di Antonio Saltini
Come in Europa il business del biologico (nel lessico americano “organico” ha assunto le dimensioni di affare multibillionaire. Con una differenza rispetto all’Europa. In Italia le elargizioni per i produttori “biologici” sono il dono delle amministrazioni regionali per assicurarsi, praticamente senza controlli (privo di qualunque strumento scientifico quanto viene chiamato tale è pura mascherata), folle di clientes votani Negli Stati Uniti un mercato continentale attrae prodotti “biologici” dal mondo intero, in parte cospicua da regioni dove dei controlli non esiste neppure la parvenza, dominando, sovrano, l’arbitrio. Seppure le importazioni”bio” dall’Asia abbiano provocato episodi clamorosi di intossicazione (centinaia di ricoverati) il business è tale che tutto è stato messo a tacere.
Contro questo mondo felice di ricchezza a buon mercato si è levato, improvvisamente, uno spettro terrificante: il Golden Rice. Creato, nel decennio scorso, con fondi offerti da istituzioni diverse, questo riso, in cui sono stati inseriti geni che il riso naturalmene non possiede, è in grado di sintetizzare, e riporre nella cariosside, vitamine che ne sono, normalmente, assenti, la cui mancanza provoca, nei paesi asiatici dove al riso non è economicamente possibile unire complementi vitaminici, la cecità, o, addirittura, la morte, è stato calcolato, di mezzo milione di bambini ogni anno.
Il presidente Clinton tentò, nel 1998, di definirlo prodotto “organico” per favorirne la produzione e la distribuzione: fu fermato da una furibonda campagna dell’onnipotente lobby delle importazioni “bio”. La ragione, evidente: se il Governo Usa promuove una pianta geneticamente modificata, decine, per i medesimi scopi umanitari, ne potranno seguire. La terra sta perdendo la capacità di nutrire i propri abitanti: erosione e salinizzazione elidono, ogni anno, la produttività di decine di milioni di ettari, rendendo ancora più miserabile il pasto di centinaia di milioni di esseri umani. Costituito, in laboratorio, un riso che sopperisca alla carenza di vitamine, la scienza immaginerà un orzo che cresca sui milioni di ettari salificati dell’Irak, frumenti che assicurino una minima produzione nella riarsa valle dell’Indo o in tutta l’Australia. Cosa importa la morte di mezzo milione di bambini? Ci sono Vandana Shiva e Carlo Petrini ad assicurarci che, se evitano cibi geneticamente modificati, muoiono sorridendo (e pare che anche Sua Santità sia propenso alla felicità della loro morte, che evita loro le immani sofferenze che, gli ha spiegato Petrini, illustre capocuoco, colpiscono chi si ciba di o.g.m). Bill Clinton fu soverchiato dal potere della lobby delle streghe, ma, almeno in America, quando cambia il presidente può cambiare anche la politica. Gli organismi umanitari che realizzarono il Golden Rice hanno sostenuto, recentemene, una coraggiosa campagna di opinione, la coscienza pubblica è favorevole, un amico, Mischa Popoff, integerrimo paladino della scienza in agricoltura, ha scritto, terminati gli scrutini, al neopresidente Trump una lettera che il neoeletto dovrebbe avere trovato tra le prime in protocollo. Potrebbe alzare il pollice.
E’ stata sufficiente quella lettera a diffondere il panico tra gli avversari degli o.g.m. Gli organismi internazionali in grado di creare frumenti resistenti alla siccità o orzi tolleranti la salinità per donarli ai paesi della fame sono numerosi (alle multinazionali delle sementi l’affare non interessa: quei paesi non pagano). E’ comprensibile il terrore del primo esempio.
L’amico Popoff mi ha inviato le copie di una serie di lettere di avversari degli o.g.m: piagnucolose, miserabili, ipocrite, il terrore di perdere la gallina dalle uova d’oro. Negli Usa è stato pubblicato, qualche anno addietro, un volumetto dal tiolo The marchants of fear, I venditori di terrore. Sono diventati ricchi con libri, articoli e conferenze su pericoli insussistenti (la Shiva intasca in Italia milioni di euro). Se, come nella novella di Andersen, un presidente americano proclamasse: “Guardateli: sono tutti nudi” sarebbe la degna fine di una tragicommedia durata, ormai, troppo a lungo.
Antonio Saltini
Come in Europa il business del biologico (nel lessico americano “organico” ha assunto le dimensioni di affare multibillionaire. Con una differenza rispetto all’Europa. In Italia le elargizioni per i produttori “biologici” sono il dono delle amministrazioni regionali per assicurarsi, praticamente senza controlli (privo di qualunque strumento scientifico quanto viene chiamato tale è pura mascherata), folle di clientes votani Negli Stati Uniti un mercato continentale attrae prodotti “biologici” dal mondo intero, in parte cospicua da regioni dove dei controlli non esiste neppure la parvenza, dominando, sovrano, l’arbitrio. Seppure le importazioni”bio” dall’Asia abbiano provocato episodi clamorosi di intossicazione (centinaia di ricoverati) il business è tale che tutto è stato messo a tacere.
Contro questo mondo felice di ricchezza a buon mercato si è levato, improvvisamente, uno spettro terrificante: il Golden Rice. Creato, nel decennio scorso, con fondi offerti da istituzioni diverse, questo riso, in cui sono stati inseriti geni che il riso naturalmene non possiede, è in grado di sintetizzare, e riporre nella cariosside, vitamine che ne sono, normalmente, assenti, la cui mancanza provoca, nei paesi asiatici dove al riso non è economicamente possibile unire complementi vitaminici, la cecità, o, addirittura, la morte, è stato calcolato, di mezzo milione di bambini ogni anno.
Il presidente Clinton tentò, nel 1998, di definirlo prodotto “organico” per favorirne la produzione e la distribuzione: fu fermato da una furibonda campagna dell’onnipotente lobby delle importazioni “bio”. La ragione, evidente: se il Governo Usa promuove una pianta geneticamente modificata, decine, per i medesimi scopi umanitari, ne potranno seguire. La terra sta perdendo la capacità di nutrire i propri abitanti: erosione e salinizzazione elidono, ogni anno, la produttività di decine di milioni di ettari, rendendo ancora più miserabile il pasto di centinaia di milioni di esseri umani. Costituito, in laboratorio, un riso che sopperisca alla carenza di vitamine, la scienza immaginerà un orzo che cresca sui milioni di ettari salificati dell’Irak, frumenti che assicurino una minima produzione nella riarsa valle dell’Indo o in tutta l’Australia. Cosa importa la morte di mezzo milione di bambini? Ci sono Vandana Shiva e Carlo Petrini ad assicurarci che, se evitano cibi geneticamente modificati, muoiono sorridendo (e pare che anche Sua Santità sia propenso alla felicità della loro morte, che evita loro le immani sofferenze che, gli ha spiegato Petrini, illustre capocuoco, colpiscono chi si ciba di o.g.m). Bill Clinton fu soverchiato dal potere della lobby delle streghe, ma, almeno in America, quando cambia il presidente può cambiare anche la politica. Gli organismi umanitari che realizzarono il Golden Rice hanno sostenuto, recentemene, una coraggiosa campagna di opinione, la coscienza pubblica è favorevole, un amico, Mischa Popoff, integerrimo paladino della scienza in agricoltura, ha scritto, terminati gli scrutini, al neopresidente Trump una lettera che il neoeletto dovrebbe avere trovato tra le prime in protocollo. Potrebbe alzare il pollice.
E’ stata sufficiente quella lettera a diffondere il panico tra gli avversari degli o.g.m. Gli organismi internazionali in grado di creare frumenti resistenti alla siccità o orzi tolleranti la salinità per donarli ai paesi della fame sono numerosi (alle multinazionali delle sementi l’affare non interessa: quei paesi non pagano). E’ comprensibile il terrore del primo esempio.
L’amico Popoff mi ha inviato le copie di una serie di lettere di avversari degli o.g.m: piagnucolose, miserabili, ipocrite, il terrore di perdere la gallina dalle uova d’oro. Negli Usa è stato pubblicato, qualche anno addietro, un volumetto dal tiolo The marchants of fear, I venditori di terrore. Sono diventati ricchi con libri, articoli e conferenze su pericoli insussistenti (la Shiva intasca in Italia milioni di euro). Se, come nella novella di Andersen, un presidente americano proclamasse: “Guardateli: sono tutti nudi” sarebbe la degna fine di una tragicommedia durata, ormai, troppo a lungo.
Antonio Saltini
Docente di
Storia dell'agricoltura all'Università di Milano, giornalista, storico
delle scienze agrarie. Ha diretto la rivista mensile di agricoltura
Genio Rurale ed è stato vicedirettore del settimanale, sempre di
argomento agricolo, Terra e Vita. E' autore della Storia delle Scienze
Agrarie opera in 7 volumi. www.itempidellaterra.com .
Antonio
RispondiEliminaSempre a proposito del Biologico in USA, vale la pena analizzare questi dati.
http://seppi.over-blog.com/2015/10/donnees-de-l-usda-sur-370-cultures-l-agriculture-biologique-a-des-rendements-plus-faibles.html
Ciao. Potete mettere il tasto di condivisione in Facebook e Twitter per cortesia?
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