di LUIGI MARIANI
RIASSUNTO
Ogni anno a Pasqua si
svolge la campagna dei "falsi amici degli animali" per
evitare che il consumo di carne di agnello, un consumo che non
dovrebbe a mio avviso essere demonizzato, perché è una tradizione
che ha radici nei tempi biblici. Inoltre, se non mangiamo gli
agnelli, il danno agli agricoltori sarà seguito da un danno
irreparabile al razze ovine, che si estingueranno. Sulla base di
questi elementi riteniamo che la scelta di animalisti sia molto
lontano dall’essere una scelta etica.
La tradizione del
capretto o dell’agnello a Pasqua ci viene direttamente dalla Bibbia
e non mi pare giusto che essa venga demonizzata. Dico questo anche
perché se allevi pecore di lana ne vendi poca, per cui il reddito ti
viene dal latte e da 1-2 agnelli che nascono ogni primavera e che,
fatta salva la quota di rimonta, puoi vendere per Pasqua. Se
sparisce il reddito legato all’agnello sarà difficile che qualcuno
allevi più pecore e le razze ovine si estingueranno e analogamente
accadrà per le razze caprine. Peraltro tutto ciò non è per nulla
di originale poiché replica quanto si è verificato in un recente
passato per le razze di cavalli da tiro e di asini a seguito del
venir meno del loro uso in agricoltura e nei trasporti e quanto si
sta via via verificando per le razze di cani specializzate per la
caccia, altra attività squisitamente umana e che purtroppo è in via
di forte contrazione nonostante abbia un’importanza enorme per
regolare le popolazioni di selvatici invasivi quali gli ungulati e i
cinghiali.
Alla luce di tali
evidenze fa impressione vedere all’opera i “falsi amici degli
animali” che salvano il capretto o l’agnello dal desco pasquale.
Non bastava l’Onorevole Brambilla, che sulle reti Mediaset ha
spazio a non finire; ora ci si mette Silvio Berlusconi in persona,
di cui apprendo con rammarico la “svolta animalista”
(qui).
Per la verità Berlusconi è in buona compagnia; basta leggere qui,
su Io donna, supplemento del Corriere della Sera: “Pasqua: stop al
consumo di carne di agnello e capretto, Red Canzian e la figlia
Chiara, e Tullio Solenghi: sono i testimonial di due campagne di
sensibilizzazione. Ecco i menù alternativi. La scelta etica di oltre
1,7 milioni di italiani.”
(qui).
Insomma, se lasceremo
fare agli animalisti, in poco tempo porteremo all’estinzione gran
parte degli animali domestici, il che mi pare una scelta tutt’altro
che etica, checché ne dicano Io donna e i suoi testimonial. Estinti
i domestici dovremo vedercela con i selvatici, sperando (ma
permettetemi di dubitarne) che siano benigni nei nostri confronti
come lo sono state per millenni le razze animali che i nostri
progenitori hanno selezionato con grande amore, competenza e passione
fin dalla notte dei tempi. In sostanza dunque un conto è rispettare
gli animali ed evitare loro inutili sofferenze, un altro è erigere
un sistema fondato sul rifiuto della branca animale della rivoluzione
neolitica, un rifiuto da cui non potranno che venire innumerevoli
guai non solo per noi ma per gli stessi animali domestici.
Luigi Mariani
Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano.
E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso
Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
Luigi aggiungerei che partorire agnelli o vitelli significa scatenare la lattazione ( io in quanto uomo non ho fatto questa esperienza, ma possibile che tutte le donne animaliste non le sappiano queste cose?)e produrre formaggi o latte alimentare. Quindi questa gente è fuori dal mondo per due motivi: 1° perchè dovrebbero dire che vogliono abolire ogni attività zootecnica punto e basta. Se ad un allevatore togli gli introiti del mungere cosa gli rimane? 2° ammesso e non concesso che questi vogliono mantenere ad esempio la pastorizia, allora mi devono dire come potranno nutrire tutti gli agnelli che il pastore deve far nascere se vuole mungere; ad ascoltare loro li si dovrebbe far diventare adulti fino alla morte naturale.
RispondiElimina“Il cavaliere” allevava caprette e agnellini biodinamiche nella sua villa di Macherio, che foto triste e che personaggi opportunisti.
RispondiEliminaposto che di questo passo il diritto a morire di vecchiaia sarà presto riconosciuto anche all'insalata, suggerirei di non mangiare agnello ma di mangiarsi direttamente un vegano, che senz'altro è più cattivo (probabilmente disgustoso), ma almeno a differenza dell'agnello e anche dell'insalata ha utilità sociale = zero (o addirittura negativa)
RispondiEliminaSi puó mangiar carne e non essere d'accordo col consumo di cuccioli, per diversi motivi. Io ho visto gli allevamenti dei vitelli da latte e penso che molti smetterebbero di mangiarli se ne avessero esperienza. Il veganesimo garibaldino é criticabile per un mucchio di motivi e non sto ad elencarli ma essere in disaccordo con uno specifico consumo carneo non porterà all'estinzione di alcuna razza ovina. Anche perché ci sarebbe semplicemente un graduale spostamento delle scelte come é successo mille volte nel mercato alimentare. Opporre un'iperbole alla realtà non aiuta a comprendersi, questo al netto del fatto che B. cavalchi, come ha sempre fatto, la sensibilità che gli pare possa essere più proficua politicamente
RispondiEliminaRoberto
RispondiEliminaOggi ho mangiato agnello, 15 giorni fa ho mangiato castrato in Romagna ed un mese fa sono stato invitato da una famiglia marocchina a mangiare il cous cous con pecora, ma è altrettanto vero che i cuccioli sono un derivato dell'allevamento come ho più volte spiegato e che farli tutti diventare dei castrati (purtroppo per la mia categoria solo i maschi sibiscono il trattameneto) significa alimentarli spendendo soldi ed intasare poi il mercato con una quantità di carne che è superiore alla domanda in quanto al posto di venderne 20/30 kg se ne pone sul mercato il doppio. Infine ammetterai alche gli gli agnelli o i vitelli se portati allo stato adulto una buona volta dovranno pure essere macellati o no! Quindi che differenza fa mangiarli o farne mangimi animali prima o dopo? E' solo una semplice sensibilità che deve restare personale altrimenti diventa prevaricazione, tuttavia essa non ha nulla a vedere con una disamina della realtà.
Circa la tua affermazione: "ma essere in disaccordo con uno specifico consumo carneo non porterà all'estinzione di alcuna razza ovina." è tipica di uno che non conosce l'allevamento, in quanto si tratta semplicemente di riflettere sul fatto che se l'attività diventa antieconomica la si smette ed io non ho mai detto che con ciò che la razza ovina si estingue, anzi ho detto il contrario, cioè saremo invasi da concorrenti che incideranno sempre di più (se continua la fisima degli animalisti),con la disponibilità di cibo dato che nel 2050 saremo 10 miliardi.
Poi il fatto che tu preferisca mangiare pecora adulta o castrato (se li mangi)e non agnelli è una tua scelta rispettabile, ma ciò che non accetto è che tu mi imponga di non potermi gustare delle costolette d'agnello.
Non imporrei obblighi alimentari neppure se ne avessi il potere. Perché non ne ho la statura morale (non mangio agnello ma assumo saltuariamente derivati del latte, quindi...) e perché credo che un'impostazione che limita le libertà vada ben valutata. Però non rinuncerò a esprimere, con cortesia, il mio sistema valoriale che non é campato in aria benché criticabile come qualsiasi altro.
RispondiEliminaIl post argomenta in modo che può essere criticato: il mercato é il risultato anche di scelte valoriali e il dare peso ad una questione attinente il benessere animale non é solo roba da radical chic (e io sono un veterinario, li ho visti gli allevamenti come ho detto). Con ciò il sentiment che si legge dietro le vostre reazioni é:V"ma cosa rompono i coglioni 'sti qua su una cosa che non conta nulla, pensino ai ...zzi loro!". Ricordate che quando una sensibilità é sufficientemente condivisa, per quanto per altri sia immondizia, diviene qualcosa di più, pensate ad alti ambiti in cui comportamenti un tempo normali ora sono inaccettabili (status femminile nelle famiglie o condizioni dei lavoratori). Cari saluti
Roberto Randoni
RispondiEliminaInnazitutto il tuo sistema valoriale è rispettabilissimo e quindi puoi benissimo non mangiare carne d'agnello e fare propaganda perchè non la si mangi, mentre io che ho un'altra sensibilità valoriale vorrei, se permetti, continuare a mangiare agnello.
Visto, pero che sei veterinario ragioniamo dei fondamenti della zootecnia. Sei d'accordo con me che un allevatore di ovini (professione millenaria ed in fin dei conti perfettamente legale) al limite (ma molto al limite) potrebbe campare senza vendere i suoi animali da macello per il consumo umano, ma non potrebbe campare se le pecore non rimanessero ciclicamente gravide al fine di scatenare la lattazione e quindi poter produrre poi latticini?
Ebbene se convieni con me e ammesso che gli agnelli siano proibiti al consumo umano cosa se ne fa l'allevatore di tutti i nuovi nati? Li alimenta per il tempo necessario per farli morire di morte n naturale? Io credo che ciò non lo si potrà imporre all'allevatore e quindi come minimo gli agnelli sarebbero macellati per fare ad esempio petfood. Che differenza c'è?
Insomma la sensibilità può imporre di proibire la vendita di carne d'agnello nelle macellerie, ma non potrà mai obbligare un allevatore a dismettere l'attività facendolo fallire.