di ANTONIO SALTINI
Si arrampica sul palco un attimo prima della comparsa di Abbado, scioglie i pantaloni, caca sul podio tra le urla del loggione, viene circondato dagli agenti di servizio, proclama di non stupirsi che il Maestro abbia dichiarato l'impossibilità di tenere il concerto.
La farsa non è che la versione metaforica dell'articolo commissionato da Repubblica domenica 24 giugno , ad una delle proprie penne più prestigiose per proclamare che alcuni dei grandi alfieri della lotta agli o.g.m. avrebbero compreso di combattere una guerra insensata e si sarebbero convertiti in paladini delle sementi nate in laboratorio. Senza nascondere l'orgoglio (demenziale) di avere sostenuto una guerra che ha conquistato tutti gli idioti del Pianeta.
Nella propria vanitosa sicumera, l'alfiere del più prestigioso giornale italiota non menziona nessuno dei danni provocati al Paese: milioni di tonnellate di mais inquinate da fumonisine cancerogene usato nelle stalle dopo l'aggiunta di qualche badilata di mais o.g.m made in Usa (per abbassare il tasso di composti letali ai limiti consentiti dalla legge), la cancellazione della ricerca biotecnologica in Italia, la fuga di intelligenze che avrebbero potuto creare, nel Paese, un sistema industriale capace di competere con le companies biochimiche più fruttuose del Globo, il rischio di una spietata campagna della concorrenza internazionale che attestasse la quantità di fumonisine cancerogene in prosciutti, formaggi e culatelli italici.
L'alfiere dell'intellighentzia tardostalinista che si esprime nel prestigioso quotidiano milanese (ricordiamo l'immortale "Contrordine compagni: il compagno Ivan Ivanovich, fucilato il 17 aprile 1941 per delitti mai commessi confessati durante la tortura è stato riabilitato. Da oggi deve essere onorato come commilitone di Lenin ed eroe della Rivoluzione") non è stato solo nell'impresa: tra i camerati nel nobile cimento meritano una menzione d'onore, avanti a tutti, i portaborse del professor Prodi, l'intera schiera degli assessori regionali, il manipolo dei ministri dell'agricoltura degli ultimi venti anni (tra i quali sarebbe impossibile scegliere il più opportunista o il più ottuso) e, last but not least, l'arcisatrapo della Coldiretti e il manipolo che lo attornia.
E terminando la rassegna a Palazzo Rospigliosi chi scrive può ricordare la poliennale familiarità con Paolo Micolini, che appena defenestrato dall'onorevole carica di presidente confederale (in quanto successore di Arcangelo Lobianco), con infinita tristezza gli confidò, negli uffici del signor Cragnotti, di cui era assurto a staffiere, che la Coldiretti non avrebbe mai conosciuto problemi economici, siccome disponeva, in banche sicure (cioè caraibiche) di ottantaquattro miliardi sottratti, con "artifici contabili", alla Federconsorzi.
Quanti di quei miliardi sono serviti a compensare ciarlatani e imbonitori impegnati, sulla stampa e in televisione, nella guerra agli o.g.m.?
La farsa non è che la versione metaforica dell'articolo commissionato da Repubblica domenica 24 giugno , ad una delle proprie penne più prestigiose per proclamare che alcuni dei grandi alfieri della lotta agli o.g.m. avrebbero compreso di combattere una guerra insensata e si sarebbero convertiti in paladini delle sementi nate in laboratorio. Senza nascondere l'orgoglio (demenziale) di avere sostenuto una guerra che ha conquistato tutti gli idioti del Pianeta.
Nella propria vanitosa sicumera, l'alfiere del più prestigioso giornale italiota non menziona nessuno dei danni provocati al Paese: milioni di tonnellate di mais inquinate da fumonisine cancerogene usato nelle stalle dopo l'aggiunta di qualche badilata di mais o.g.m made in Usa (per abbassare il tasso di composti letali ai limiti consentiti dalla legge), la cancellazione della ricerca biotecnologica in Italia, la fuga di intelligenze che avrebbero potuto creare, nel Paese, un sistema industriale capace di competere con le companies biochimiche più fruttuose del Globo, il rischio di una spietata campagna della concorrenza internazionale che attestasse la quantità di fumonisine cancerogene in prosciutti, formaggi e culatelli italici.
L'alfiere dell'intellighentzia tardostalinista che si esprime nel prestigioso quotidiano milanese (ricordiamo l'immortale "Contrordine compagni: il compagno Ivan Ivanovich, fucilato il 17 aprile 1941 per delitti mai commessi confessati durante la tortura è stato riabilitato. Da oggi deve essere onorato come commilitone di Lenin ed eroe della Rivoluzione") non è stato solo nell'impresa: tra i camerati nel nobile cimento meritano una menzione d'onore, avanti a tutti, i portaborse del professor Prodi, l'intera schiera degli assessori regionali, il manipolo dei ministri dell'agricoltura degli ultimi venti anni (tra i quali sarebbe impossibile scegliere il più opportunista o il più ottuso) e, last but not least, l'arcisatrapo della Coldiretti e il manipolo che lo attornia.
E terminando la rassegna a Palazzo Rospigliosi chi scrive può ricordare la poliennale familiarità con Paolo Micolini, che appena defenestrato dall'onorevole carica di presidente confederale (in quanto successore di Arcangelo Lobianco), con infinita tristezza gli confidò, negli uffici del signor Cragnotti, di cui era assurto a staffiere, che la Coldiretti non avrebbe mai conosciuto problemi economici, siccome disponeva, in banche sicure (cioè caraibiche) di ottantaquattro miliardi sottratti, con "artifici contabili", alla Federconsorzi.
Quanti di quei miliardi sono serviti a compensare ciarlatani e imbonitori impegnati, sulla stampa e in televisione, nella guerra agli o.g.m.?
Antonio Saltini
Già Docente di
Storia dell'agricoltura all'Università di Milano, giornalista, storico
delle scienze agrarie. Ha diretto la rivista mensile di agricoltura
Genio Rurale ed è stato vicedirettore del settimanale, sempre di
argomento agricolo, Terra e Vita. E' autore della Storia delle Scienze
Agrarie opera in 7 volumi. www.itempidellaterra.com (qui)
Antonio se ti riferisci all'articolo di cui si parla anche su Salmone Sagri, vorrei far notare che il giornalista ed il Direttore si sono dimostrate delle vere e proprie "puttane" - mi scuso di aver offeso le puttane avendole paragonate al Direttore di Repubblica ed al suo gionalista - Infatti essi hanno permesso che si corredasse l'articolo con una foto di un fantomatici operatori abbigliati con uno scafandri e muniti di guanti e mascherine in mezzo ad un campo di mais come se questo emettesse sostanze chimiche pericolose per contatto e inalazione. Ora, dato che il lettore difficilmente legge ma guarda solo, è logico che il contenuto dell'articolo che racconta come Marc Lynas ammetta di essersi sbagliato nel giudicare gli OGM e, con l'obiettività di chi si autocritica, mostra tutta l'insipienza Europea e Italiana, si confermi nella sua credenza che gli OGM sono paragonabili allo spandimento di gas nervini.
RispondiEliminaCaro Alberto,
RispondiEliminacondivido pienamente il tuo sdegno per le illustrazioni di Repubblica, ma mi sorprende la tua meraviglia. La strategia di Repubblica non è cosa nuova.
Ho avuto la singolare sorte di visitare, periodicamente, negli ultimi anni di vita, il senatore Medici, uno degli autentici grandi politici la cui presenza in Parlamento e nei successivi governi si è dissolta, tragicamente, nella lunga era Berlusconi (la moneta falsa elimina quella buona?). Trascorrevo con lui, alcune volte all’anno, ore deliziose nella villa fiorentina. Ricordo di avergli manifestato, una volta, lo sconcerto per la torma di donne e donnette che, proclamandosi “progressiste", avevano fatto el foglio di Scalfari un articolo di fede di autorevolezza superiore a qualunque Bibbia, Corano, Libri Vedanici.
Col suo sorriso indecifrabile il Senatore mi redarguì: “Ma lei dovrebbe sapere, caro Saltini, che quello è l’autentico, grande industriale del plagio collettivo!”