di Agrarian Sciences
Sant'Angelo Lodigiano, 21 ottobre 2017
Il programma è disponibile qui
Immagine tratta da Agrarian Sciences in the West,
Nuova Terra Antica, Fi 2015.
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Le carestie sono fenomeni che interessano l’umanità fin dalle sue origini, dando luogo ad un archetipo tuttora in grado di coinvolgerci, spingendoci alla riflessione e spesso all’indignazione. È tuttavia innegabile che l’atteggiamento culturale prevalente di fronte al fenomeno sia quello riduzionistico che attribuisce l’origine di penurie e carestie a un’unica o a pochissime cause.
Emblematico è in proposito il caso, presentato dal Manzoni nei Promessi Sposi (cap. XII e XIII), degli accaparratori di grano che la voce popolare addita come responsabili della carestia del 1628, spingendo il governo a scelte irrazionali che aggravano ulteriormente la calamità.
Proprio per sensibilizzare il vasto pubblico circa la necessità di pervenire ad un approccio sistemico e rispettoso dei diversi fattori causali in gioco (politici, fondiari, economici, ambientali, sociali, agricolo-zootecnici, fitopatologici, climatici, ecc.) si è deciso di promuovere questo convegno il cui obiettivo è quello di proporre una riflessione non ideologica e che valorizzi le diverse professionalità afferenti al settore storico e agricolo-alimentare, con lo scopo di individuare strategie utili a promuovere un sistema che garantisca sicurezza alimentare a un’umanità che si avvia a raggiungere i 9 miliardi di individui, ponendoci di fronte a sfide del tutto inedite.
Di fronte a tale prospettiva il problema concreto è quello di garantire per il futuro un sistema agricolo-alimentare in grado di produrre cibo e beni di consumo a prezzi contenuti e conformi a standard di qualità prestabiliti, un sistema delle scorte allestito su basi razionali e un sistema commerciale in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori finali.
I dati salienti sulla sicurezza alimentare globale indicano che nel 2017 la popolazione mondiale ha raggiunto i 7,5 miliardi di abitanti di cui oltre il 50% sono inurbati, spesso in megalopoli con gravi problemi di salubrità e di approvvigionamento di alimenti e acqua. Al contempo osserviamo che, a fronte di una popolazione mondiale quintuplicata rispetto agli 1,5 miliardi del 1900, le persone al di sotto della soglia si sicurezza alimentare sono diminuite in termini assoluti (da 1,2 miliardi del 1950 a 800 milioni del 2015) e ancor più in termini relativi (dal 50% della popolazione mondiale del 1950 al 10,5% del 2015). Al contempo la speranza di vita a livello globale è salita dai 47 anni del 1950 ai 70 anni odierni, con il contemporaneo crollo della mortalità infantile espressa come numero di morti per ogni 1000 nati vivi, scesa dai 140 nel 1950 ai 40 odierni. All’origine di questi dati, di fonte FAO e Nazioni Unite, sono non solo le migliori cure mediche e la maggiore salubrità degli ambienti in cui la popolazione vive (aspetti che in questo convegno non saranno affrontati in modo diretto) ma anche gli imponenti incrementi di resa per ettaro delle colture agrarie e di produttività degli animali domestici in termini di carne, latte, uova, ecc. Ad esempio le 4 colture responsabili del 64% delle esigenze nutrizionali umane (frumento, riso, mais e soia) presentano oggi rese sestuplicate rispetto a quelle del 1900. Si tratta un fenomeno che può apparire come un vero e proprio miracolo e che è in realtà stato frutto di imponenti innovazioni tecnologiche nei settori della genetica, delle tecniche colturali e di allevamento del bestiame.
Emblematico è in proposito il caso, presentato dal Manzoni nei Promessi Sposi (cap. XII e XIII), degli accaparratori di grano che la voce popolare addita come responsabili della carestia del 1628, spingendo il governo a scelte irrazionali che aggravano ulteriormente la calamità.
Proprio per sensibilizzare il vasto pubblico circa la necessità di pervenire ad un approccio sistemico e rispettoso dei diversi fattori causali in gioco (politici, fondiari, economici, ambientali, sociali, agricolo-zootecnici, fitopatologici, climatici, ecc.) si è deciso di promuovere questo convegno il cui obiettivo è quello di proporre una riflessione non ideologica e che valorizzi le diverse professionalità afferenti al settore storico e agricolo-alimentare, con lo scopo di individuare strategie utili a promuovere un sistema che garantisca sicurezza alimentare a un’umanità che si avvia a raggiungere i 9 miliardi di individui, ponendoci di fronte a sfide del tutto inedite.
Di fronte a tale prospettiva il problema concreto è quello di garantire per il futuro un sistema agricolo-alimentare in grado di produrre cibo e beni di consumo a prezzi contenuti e conformi a standard di qualità prestabiliti, un sistema delle scorte allestito su basi razionali e un sistema commerciale in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori finali.
I dati salienti sulla sicurezza alimentare globale indicano che nel 2017 la popolazione mondiale ha raggiunto i 7,5 miliardi di abitanti di cui oltre il 50% sono inurbati, spesso in megalopoli con gravi problemi di salubrità e di approvvigionamento di alimenti e acqua. Al contempo osserviamo che, a fronte di una popolazione mondiale quintuplicata rispetto agli 1,5 miliardi del 1900, le persone al di sotto della soglia si sicurezza alimentare sono diminuite in termini assoluti (da 1,2 miliardi del 1950 a 800 milioni del 2015) e ancor più in termini relativi (dal 50% della popolazione mondiale del 1950 al 10,5% del 2015). Al contempo la speranza di vita a livello globale è salita dai 47 anni del 1950 ai 70 anni odierni, con il contemporaneo crollo della mortalità infantile espressa come numero di morti per ogni 1000 nati vivi, scesa dai 140 nel 1950 ai 40 odierni. All’origine di questi dati, di fonte FAO e Nazioni Unite, sono non solo le migliori cure mediche e la maggiore salubrità degli ambienti in cui la popolazione vive (aspetti che in questo convegno non saranno affrontati in modo diretto) ma anche gli imponenti incrementi di resa per ettaro delle colture agrarie e di produttività degli animali domestici in termini di carne, latte, uova, ecc. Ad esempio le 4 colture responsabili del 64% delle esigenze nutrizionali umane (frumento, riso, mais e soia) presentano oggi rese sestuplicate rispetto a quelle del 1900. Si tratta un fenomeno che può apparire come un vero e proprio miracolo e che è in realtà stato frutto di imponenti innovazioni tecnologiche nei settori della genetica, delle tecniche colturali e di allevamento del bestiame.
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