sabato 5 settembre 2015

Gaetano Cantoni, nel bicentenario della nascita

di Luigi Mariani


Gaetano Cantoni (1815-1887), medico, agronomo, promotore della scuola di agricoltura di Corte del Palasio e poi fondatore della Scuola superiore di Agricoltura di Milano, che in seguito diverrà facoltà di Agraria (figura 1), è uno dei personaggi chiave del pensiero agronomico italiano del XIX secolo. Qui di seguito si riporta una biografia essenziale corredata da alcuni approfondimenti utili a contestualizzarne il pensiero e le opere.

Biografia essenziale




Figura 1 - Busto bronzeo di Gaetano Cantoni, opera dello scultore
Ercole Villa. Il busto, inizialmente collocato nel convento dell'Incoronata,
è oggi nel cortile della facoltà di Agraria, in via Celoria 2 a Milano.


Gaetano Cantoni nacque a Milano il 5 settembre 1815, figlio di Tobia, primario dell’Ospedale Maggiore e di Carlotta Strambio. Nel 1837, all’età di 22 anni, si laureò in medicina e chirurgia all'università di Pavia, ove si era avvicinato all’Istituto di Botanica appassionandosi agli studi di chimica agraria e botanica. Dopo avere esercitato per qualche anno la professione medica si dedicò all'agronomia, sulla scia delle idee del Liebig e di altri scienziati circa il nesso tra botanica, chimica e agricoltura (Giusti, 1975). Anche per approfondire le conoscenze scientifiche con l’osservazione sperimentale, il Cantoni intraprese con esito positivo la conduzione di fondi rustici nell'alto Milanese e più in particolare gestì il fondo di famiglia a Concorezzo (Mi) e alcuni altri fondi presi in affitto a Monza. In tale attività si segnalò per l’introduzione di norme razionali in luogo delle pratiche tradizionali e per la scrupolosa annotazione dei risultati ottenuti.


Nel 1848 Gaetano Cantoni partecipò alle Cinque Giornate e, dopo il ritorno degli austriaci a Milano, fuggì prima in Svizzera, poi in Francia e poi di nuovo in Svizzera, ove insegnò scienze naturali al liceo cantonale di Lugano, istituzione nella quale si trovavano in quegli stessi anni ad insegnare altri intellettuali milanesi ed italiani esuli fra i quali Carlo Cattaneo, Atto Vannucci ed il fratello Giovanni.
Nel 1861, al rientro in Italia dall’esilio, fu nominato professore e preside della grande scuola agraria di Corte del Palasio (LO) di proprietà dell’Associazione agricola lombarda, società per azioni fondata nel 1856. L’esperienza di tale scuola, dotata di 60 pertiche milanesi di campi sperimentali e di personale tecnico, si concluse prematuramente nel 1866, stante l’impossibilità di conciliare le aspettative di guadagno degli azionisti con le finalità didattiche, per cui al Cantoni non restò che lasciare la Lombardia per trasferirsi a Torino come professore di agronomia presso il Regio Museo Industriale.
Nel 1870 fu nominato direttore della Regia Scuola superiore di agricoltura di Milano, che dirigerà poi fino alla morte, avvenuta nel 1887. Sorta con lo stimolo della Società Agraria di Lombardia e grazie ad uno specifico finanziamento del Ministero dell’Agricoltura, la Scuola fu inizialmente alloggiata presso l’ex Collegio Militare e dal 1874 fu trasferita nel Convento dell'Incoronata di via Marsala. La durata del corso era di 3 anni fino al 1888 e divenne di 4 anni in seguito.
Della cospicua attività del Cantoni in quegli anni (fu anche consigliere comunale di Milano dal '74 al '78) si ricordano le molteplici relazioni, la cooperazione nell'ambito del Consiglio superiore e le varie missioni in Italia e all'estero per esposizioni, congressi, mostre, ecc.
E’ utile a questo punto compiere una breve digressione per parlare del fratello di Gaetano, Giovanni (1818-1897) che fu fisico, rettore dell’Università di Pavia, mazziniano, massone e senatore del Regno (Gandolfi, 2012). Da studente Giovanni era legato da amicizia con Cesare Correnti che allora frequentava il collegio Ghislieri e, a Milano, ne divenne consigliere e collaboratore nell’organizzazione delle Cinque Giornate. In particolare Giovanni ebbe l’incarico di organizzare la sollevazione delle campagne e portare sotto le mura della città molta gente armata. Interessante per i nostri scopi è osservare che quando nel 1874 il ministero dell’Agricoltura costituì il Servizio centrale di meteorologia, a Giovanni Cantoni venne affidata la direzione, in riconoscimento del suo interesse, specialmente per la meteorologia agraria, testimoniato da numerosi scritti e dallo studio di strumenti meteorologici. La direzione venne poi mantenuta fino al 1878 e gli consentì di organizzare il servizio meteorologico nazionale, istituire numerose stazioni meteorologiche ed introdurre apparecchiature e metodiche uniformi di rilevazione e di diffusione dei dati in forma di bollettini
¹.
Ma ritorniamo a Gaetano per ricordare che fu membro di molte accademie e istituti scientifici (tra cui l'Accademia di agricoltura di Torino, la Virgiliana di
Mantova, il regio Istituto Lombardo di Milano, ecc.) e fu inoltre insignito di numerose onorificenze fra cui la Legion d'onore.
Gaetano Cantoni morì a Milano il 18 settembre 1887 e le sue ceneri riposano al Tempio Crematorio
² del Cimitero Monumentale di Milano ove, come si legge sulla lapide, furono poste dalla moglie Artemisia e dal figlio Lodovico (figura 2).

L’esperienza alla scuola superiore di agricoltura

Per delineare l’argomento in modo efficace riporterò qui di seguito con lievi modifiche quanto ne scrisse Renato Giusti (1975) nel dizionario biografico degli italiani dell’Enciclopedia Treccani.
Se la scuola superiore di agricoltura di Milano nacque dall'incontro della volontà politica del comune, della provincia e del governo (decreto 10 apr. 1870), essa fu determinata dai progressi delle scienze ausiliarie dell'agricoltura e dalla esigenza di un’organizzazione scientifica del l'istruzione agraria che fosse funzionale al progresso agricolo.
Mancava infatti in Lombardia, pur all'avanguardia rispetto ad altre regioni, una vera ed ampia applicazione dei nuovi portati della scienza e della tecnica. Sulla via del lavoro da compiere per il miglioramento agrario dietro la spinta delle scoperte e delle invenzioni, il Cantoni si diede a una serie di sperimentazioni (ad es., i concimi di sintesi). "E una più vasta azione spiegava ancora nel consigliare, in iscuola e fuori della scuola, i miglioramenti da introdursi nelle coltivazioni, le trasformazioni che si rendevano necessarie nell'agricoltura e nelle industrie agrarie, man mano che si moltiplicavano i mezzi di comunicazione o di trasporto, come ad esempio quando dimostrava la necessità di prepararsi all'apertura del canale di
Suez, apertura allora imminente, per le ripercussioni che si sarebbero manifestate nell'agricoltura italiana" (Il I cinquantenario..., p. 13). Il Cantoni affiancava alle ricerche speciali per il progresso agricolo, all'insegnamento di agronomia, agricoltura ed economia rurale, anche la direzione della scuola con tutti i problemi relativi alla conduzione del campo sperimentale, ai rapporti amministrativi, alla sistemazione dei laureati, al Consorzio degli istituti superiori di Milano
³, ecc. Tracciando una sintesi dell'insegnamento agrario in vari paesi d'Europa e in Italia, il Cantoni si rallegrava per i primi positivi risultati della scuola (con cinquantasei alunni nel giro di tre anni), e ribadiva lo stretto legame tra istruzione agraria, miglioramento agricolo e aumento nella produzione, rifiutando una volta di più la mera pratica, sottolineando l'esigenza di nozioni scientifiche per imprimere un indirizzo razionale all'industria agraria, ed affermando che le scuole agrarie dovevano insegnare i "motivi" che possono determinare le operazioni "pratiche", le norme per dirigerle, la scelta infine di quel metodo pratico che in agricoltura è variabilissimo per la variabilità delle condizioni.

Il contesto storico, culturale e scientifico

Il contesto storico in cui visse ed operò il Cantoni è a grandissime linee quello dell'unificazione nazionale, un processo chiave per la storia italiana e da cui ci separano oggi oltre 150 anni (Mariani e Forni, 2015). L'unificazione nazionale si concretizzò nell'arco di tempo che va dal 1848 al 1918, passando attraverso tre guerre d'indipendenza e la prima guerra mondiale e fu portata a compimento dal regno di Sardegna, divenuto poi regno d'Italia. I prodromi di tale processo sono tuttavia più remoti e vanno ricercati nella rivoluzione francese e nella successiva unificazione nazionale voluta da Napoleone, nella restaurazione e nella conseguente attività clandestina legata alla carboneria ed al movimento mazziniano e sfociata nei moti carbonari del 1820-21 e 1830-31 e nella prima guerra d'indipendenza del 1848. E' con la prima guerra d'indipendenza che il Regno di Sardegna assume un ruolo guida nel processo di unificazione mentre il movimento mazziniano e garibaldino avviano l'esperienza della repubblica romana, tragicamente conclusasi nel 1849. La prima guerra d'indipendenza è momento di coagulo dei giovani di classe sociale borghese istruita cui appartengono fra gli altri i fratelli Giovanni e Gaetano Cantoni, Cesare Correnti e Carlo Cattaneo. Caratteristiche culturali comuni a tale gioventù erano il romanticismo, un nazionalismo condito di reminiscenze letterarie le cui radici scendono giù giù fino a Dante Alighieri, un diffuso anticlericalismo e la fede nel progresso guidato dalla scienza e dalla tecnologia, con una visione che potremmo oggi definire di positivismo ante-litteram (Mariani e Forni, 2015).
In tale contesto un ruolo importante fu giocato dalla massoneria (Polo Friz, 1998) che fra i suoi affiliati ebbe fra gli altri Carlo Cattaneo, Cesare Correnti (che fu ministro della Pubblica Istruzione), Quintino Sella (che fu Ministro delle Finanze) e Giovanni Cantoni. I giovani patrioti erano in parte monarchici e in parte repubblicani mentre un ruolo minoritario l'ebbe il movimento cattolico con l'opzione giobertiana. Marginale fu altresì il filone marxista, le cui fondamenta erano state poste nel 1848 con il Manifesto di Karl Marx ed il cui peso sarebbe cresciuto a dismisura alla fine dell'ottocento.
In complesso dunque l'unificazione nazionale fu un processo in grado di scatenare energie a lungo sopite ed a cui non fu estranea la borghesia agraria di buon livello culturale. Sul piano culturale il processo di unificazione nazionale appare legato al romanticismo ed al suo anelito emotivo alla libertà delle nazioni e dei popoli, un anelito pervaso altresì dall’idea di un progresso guidato dalla scienza. Tale idea è testimoniata dai dodici congressi degli scienziati italiani che si tennero in vari centri della penisola a partire dal 1839
. In tali congressi ebbero uno spazio rilevante le tematiche agronomiche, tant'è vero che Cesare Correnti in occasione del XII e ultimo Congresso, tenutosi a Palermo nel 1875, ricordava con nostalgia i tempi dei congressi pre-unitari, in cui “per miracolo di tolleranza, era stata assentita una sezione di agronomia e di tecnologia; e in questa sezione s'imboscavano «Parlando rado, con voci soavi» quelli che covavano l'avvenire [...]. Così, tra una dissertazione sugli aratri e una memoria sui filugelli, quei gloriosi ipocriti5 hanno potuto dar la mossa a molte questioni, che anche oggidì, a pieno lume di libertà, non si è finito di risolvere.
Per quanto attiene ai legami fra tale temperie e l'agricoltura si può citare (Mariani e Forni, 2015) la visita di Giuseppe Garibaldi alla scuola agraria di Corte del Palasio che ebbe luogo il 26 marzo 1862 e la cui cronaca è riportata nel vol.II, Anno II, n.7, 10 aprile, degli Annali d’Agricoltura. Al riguardo si noti che, nel suo ritiro di Caprera, Garibaldi si dedicò all'agricoltura e che fra i libri della sua biblioteca è presente il “Trattato completo di agricoltura” di Gaetano Cantoni (Pepe, 2007).
Occorre peraltro ricordare che Il XIX secolo fu un periodo cruciale per la storia dell'agricoltura. In tale secolo infatti si realizzarono quelle scoperte che saranno poi i pilastri delle rivoluzione verde che nel XX secolo consentirà di sestuplicare la produzione delle colture agrarie a fronte di un quadruplicamento delle popolazione globale, sconfiggendo le fosche prospettive malthusiane che alla fine del XIX secolo apparivano più che mai concrete. Se vogliamo infatti attribuire un merito al pensiero agronomico del XIX secolo e al Cantoni è a nostro avviso quello di aver saputo mettere a frutto una lunga messe di  scoperte nel settore della chimica agraria, della fitopatologia, della biochimica, della genetica, ecc.. In tale contesto Cantoni fu attivo sia come ricercatore sia come divulgatore delle idee più innovative.
Circa il Cantoni scienziato, come cultore dell’agrometeorologia mi fa piacere rammentare che Cantoni fu antesignano di tale scienza con il suo Saggio di Meteorologia (1866) in cui esprimeva concetti ancor oggi di estrema attualità fra cui voglio citare a titolo d’esempio i seguenti: “Le piante non sono paragonabili ad un termometro comunque costrutto. Avanti tutto, il termometro non traspira, né evapora se bagnato da pioggia, rugiada, brina o nebbia. Epperò le piante, al pari degli animali, hanno nella traspirazione un mezzo per resistere anche in ambienti assai caldi. Ma questa traspirazione non è sempre eguale ad egual temperatura, perché l’umidità traspirata proviene dal terreno e questo può trovarsi diversamente umido e diversamente caldo. E ad egual temperatura e umidità del suolo, le piante traspirano di più o di meno secondo che il clima o la giornata sia umida o secca, o dominata più o meno dai venti. e ancora “Chiudiamo la presente memoria col dire che, per quanto grande sia il nostro desiderio di far passare in altrui le nostre opinioni, abbiam voluto indicare il nostro punto di partenza, la strada da noi seguita, gl’inconvenienti che incontrammo, i nostri dubbi, i nostri sospetti ed anche i nostri desideri. Le applicazioni possibili degli studi meteorologici e climatologici alla fisiologia vegetale e all’agricoltura ci sembrano tali da meritare attenzione. Ed è nostro fermo convincimento che tali studi, prendendo anche questo indirizzo di pratica utilità, abbiano ad acquistare importanza non minore di quella che già acquistarono nella navigazione.” (Cantoni, 1866).

Il contesto agricolo

Figura 2 – La tomba di Gaetano Cantoni al Tempio Crematorio
del Cimitero Monumentale di Milano.
Mario Romani (1963) evidenzia che, intorno alla metà del XIX secolo, l'elemento dominate della vita Lombarda e cioè la ruralità, si può dire raggiunga pur nell'estrema complessità delle sue manifestazioni, una sorta di maturo equilibrio che, se suscitava ammirati consenti anche fuori dei confini del Governo di Milano, non mancava di far nascere qualche grave interrogativo sulle sue possibilità di mantenersi nel tempo. Gli interrogativi erano legati allo stato di sconfinata miseria contadina attestato dal continuo diffondersi della pellagra, malattia da carenza nutrizionale legata alle diete a base di mais e dunque carenti di niacina e del suo precursore triptofano, cui si assommavano problemi legati alla presenza nel mais stesso di tossine da funghi patogeni. Tale quadro fu ulteriormente incupito dalla crisi della bachicoltura, fortemente danneggiata dalla pebrina, e dalla crisi viticola, legata alla prima recrudescenza dell'oidio, crittogama importata dall'America e che fece in quegli anni la sua comparsa, producendo nel 1852 un calo di 2/3 nella produzione di vino (Romani, 1963).
Di fronte alla nuova realtà politica dell'Italia unificata (1861) furono in pochi a pensare che le tribolazioni del mondo rurale avessero raggiunto il proprio termine. La risposta del nuovo Stato unitario consistette nella costituzione dei comizi agrari, un'istituzione creata a sostegno dell'agricoltura e per la diffusione di tecniche e innovazioni in campo agricolo. Istituiti dal Regio Decreto 3452 del 23 dicembre 1866, i comizi dovevano aver sede in ogni capoluogo di circondario, mantenendosi con i contributi dei soci e l'aiuto delle pubbliche istituzioni. A ciò seguì l'istituzione di quelle strutture di assistenza tecnica note come cattedre ambulanti (Failla e Fumi, 2006), promosse di solito dai Comizi agrari, con il supporto di altre istituzioni locali
.
Tutto ciò aveva luogo in coincidenza con un quadro fitopatologico che andava facendosi ancor più negativo in ambito viticolo a causa dell'arrivo dall'America di un altro patogeno della vite, la peronospora, e di un temibile parassita (la fillossera).
Nel 1882 ha inizio una gravissima crisi dell’agricoltura italiana dovuta al crollo dei prezzi dei cereali e del baco da seta sul mercato mondiale, crollo che si lega alla concorrenza americana e asiatica nel confronti delle agricolture europee e di cui rende conto la seconda relazione Jacini (1884).
Conseguenza della crisi fu un ulteriore peggioramento del tenore di vita delle classi meno abbienti delle campagne. A ciò si aggiunse una risposta tecnologica che consistette non solo nell'aumento di resa dei cereali ma anche nel potenziamento del settore lattiero caseario, sia tramite l'introduzione di bestiame da latte selezionato (Fumi, 2014) sia tramite il potenziamento delle opere irrigue a servizio della produzione foraggera (Romani, 1963).
Per collegare a tale contesto l’opera di Gaetano Cantoni, si deve considerare che nel 1869, in occasione del dibattito sul bilancio del ministero dell'Agricoltura, si era parlato di "un'inchiesta amministrativa sulle condizioni attuali della produzione nazionale, agraria e manifatturiera" (Giusti, 1975). Al progetto del Minghetti, ministro dell'Agricoltura, presentato al Consiglio superiore nel settembre, tenne dietro l'anno seguente uno schema molto dettagliato di questionario per un’inchiesta sulle condizioni della produzione agricola, dovuto ad una commissione composta dal Cantoni, dal Grattoni e dal Morpurgo. Elaborato un primo ritratto dell’agricoltura italiana, sulla base delle indicazioni venute dai comizi agrari, il Cantoni tradusse quei dati in schemi e in concetti ed aprì la strada ad un questionario più ampio che fu fatto proprio dal ministero dell'Agricoltura. Si ebbe così, proprio intorno al '70-'71, uno schema canonico di questionario, che trovò ripetute applicazioni e che, nei suoi tratti essenziali, ritroviamo identico anche nell'inchiesta Jacini (Giusti, 1975). L'uso del questionario-campione fu frequente soprattutto sul piano amministrativo e culminò nella Relazione intorno alla condizione dell'agricoltura nel quinquennio 1870-74. Al Cantoni, il cui questionario non si estendeva alle condizioni di vita e di lavoro dei contadini, va il merito di aver elaborato il voluminoso materiale proveniente dai comizi agrari e di aver impostato in modo metodologicamente corretto vari problemi, anticipando con l'indicazione di 11 regioni agrarie un criterio (più tardi scelto dallo Jacini) che permetteva analisi omogenee e compiendo infine il primo serio tentativo di indagine complessiva (Giusti, 1975).
Lo stesso Giusti (1975) scrive che dell'agricoltura italiana Gaetano Cantoni, nei suoi frequenti articoli su periodici specializzati, colse le strozzature e le difficoltà negli anni successivi all'unificazione nazionale, da un lato indicando - a proposito dell'apertura del canale di Suez - i danni derivanti a certi settori (risicoltura e bachicoltura), i possibili rimedi, l'opportunità di migliorare e ridurre le coltivazioni, dovendo l'agricoltura seguire la variazione delle condizioni di mercato (Il Canale di Suez e l'agricoltura italiana, in Il Sole, 1876), dall'altro appoggiando - in occasione del nuovo trattato di commercio con la Francia - la linea di condotta liberista, con il rifiuto del dazio sul frumento, e con l'auspicio di un'agricoltura dinamica e competitiva nei mercati esteri (Il dazio del frumento non giova, in Il Sole, 3 apr. 1878).
A testimonianza dell’impegno civile di Cantoni giova ricordare che nell'ottobre del 1882 si candidò alla Camera nel collegio di Piacenza e fu in effetti eletto anche se la sua elezione venne poi annullata per incompatibilità tra il mandato politico ed il suo impiego pubblico. E’ tuttavia interessante notare che nell'accettare la designazione dell'Associazione progressista di Piacenza, rivolgendosi agli elettori, Cantoni ebbe ad affermare che il miglior mezzo per combattere la concorrenza straniera era quello di utilizzare meglio le condizioni naturali, di migliorare i sistemi di coltura, nella persuasione che anche per la facilità delle comunicazioni si avvicinassero i mercati e ci si avviasse piuttosto verso la soppressione delle tariffe, che non al protezionismo (Necrologie…, p. 41) (Giusti, 1975).

Gaetano Cantoni e i suoi allievi

Nella sua lunghissima carriera d’insegnante Cantoni ebbe moltissimi allievi ed emblematico è in tal senso quanto egli ebbe a scrivere nel 1874: "parlando a Milano, non posso fare a meno di ricordare con rammarico la sorte dell'istituto agrario di Corte del Palasio, e lo ricordo perché, malgrado lo si accusasse di far troppa teoria, ora godo di sapere sparsi in ogni regione d'
Italia giovani che, mercé l'aiuto di quel capo d'accusa, in breve si fecero abilissimi coltivatori, e non ultimi fra i docenti, come son certo che lo saranno quei primi cui ora sarà distribuito un diploma".
Lo stesso Cantoni nell'introduzione alla sua opera L’agricoltura in Italia, dieci anni di sperienze agrarie (1884) a p.VII, in nota, scrive: "Devo citare la lodevole cooperazione degli assistenti Dott. Antonio Zanelli, Augusto Jemina, Filippo Terzaghi, Vittorio Alpe, Olinto De Pretto, Eligio Borea".
Fra questi faremo un rapido cenno ale figure di Olindo De Pretto, Antonio Zanelli e Angelo Menozzi.
Antonio Zanelli, nato a Chieve (Cr) nel 1825, si era laureato in legge presso la Regia Università di Pavia. Nominato professore di statistica, economia e legislazione rurale presso la scuola agraria di Corte del Palasio, si trasferì poi a Sondrio ove assunse l'incarico di preside del locale Istituto Industriale, passando successivamente ad insegnare ad Udine e quindi a Reggio Emilia. Qui fu inizialmente insegnante di agronomia all'Istituto Tecnico (1871) per poi essere nominato direttore dello Stabilimento Sperimentale di Zootecnia (1874) ed infine direttore della Regia Scuola di Zootecnia e Caseificio (1879). Come tale favorì la diffusione della razza bovina olandese ed impresse un nuovo indirizzo alla suinicoltura tramite l'incrocio di sostituzione dei suini locali con la razza inglese Large White. Ricevette numerosi incarichi dal governo tra cui quello di delegato per la scoperta e la sorveglianza della filossera e di giurato alle esposizioni di Vienna e Parigi e compilò per incarico del Ministero numerosi progetti relativi a soggetti di Agraria e di Zootecnia. Morì nel 1894.
Angelo Menozzi che sarà fra i padri della chimica agraria del XX secolo, era nato il 12 febbraio 1854 a Fogliano (ora frazione di Reggio Emilia), da Michele e Maria Maestri, piccoli agricoltori (Maggiore, 2009). Studente modello, ricevette una borsa di studio per frequentare l’istituto tecnico di Reggio Emilia ove ebbe per maestro lo Zanelli, il quale gli suggerì d’iscriversi alla Scuola superiore di agricoltura di Milano, ove il Menozzi si laureò in scienze agrarie nell’agosto del 1876 per iniziare poi una carriera che l'avrebbe portato dapprima a gettare le basi della teoria enzimatica delle maturazioni casearie e poi ad occuparsi di chimica vegetale, chimica analitica, chimica del terreno, dei fertilizzanti e delle acque d’irrigazione, di fisiologia vegetale, di insilamento dei foraggi e di altri domini della chimica applicata all’agricoltura. Da segnalare fra gli altri gli studi del Menozzi sulla nutrizione dei vegetali e sulla concimazione carbonica (Menozzi e Pratolongo, 1933 e 1945) che proseguono almeno idealmente quelli del Cantoni (1863).
Olinto De Pretto, agronomo formatosi alla Scuola Superiore di Agricoltura di Milano sotto la guida di Gaetano Cantoni, è certamente uomo del suo tempo e cioè di un’epoca in cui le discipline scientifiche non erano ancora cristallizzate come lo sono oggi e la persona di genio poteva con buoni frutti spaziare in ambiti vasti del sapere scientifico. Si spiega così l’interesse per le scienze agrarie, la geologia, la fisica e lo stesso successo conseguito nell’attività imprenditoriale.
Attorno a De Pretto ruotano personaggi come Almerigo da Schio, astronomo, meteorologo, aviatore e pioniere dei rilevamenti fenologici vegetali in Italia (
qui), Federico Sacco, geologo e paleontologo (qui) e Michele Besso, che fu in contatto con Albert Einstein.
Ne nasce una biografia originale, di quelle che farebbero inorridire i cultori della “coerenza disciplinare”, così diffusi nel nostro mondo accademico, e da cui traspaiono genio, passione, dedizione al lavoro, doti che il Cantoni riconosce al De Pretto suo assistente e che hanno fatto grande il nostro Paese. La biografia di De Pretto è disponibile (qui) (rif. Sito Agrarian Sciences).

Gaetano Cantoni oggi

Una breve riflessione finale in occasione del bicentenario merita l’attualità del pensiero di Gaetano Cantoni.
Di Cantoni colpisce anzitutto l’estrema attenzione che riservò sempre alla sperimentazione e ai dati che da essa derivavano, in ciò restando fedele alla lezione galileiana.
Mi pare inoltre importante segnalare la costante attenzione che Cantoni attribuì ai temi dell’innovazione tecnologica e del libero mercato, visti come strumenti in grado di offrire ricchezza nel nostro mondo rurale. In tal senso Cantoni fu figlio del suo tempo e cioè di un’epoca in cui la fiducia nel progresso come risultato della tecnologia era assai radicata nelle coscienze.
Mi preme inoltre ricordare che al nome di Gaetano Cantoni è oggi dedicato l’Istituto Tecnico Agrario di Treviglio, fondato nel 1874 a Grumello del Monte (BG) come Scuola Pratica di Agricoltura e trasferito a Treviglio nel 1925, ove nel 1926 fu intitolato al Cantoni.
Ricordo infine che le nuove tecnologie ci aiutano oggi ad incrementare la fruibilità delle opere di Cantoni. Al riguardo ricordo che su iniziativa di un gruppo di appassionati, fra cui ricordo l’amico Gianfrancesco Esposito, è stata avviata su wikisource (qui) una raccolta delle opere di Gaetano Cantoni liberamente consultabili e passibili di ricerca per parole chiave.

I principali scritti di Gaetano Cantoni

Pubblicazioni anteriori al 1848

  • “ Osservazioni critiche sul modo di allevare il baco da seta ” (1847)
Principali pubblicazioni del periodo 1850-61   
  • L’almanacco “L’amico del contadino”
  • Trattato completo di agricoltura compilato dietro le più recenti cognizioni   scientifiche e    pratiche   dal   dott.   Gaetano Cantoni
  • Nuovi principi di fisiologia vegetale applicati all’agricoltura

 Principali pubblicazioni del periodo 1861-66
  • Solforazione delle viti (1862)
  • Fisiologia vegetale (1860 – 2° edizione)
  • Sull’analisi delle terre per scopi agricoli (1865)

 Principali pubblicazioni del periodo 1866-70
  • Saggio di meteorologia applicata alla botanica e all’agricoltura (1866)
  • Sperienze sulla contagiosità delle pebrina (1867)
  • Enciclopedia agraria (1868)
  • Durée du pouvoir contagieux des curpuscules (1869)
  • Dottrina agraria di Giorgio Ville (1868)
  • La fecondazione dei fiori ermafroditi (1868)
  • Sull’uso delle macchine in agricoltura (1869)
  • Il bestiame e il prato (1869)
  • De la temperature de l’air et du sol dans ses rapports avec la vegetation (1869)

 Principali pubblicazioni del periodo dal 1870
  • Qu’est ce qu’un bon assolement (1872)
  • Sulla ruggine del frumento (1873)
  • Etudes pratiques sur la culture du lin (1876)
  • Industria del latte (1878)
  • Sulla fillossera nell’economia rurale (1880)
  • La peronospora (1880)
  • Saggio di fisiologia vegetale (1883)
  • Trattato di agricoltura – 3° edizione (1884)
  • L’agricoltura in Italia - dieci anni di esperienze agrarie eseguite presso la R. scuola superiore di agricoltura di Milano (1885)

¹ Le ceneri di Giovanni riposano al Tempio Crematorio (non lontano da quelle di Gaetano) ed il suo nome è ricordato al Famedio del Cimitero Monumentale stesso.
² Il tempio Crematorio fu voluto da Alberto Keller (1800-1874), industriale attivo nel settore della seta, la cui salma fu la prima a esservi cremata nel 1876 secondo il metodo messo a punto da Paolo Gorini (Socrem, 2015). 
³ Per tradizione Milano non ospitava Università, che allora avevano sede a Pavia, ma viceversa aveva alcuni Istituti Superiori fra cui il Politecnico e la Scuola Superiore di Agricoltura. Ciò può spiegare il fatto che, quando in epoca fascista si stabilirono le nuove sedi delle nascenti università, Politecnico ed Agraria furono ambedue collocate nelle immediate vicinanze di in piazza Leonardo da Vinci
Al congresso di Pisa (1839) seguirono quelli di Torino (1840), Firenze (1841), Padova (1842), Lucca (1843), Milano (1844), Napoli (1845), Genova (1846), Venezia (1847), Siena (1862), Roma (1873) e Palermo (1875). Dalla costola dei Congressi nacque, a Palermo nel 1875, sotto la presidenza di Terenzio Mamiani, l’associazione permanente che cominciò a chiamarsi Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) (Casini, 2015). 
[NDR] “ipocriti” perché costretti dalle circostanze a dissimulare la loro italianità. 
Coloro che ancor oggi parlano ad ogni piè sospinto di “temperature percepite” dovrebbero a mio avviso meditare su tali parole.  
Al riguardo si osservi che la necessità di diffondere e applicare le conoscenze agronomiche al mondo rurale fu avanzata per la prima volta durante un convegno tenutosi a Pisa nel 1839, in occasione della Prima riunione degli scienziati italiani.


 
Bibliografia

Cantoni G., 1863. L’acido carbonico nella nutrizione delle piante, in Annali d’agricoltura, compilati dal dott .Gaetano Cantoni professore d’agronomia all’istituto agricolo di Corte del Palasio, sezione di Fisiologia vegetale, anno III, volume III, n. 6, 25 marzo, 6-8.

Cantoni G., 1865. Saggio di Meteorologia applicata alla botanica e al'agricoltura del professor Gaetano Cantoni, professore d'agronomia presso il regio Museo Industriale di Torino, Milano, tipografia Bernardoni, 1866.

Cantoni G., 1874. Discorso pronunciato alla Scuola superiore di agricoltura il 4 genn. 1874 in occasione della consegna dei diplomi agli alunni, presente il Ministro d'agr., ind. e com., comm., estratto da La Perseveranza, 1874, 9 p. 8

Cantoni G., 1884. L’agricoltura in Italia, dieci anni di sperienze agrarie, edizione Lampi di stampa, 398 pp. (disponibile al sito
qui)

Cappellozza L., Saviane A., Cappellozza S., 2014. Storia della bachicoltura con particolare riferimento all’italia del nord, in Atti del seminario Insetti Utili, Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura, 65-70, ISBN 9788890973529.

Casini P., 2015. Scienziati italiani a congresso prima dell'unità, (
qui(sito visitato il 23 marzo 2015).

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Luigi Mariani

Agronomo libero professionista, condirettore del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e vicepresidente della Società Agraria di Lombardia. Presso la Facoltà di Agraria di Milano insegna Storia dell’Agricoltura dopo essere stato docente a contratto di Agrometeorologia e Agronomia generale.


1 commento:

  1. Davvero interessante la biografia scritta del prof. Mariani e davvero curiosa la vicenda dell’ agronomo De Pretto precursore della Relatività di Einstein.

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