012, 1, 41-84 (http://www.giornatefitopatologiche.it/it/elenco/24/2012/storia-dei-mezzi-di-lotta-ed-evoluzione-della-difesa-dai-principali-fitofagi-in-italia/4262)
Huxtable 2002. Reflections - Fritz Haber and the ambiguity of ethics, Proceedings of the Western Pharmacology Society
Institute of Medicine (US), Committee to Review the Health Effects in Vietnam Veterans of Exposure to Herbicides, 1994. Veterans and Agent Orange: Health Effects of Herbicides Used in Vietnam, Washington (DC), National Academies Press (US), https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK236347/
Monsanto, 2017. Agent Orange: Background on Monsanto's Involvement, https://monsanto.com/company/media/statements/agent-orange-background/
Smil V., 1999. Detonator of the population explosion, Nature volume 400, page 415 (29 July 1999) doi:10.1038/22672
Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureato in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza. Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.
Luigi MarianiDocente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
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