giovedì 26 maggio 2016

“Natura si”, verso un nuovo medioevo

di Luigi Mariani

  

Sul Corriere della Sera di domenica 22 maggio 2016, una nota catena di supermercati del biologico e del biodinamico ha pubblicato a pagamento un annuncio dall’emblematico titolo “di agricoltura si vive e non si discute” che gli interessati possono leggere (qui).
Ho già espresso più volte, anche di recente (qui) il mio giudizio sulle agricolture di cui Natura si si fa promotore: poco produttive e non più salubri di quelle tecnologicamente evolute.
Parlando di Glyphosate ho anche evidenziato (qui e qui ) quanto di demagogico vi sia negli allarmi sui residui di fitofarmaci presenti nelle acque.

Quello su cui vorrei però attirare l’attenzione del lettore è l’affermazione seguente:
La scienza, se fosse vera Scienza, dovrebbe essere aperta al non ancora conosciuto, per non cadere in un oscurantismo dogmatico, come era di certe religioni decadenti del passato. Per fortuna dell’umanità la realtà della vita non segue né i vecchi dogmi religiosi né quelli moderni di una scienza per sua natura relativista, ma ubbidisce alle leggi intrinseche che ci garantiscono ancora, per grazia e con il nostro cosciente operare, salute, bellezza e cibo sano cui attingere.”
Da questa frase si evince che fra i signori di Natura Si e la scienza vi è un abisso incolmabile.
Infatti la scienza non è ricerca dell’assoluto ma solo un metodo che consente di distinguere, in modo sempre provvisorio e perfettibile, ciò che è vero da ciò che è falso. Quella scientifica è dunque una verità limitata che ad esempio in medicina ci consente oggi di mettere dalla parte della “non scienza” l’omeopatia, la cura Di Bella e il metodo Stamina.
Analogamente in agronomia possiamo collocare dal lato della non scienza gran parte dei precetti dell’agricoltura biodinamica e alcuni significativi aspetti di quella biologica (es: il fatto che una molecola d’urea che esce dalla pancia di un animale è “buona” mentre una molecola del tutto uguale che proviene da una sintesi chimica benemerita è “cattiva”).
Qui finisce il compito della “scienza”, il resto (“il non ancora conosciuto”) afferisce a qualcosa che con la scienza non ha nulla a che vedere.

Luigi Mariani
Docente di Storia dell' Agricoltura Università degli Studi di Milano-Disaa, condirettore del
Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano. E' stato anche Docente di Agrometeorologia e Agronomia nello stesso Ateneo e Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia.
 

3 commenti:

  1. (es: il fatto che una molecola d’urea che esce dalla pancia di un animale è “buona” mentre una molecola del tutto uguale che proviene da una sintesi chimica benemerita è “cattiva”).

    Aggiungerei che a livello di atomo di N questo potrebbe provenire dall'ammoniaca emessa dal letame che se ne va nell'aria e che poi può essere captato dal processo di sintesi dell'Urea e ritrovarsi in un concime azotato di sintesi. Per qualche "pseudoscientifico)vi è l'N di serie A e quello di serie B. Continuo nel paradosso: io potrei avere in qualche organo del mio corpo un atomo costituzionale che ha fatto parte del corpo di Hitler (cosa improbabile, ma non impossibile!), ma non per questo mi sogno di costruire forni crematori!

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  2. Leggetevi le farneticazioni del sottosegretario all'agricoltura con la delega al biologico.

    agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/05/25/biologico-parla-olivero/48927?utm_campaign=newsletter&utm_medium=mail&utm_source=kANSettimanale&utm_term=535&utm_content=2438

    E noi stiamo discutendo di votare Si o No al referrendum per abrogare il senato? Ma qui bisogna svuotare il Parlamanento in toto

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  3. Apprezzo che si distingua tra biologico e biodinamico.

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