di Luigi Mariani
Il Goetheanum emblema dell' antroposofia progettato da Rudolf Steiner,
creatore dell'agricoltura biodinamica.
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Il 10 e l’11 novembre si è tenuto a Napoli il 34° congresso internazionale di biodinamica, un' agricoltura a base magica la cui diffusione in Italia porterebbe al crollo delle produzioni e allo scadimento qualitativo dei prodotti.
Di tale iniziativa si sono fatti fra gli altri promotori l'Università di Napoli “Federico II”, il Ministero per le Politiche Agricole e l’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali. Nell’articolo si evidenzia quanto di negativo derivi da una tale linea assunta da prestigiose istituzioni nazionali che dovrebbero promuovere un’agricoltura basata sulla scienza e non le agricolture dei venditori d’olio di serpente.
Di tale iniziativa si sono fatti fra gli altri promotori l'Università di Napoli “Federico II”, il Ministero per le Politiche Agricole e l’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali. Nell’articolo si evidenzia quanto di negativo derivi da una tale linea assunta da prestigiose istituzioni nazionali che dovrebbero promuovere un’agricoltura basata sulla scienza e non le agricolture dei venditori d’olio di serpente.
La città di Milano è stata afflitta per alcuni anni dal convegno di agricoltura biodinamica che si teneva tradizionalmente presso l'Università Bocconi. Su tale evento e sul fatto che vi si propagandi una forma di agricoltura a base magica e che nega quell'approccio scientifico alla produzione agricola che è uno dei più importanti portati della rivoluzione scientifica dell’800, abbiamo più volte preso posizione su questo sito (Il biodinamico sbarca alla Bocconi ), per cui non perderemo più di tanto tempo per stigmatizzare una tale iniziativa, anche perché per rendersi conto del carattere stregonesco della biodinamica basta leggere quanto si riporta su Wikipedia.
Ci pare comunque segno di tempi oscuri e di un nuovo medioevo che avanza il fatto che una città come Napoli, sede di una delle più antiche e prestigiose università italiane, abbia ospitato la 34° edizione dei convegno internazionale di biodinamica (qui/) nella cui lista di patrocinatori figurano fra gli altri l'Università di Napoli, il MiPAF e l'Ordine Nazionale dei dottori Agronomi.
Trovo in particolare molto grave che l'Ordine nazionale dei dottori agronomi, cui io stesso appartengo, abbia dato il proprio patrocinio a una tale iniziativa. E qui, mutatis mutandis, balza subito all'occhio quanto più seria sia stata la posizione assunta di recente dall'ordine dei Medici nei confronti dei loro iscritti che spingevano i pazienti a non eseguire le vaccinazioni.
Circa poi il patrocinio dell’Università Federico II e del MiPAF, fa specie osservare che in un momento in cui l’agricoltura italiana avrebbe più che mai bisogno d’innovarsi per crescere in produttività e qualità delle produzioni, si promuova l’agricoltura biodinamica. Al riguardo ricordo che l’agricoltura italiana avrebbe più che mai bisogno di tecnologie veramente innovative in quanto le stesse significherebbero:
- cibi più salubri (uno dei tanti esempi è quello delle tossine cancerogene in mais, che in Italia - come ci hanno a più riprese ricordato Umberto Veronesi e Elena Cattaneo - non ci facciamo mai mancare grazie al rifiuto preconcetto della tecnologia OGM BT)
- cibi meno costosi (si produce di più e con costi di produzione più bassi: ad esempio se con un frumento allo stato dell’arte produci 80 quintali di granella per ettaro e con un frumento “antico” ne produci 30, secondo voi quale sarà il costo della pasta derivante dall’uno e dall’altro?)
- minori emissioni per unità di prodotto (ad esempio l’intensificazione dell’agricoltura avvenuta fra il 1961 e il 2005 ha prodotto minori emissioni di CO2 per un totale di 161 gigatonnellate di carbonio (Burney et al., 2010) e inoltre per produrre 1 litro di latte con tecnologie del 1940 negli Usa si emettono 3 kg di CO2 contro gli 1 kg per litro prodotto con tecnologie di oggi (Capper et al., 2008)
- meno terre sottratte alla prateria e al bosco (dal 1900 ad oggi la produzione delle grandi colture grazie all'innovazione è sestuplicata. Se ciò non fosse avvenuto, a livello globale avremmo dovuto impiegare 6 volte la terra coltivata che oggi usiamo, con effetti ambientali che possiamo solo immaginare).
Nonostante tali evidenze su cui si dispone di una letteratura scientifica sterminata, il MiPAF mira ad agricolture a produttività bassissima (biodinamico e biologico), pesantemente finanziate con denaro pubblico, che non producono necessariamente cibi più salubri ma che sicuramente però producono cibi molto più costosi.
E' questa l’innovazione che si vuole? E’ questa l’attenzione alle esigenze delle classi popolari che manifestano alcuni sedicenti “progressisti” (penso a Vandana Shiva, Carlo Petrini e a Giulia Maria Crespi) che non sanno distinguere “un ramo da una foglia” e che i grassi borghesi di città stanno ad ascoltare come si ascoltano tanti nuovi profeti?
Noi italiani pagheremo molto caro l’oscurantismo di questi anni e anzi lo stiamo già pagando in quanto:
E' questa l’innovazione che si vuole? E’ questa l’attenzione alle esigenze delle classi popolari che manifestano alcuni sedicenti “progressisti” (penso a Vandana Shiva, Carlo Petrini e a Giulia Maria Crespi) che non sanno distinguere “un ramo da una foglia” e che i grassi borghesi di città stanno ad ascoltare come si ascoltano tanti nuovi profeti?
Noi italiani pagheremo molto caro l’oscurantismo di questi anni e anzi lo stiamo già pagando in quanto:
- secondo i dati ISTAT la produzione del mais in Italia non sale più dal 1997 (fino a 40 anni orsono la produttività media ettariale italiana era molto più elevata di quella statunitense; oggi siamo sotto)
- il 50% del frumento tenero e duro con cui produciamo pane e pasta lo importiamo dall’estero e così il 35% dei mangimi con cui nutriamo gli animali con i cui prodotti realizziamo le nostre “eccellenze” da esportazione (i due grana e i prosciutti di San Daniele e Parma)
- periodicamente buttiamo latte e formaggio per merito delle tossine cancerogene presenti nei nostri mais con cui alimentiamo le bovine.
Bibliografia
Burney J.A., Davis S.J., Lobell D.B., 2010. Greenhouse gas mitigation by agricultural intensification, Proceedings of the National Academy of Sciences, 107, 12052-12057 Capper J.L.,
Cady R.A., Bauman D.E., 2009. The environmental impact of dairy production: 1944 compared with 2007, J Anim Sci. 2009 Jun;87(6):2160-7.
Luigi Mariani Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano.
E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso
Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
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Una gustosa intervista http://m.dagospia.com/le-colture-biodinamiche-spaventano-i-poteri-forti-giulia-maria-crespi-ride-di-chi-la-boicotta-135733
RispondiEliminaContro il dilagare dell'agricoltura biodinamica è da tempo molto attivo "Il Foglio" con gli articoli di Luciano Capone e di altri autori, tra i quali Gilberto Corbellini, Elena Cattaneo e, con un articolo comparso mercoledi 16 novembre, anche il sottoscritto insieme a Roberto Defez.
RispondiEliminaIl resto della stampa nazionale vivacchia alternando pezzi a favore o contro l'agricoltura biodinamica, secondo come tira l'aria.
Tentazioni biodinamiche si sono palesate anche in un convegno tenutosi giovedi 17 novembre presso l'università di Urbino, che ha attivato il Corso di Alta Formazione “Percorsi di sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica”.
http://www.ilmascalzone.it/2016/11/percorsi-di-sviluppo-dellagricoltura-biologica-e-biodinamica/
Ormai non mi stupisce più quello che sta succedendo. E' solo marketing politico e mediatico perché il bisogno non è il cibo ma il suo mercato. E' il nostro senso morale ad indignarci perché per noi il cibo è cibo. Per+ mi stupisce molto il comportamento degli ordini: se non sono leva morale della professione allora una ragione in più perché non esistano !
RispondiEliminaForse dovrebbe visitare una vera azienda biodinamica prima di riproporre le solite accuse di stregoneria. Ma immagino che non abbia interesse a farlo, forte delle sue convinzioni preconcette in base alle quali un esperimento di laboratorio vale più di mille osservazioni empiriche in campo. Lei che accusa alcuni di non saper distinguere "un ramo da una foglia", certamente saprà distinguere un suolo vivo da un substrato inerte.
RispondiEliminaforse dovrebbe lei frequentare qualcuno che le spieghi la differenza tra esperimento e osservazione
EliminaPerchè il suolo vivo è quello dove si coltiva biodinamicamente?
RispondiEliminaSi studi un po' di agronomia per favore e vedrà che è più vivo un suolo che ha ricevuto letame in ragione di 200 q per ogni ciclo di rotazione che non 100 grammi di letame sotterrato per sei mesi e diluito omeopaticamente e poi sparso su un ettaro.
Certo uno spandiletame non attrae forze cosmiche e neppure le eventuali bestemmie dell'operatore attraggono spiriti caritatevoli,mente voi dite che le attrae la punta del corno di bue. Sono in vendita queste forze cosmiche, quanto costano al chilo?
Vede che parla per sentito dire.
EliminaIl "cornoletame" non è in alcun modo un sostituto del letame o delle concimazioni (che ad ogni modo in biodinamica sono sempre a base di letame maturo compostato), ma un preparato che si distribuisce sul suolo allo scopo di dare un segnale energetico. Dopodiché esistono ormai studi scientifici che provano la maggiore ricchezza microbiologica del letame compostato in corno di vacca, forse dovrebbe esaminarli.
Le forze cosmiche esistono e agiscono in tanti modi conosciuti e di certo in tanti altri ancora sconosciuti.
Gentilissimo, ci scrive gli estremi bibliografici di questi studi scientifici?
EliminaDi forze cosmiche ce ne sono tante: raggi gamma, raggi x, onde radio, microonde, radiazione visibile, infrarossa, ultravioletta... Tutte provenienti dallo spazio. Quali sono quelle che intervengono in agricoltura biodinamica?
Sostenere che la biodinamica funziona appellandosi ad azioni delle forze cosmiche che avvengono in modi ancora non conosciuti non ha alcun valore scientifico, e' pura speculazione. Se però ci porta delle prove scientifiche a sostegno di quanto afferma, allora siamo disponibili a cambiare idea.
Dai gli imbonitori di piazza sono passati di moda, come pure gli acchiappa-gonzi.
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