di Sergio Salvi
Il
pomodoro Varrone ieri (1924) e oggi (2015).
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Sparito dall’Italia dopo essere stato soppiantato dalle moderne varietà da industria, è ritornato nel nostro Paese grazie al suo rinvenimento nella grande banca del germoplasma del VIR di San Pietroburgo, l’istituto creato nei primi decenni del Novecento dall’agronomo, botanico e genetista russo Nikolai Vavilov (1887-1943).
Si tratta della varietà di pomodoro “Varrone”, costituita alla fine degli anni ’10 dal genetista agrario Nazareno Strampelli (1866-1942), noto per i suoi lavori di miglioramento genetico del frumento ma che nel primo ventennio del secolo scorso si occupò anche di creare nuove varietà agrarie da impiegare nella rotazione col grano. Tra queste, anche il pomodoro “Varrone”, ottenuto da Strampelli incrociando una pregiata varietà inglese, il “Sutton’s Best of All”, con varietà italiane resistenti alla peronospora. Il “Varrone” fu sperimentato sia nel nord sia nel sud Italia e fu apprezzato come varietà da conserva fino agli anni Trenta, tanto da essere menzionato persino dalla celebre Enciclopedia Treccani nella voce dedicata al pomodoro.
Con l’avvento delle moderne varietà nane da industria, il “Varrone”, per quanto dotato di pregevoli caratteristiche agro-botaniche, subì lo stesso destino di molte altre varietà all’epoca coltivate e non più rispondenti agli standard incipienti dell’industria conserviera del dopoguerra.
Grazie alla collaborazione instauratasi tra chi scrive e l’Università Politecnica delle Marche insieme all’Università degli Studi di Sassari, i semi del “Varrone” sono stati riportati in Italia e impiegati in una prima serie di prove atte a stabilire la corrispondenza delle caratteristiche manifestate dalla varietà odierna con quelle illustrate negli anni ’20 e riportate in uno dei pochissimi studi esistenti dedicati al pomodoro creato dal genetista maceratese.
Il recupero e i risultati delle osservazioni preliminari sono descritti in un articolo appena uscito sul noto periodico tecnico-divulgativo “L’Informatore Agrario”.
Il recupero del “Varrone”, oltre che un omaggio al suo costitutore (del quale quest’anno cade il 150° anniversario della nascita), vuol rappresentare anche un’occasione di rilancio economico per le aziende che vorranno promuovere lo sviluppo di percorsi produttivi basati sulla valorizzazione di una varietà storica.
Bibliografia
Salvi S., Nanni L., Rodriguez M., Attene G., Papa R., «Ritorna in Italia il pomodoro di Strampelli», L’Informatore agrario, n. 10/2016.
Sergio Salvi
Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Camerino, nel corso della sua attività di ricercatore si è occupato di genetica lavorando presso Enti di ricerca pubblici e privati. Attualmente svolge attività di ricerca e divulgazione storico-scientifica su tematiche riguardanti il settore agroalimentare e la genetica agraria in particolare (biografia storico-scientifica di Nazareno Strampelli, origine ed evoluzione delle varietà tradizionali di frumento e del concetto di prodotto tipico, recupero di varietà agrarie d’interesse storico).
Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Camerino, nel corso della sua attività di ricercatore si è occupato di genetica lavorando presso Enti di ricerca pubblici e privati. Attualmente svolge attività di ricerca e divulgazione storico-scientifica su tematiche riguardanti il settore agroalimentare e la genetica agraria in particolare (biografia storico-scientifica di Nazareno Strampelli, origine ed evoluzione delle varietà tradizionali di frumento e del concetto di prodotto tipico, recupero di varietà agrarie d’interesse storico).
Utilizzato per sperimentazioni di fertilizzanti in Sardegna:
RispondiEliminahttp://www.retiasrl.eu/2017/03/completato-studio-su-fertilizzante-npt/