giovedì 13 agosto 2015

Mito e natura dalla Grecia a Pompei – alcune note sulla mostra

di Luigi Mariani





Ho visitato la mostra Mito e natura dalla Grecia a Pompei, che si tiene al Palazzo Reale, in piazza Duomo a Milano in occasione di Expo 2015 e che resterà aperta fino al gennaio 2016 (costo del biglietto intero: 12 Euro). 
Si tratta senza alcun dubbio di una mostra di grande interesse per la ricchezza dei reperti presentati e che illustrano un arco temporale per lo più compreso fra il VIII° secolo a.C. ed il II° secolo d.C,, pur se non manca nel finale un ritorno al presente con alcune opere di de Pisis.


Rilievo pecora con agnelli, Rilievo Grimani

Peraltro dalla mostra non emerge a mio avviso solo il rapporto fra natura e mito ma anche quello fra lettura simbolica e lettura veristica, con quest'ultima che traspare ad esempio da alcune lesene marmoree provenienti dalla Villa Adriana di Tivoli e che con estremo realismo raffigurano tralci di vite o ancora dal rilievo Grimani della pecora con il suo agnello  proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna o infine dagli affreschi pompeiani dalla Casa del Bracciale d’oro , ove fanno bella mostra di sé il corbezzolo (Arbutus unedo L.), l’oleandro (Nerium oleander L.) e uccelli (una gazza, un colombaccio, due colombe, una rondine, ecc.) .
Da questo punto di vista mi sarei atteso qualcosa di più sul piano dell'analisi, in quanto se la natura è fatta di piante ed animali una maggiore attenzione agli aspetti botanici e zoologici avrebbe potuto arricchire di significati molte rappresentazioni la cui descrizione si limitava un po' troppo semplicisticamente a "alberi, erbe, uccelli". La stessa figura del tuffatore, proveniente dalla famosa tomba di Paestum, presenta due alberi che potrebbero a mio avviso essere interpretati come salici, in quanto il salice è pianta sacra a Ecate e dunque legata al passaggio dalla vita alla morte, cui fa con ogni probabilità riferimento il tuffo stesso.

Inoltre la sezione dedicata a "La natura coltivata dono degli dei" non riesce a mio avviso a rendere in modo efficace la grandezza e la peculiarità del dono, il quale consiste nella domesticazione di piante ed animali, un evento che muta radicalmente ed in modo permanente il nostro rapporto con la natura affermando una simbiosi fra uomo e piante coltivate e fra uomo e animali domestici che non ha precedenti e che è a tutti gli effetti all’origine della nostra civiltà. Da questo punto di vista non posso dimenticare che i nostri antenati avevano un rapporto con piante e animali assai più stretto di quello che intrattengono i nostri contemporanei e che non può essere compreso se non ci si cala in una dimensione realistica che è fatta da un alto di tassonomia e dall’altro dei gesti dell’agricoltore e dell’allevatore. 

Ciò detto i miei complimenti agli organizzatori per l'interesse del tema proposto e per la ricchezza dei contenuti e un ringraziamento a tutti coloro che hanno conferito alla mostra pezzi davvero unici e in grado di suscitare grande emozione nel visitatore.



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