L' articolo è uscito in origine su Climatemonitor
I MEDIA E IL RUOLO ANOMALO DI COLDIRETTI
A proposito di caldo e siccità, quanto si sta verificando in questi giorni su alcuni grandi media nazionali (Rai e Mediaset, solo per citare quelli che seguo con più continuità) è davvero qualcosa di anomalo. Per comprendere le ragioni dell’anomalia consiglio i lettori di vedere il servizio Siccità, la situazione in provincia di Piacenza, dove molti affluenti del Po sono a secco.
Tale prodotto informativo è a mio avviso emblematico per i seguenti motivi: Anzitutto perché giornalisti senza cognizione di causa si aggirano su greti di fiumi a carattere torrentizio come la Trebbia (il cui nome, lo ricordo, è femminile) e sproloquiano di anomalie. La Trebbia in estate appare a chi la osserva come un grande nastro ghiaioso con una relativamente piccola zona interessata da acqua (figura 1) mentre gran parte del flusso idrico interessa il materasso di ghiaia. Peraltro più ci si avvicina al Po e più l’acqua nel fiume diminuisce, in quanto vi sono le derivazioni per gli usi irrigui. E’ a tale zona che si riferiscono le riprese presenti nel servizio in questione.
I danni dovuti alla siccità sono quantificati dal direttore della Coldiretti di Piacenza, la stessa Coldiretti che s’incarica di portare i giornalisti Rai in giro per la provincia a “toccar con mano” i danni. Se l’Italia fosse un paese serio questo non potrebbe mai e poi mai accadere, e ciò perché nei paesi seri i danni li stimano periti indipendenti, non gli agricoltori. Ciò in quanto la Coldiretti sarà anche, come ama autodefinirsi, “forza amica del paese” o “Italia che fa l’Italia” ma non è e non sarà mai parte terza. Siamo cioè di fronte a un macroscopico conflitto d’interessi, paragonabile a quello che si avrebbe se per un danno subito da un’auto in un incidente stradale la perizia fosse svolta dall’assicurato stesso.
Nel servizio si parla di sistemi di condizionamento usati negli allevamenti zootecnici, facendoli apparire come una novità del torrido 2017, quando invece nelle nostre stalle sono in uso ormai da decenni in quanto limitano in modo molto efficace lo stress estivo da caldo che riduce le produzioni zootecniche (animali sotto stress producono meno latte e meno carne).
Nel servizio vengono mostrate due emblematiche foto della diga del Molato. Quel che mi sfugge però è se esistano per tale invaso misure regolari del livello idrometrico, in modo da poter stabilire i reali livelli di anomalia della situazione odierna e quanto tempo dureranno le riserve con i livelli di prelievo attuali.
Figura 1 – Corso della Trebbia in un tratto di pianura come appare in
google Earth in una sequenza che copre un periodo che va dal 2003 al
2016. |
Come vedete la ghiaia la fa da padrona in qualunque stagione, salvo che durante gli episodi di piena, peraltro non presenti in questa sequenza. La morale che ne traggo è che, siccità a non siccità, servizi impostati in questo modo sono demagogia allo stato puro e non informazione corretta al servizio del cittadino.
ALCUNE IMPRESSIONI PERSONALI SULLA SICCITÀ IN ATTO
Nell’ultimo fine settimana ho attraversato la pianura piacentina in due occasioni. In particolare sabato 24 ho seguito la direttrice dell’A1 (tratto Milano – Piacenza Sud) e dell’A21 (da Piacenza a Castelvetro).Il guaio è che per quanto mi sia sforzato non ho avuto modo di vedere sintomi conclamati di siccità. Ho visto mais di prima epoca e mais dolce in piena fioritura e in ottimo stato vegetativo (il che vuol dire che per ora l’acqua irrigua c’è) e lo stesso dicasi per il pomodoro da industria. Ho anche visto frumenti ormai maturi che mi sono parsi in complesso “belli”.
Analoghe impressioni ho ricavato domenica 25 quando, dovendomi recare a Firenze, ho attraversato le provincie di Parma e Piacenza in treno al mattino e nel tardo pomeriggio. Ovviamente le mie sono valutazioni del tutto episodiche e non hanno in alcun modo valore statistico (ad esempio non ho visitato l’area irrigua servita dalla diga di Mignano che secondo il servizio RAI sarebbe totalmente vuota).
CASA DICONO I MONITORAGGI IN ATTO
La FAO ha predisposto un indice di siccità (indice ASI) basato sui dati del satellite europeo METOP e destinato all’allerta real time per eventi estremi. Tale indice è disponibile sia a livello globale sia per le singole nazioni. Dall’immagine relativa all’Italia ho ingrandito la parte relativa a Emilia Romagna e regioni limitrofe (figura 2). Da essa si desume che in base all’indice ASI non possiamo in alcun modo parlare di siccità per le provincie di Parma e Piacenza mentre un problema più concreto sembra sussistere per la Toscana interna (area in giallo).
Figura 2 – Indice di siccità ASI prodotto dalla FAO (dati aggiornati alla seconda decade di giugno 2017). |
Circa l’anomalia pluviometrica presento poi l’interessante carta elaborata dal servizio idrometeorologico di Arpa Emilia Romagna (figura 3), ove vengono riportate le anomalie precipitative percentuali dal 1 ottobre al 31 maggio e che sono dunque riferite all’anno idrologico. I livelli di anomalia pluviometrica sono del tutto compatibili con quelli da me ricavati per la stazione aeroportuale di San Damiano (codice WMO 16084), posta a est della Città di Piacenza e che mostro in tabella 1. Da tale tabella si nota che l’anomalia ha le sue radici nell’inverno scorso e cioè nei due mesi di dicembre e gennaio, poverissimi di pioggia e neve. In tabella 2 ho invece riportato i 10 anni più asciutti per il periodo 1973-2017 sempre per la stazione aeroportuale di San Damiano. Si noti che il 2017 è al terzo posto dopo 1974 e 1999 ed è seguito a brevissima distanza da 2006, 2010, 1975, 2009 e 2005. In sostanza per la stazione in esame la siccità 2017 è un fenomeno anomalo ma con tempi di ritorno relativamente brevi.
Figura 2 – Indice di siccità ASI prodotto dalla FAO (dati aggiornati alla seconda decade di giugno 2017) .(fonte: Arpa Emilia Romagna) |
Tabella 1 – Stazione aeroportuale di San Damiano (16084). Dati pluviometrici per l’anno idrologico 2016-2017 e confronto con la norma (fonte dai dati: NOAA GSOD). |
Tabella 2 – I 10 anni più asciutti nel periodo 1973-2017 per la stazione aeroportuale di San Damiano (16084) (fonte dai dati: NOAA GSOD) |
ELEMENTI CONCRETI DI PREOCCUPAZIONE
Se il frumento è maturo e dunque ormai i giochi sono fatti (e a mio avviso quella che si va a chiudere si prospetta come un’annata discreta, anche se al riguardo attendo riscontri quantitativi), per le colture estive i giochi sono ancora tutti da fare e se venisse meno l’acqua irrigua sarebbero guai, in particolare per le colture più ricche della pianura di Parma e Piacenza (pomodoro e mais). Su questo si fonda la mia preoccupazione di agronomo per l’areale in esame, e su questo mi aspetterei che si concentrasse la riflessione dei giornalisti, altro che far scampagnate sui greti dei fiumi.
Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
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