venerdì 3 giugno 2016

Quando Gesù scese sulla terra ad accoglierlo c'erano i pastori, non gli animalisti

 

di Luigi Mariani



raffigura 2 pastori nell'atto di adorare il Bambino
Adorazione dei pastori, Lorenzo Lotto (1530).
La domesticazione degli animali è avvenuta a seconda della specie fra 35 mila e alcune migliaia di anni orsono e l’allevatore è in genere rispettoso verso gli animali ma il suo rispetto non si spinge mai al punto di considerare gli animali come gli umani o di creare case di riposo in cui ospitare gli animali stessi quando sono vecchi e non più produttivi.

L’agricoltura e l’allevamento sono attività economiche che seguono regole diverse da quelle propugnate dagli animalisti. Pertanto ritengo inaccettabile l’idea secondo cui sarebbero da considerare dei “poco di buono” l’allevatore bovino che porta al macello una vacca a fine carriera o l’allevatore di pecore e capre che ogni primavera in vista della Pasqua vende gli agnelli che sono la sua quasi sola fonte di reddito.


In tal senso ho trovato particolarmente stupido e diseducativo il messaggio contenuto nell’articolo di Susanna Tamaro cui il Corriere di lunedì 30 maggio ha dedicato una pagina intera (qui).

La scrittrice infatti si lamenta del fatto che gli animali, da cui secondo lei dipenderebbe la rieducazione dei detenuti della colonia penale agricola della Gorgona, vengano di nuovo mandati al macello dopo un lungo periodo in cui ciò non era avvenuto. Ma se si tratta di una colonia penale agricola in che modo si dovrebbe secondo lei procedere? Si dovrebbe trasformarla in una casa di riposo per animali? Ed è proprio sicura la Tamaro che macellare animali stimoli la violenza negli umani e sia perciò diseducativo per i detenuti? Quando nacque nostro Signore si circondò di pastori, noti uccisori di animali, perché avevano sensibilità verso il prossimo e timor di Dio. Sempre Gesù Cristo, in quanto ebreo, nell’ultima cena avrà pur consumato capretto e pane azzimo. E’ dunque anche lui da biasimare? Siamo noi da biasimare perché consumiamo carne di animali?

La scrittrice Tamaro è libera di essere vegetariana e animalista ma il suo ritenere che l’attività di un macello possa essere diseducativa per i detenuti mi pare una bestialità, con il massimo rispetto per le bestie.



Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del
Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.


1 commento:

  1. Alla Tamaro ho già risposto una volta quando scrisse, sempre sul Corriere, che lei quando usciva da Milano voleva vedere i papaveri nel frumento. Gli dissi che la soluzione era semplice: doveva comprarsi un'azienda agricola nella quale seminare frumento senza poi diserbarlo ed io gli assicuravo la crescita dei papaveri numerosissimi per vari anni. Era, invece, una pretesa fuori luogo il volere che degli imprenditori agricoli, che pagavano le tasse su un reddito stimato, si autopenalizzassero per compiacere gli occhi di una scrittrice capricciosa.

    Ora io non ho ben capito cosa sia capitato alla Gorgona e non entro nel merito, ma ho avuto modo di spiegare a chi si scandalizzava della macellazione degli agnelli pasquali che, come una donna produce latte solo dopo una gravidanza, così una pecora lo produce abbondante dopo la nascita dell'agnello. Guarda caso con quel latte ci facciamo il pecorino che è un vanto del nostro agroalimentare. La mia interlocutrici ha ribattuto che sarebbe bastato non uccidere gli agnelli dopo la nascita, al che ho dovuto spiegarle che gli agnelli mangiano, bisogna ricoverarli e accudirli, ma, se tutti i nati fossero portati alla fine naturale della vita, per l'allevatore sarebbe stato il fallimento, mentre per la collettività sarebbe stata la desertificazione delle terre. Credete voi che abbia capito? No, per questa persona comunque gli agnelli vanno fatti nascere e mai uccisi, bisogna solo aspettare la loro buona morte.

    Ma vi rendete conto che la Brambilla crea la sua fortuna su ciò e che dice per compiacere questa gente e, interpellata, dice anche che castrare gatti e cani non è violenza. Ah se potessi intendermi con gatti e cani quante lamentele sentirei!!!!!

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