di Sergio Salvi
Attività trasposonica in Dahlia variabilis (foto Salvi) |
Nel 1939, in un’intervista rilasciata da Nazareno Strampelli a Silvio Negro, giornalista de “La Lettura - Rivista mensile del Corriere della Sera”, il genetista maceratese accenna ad esperimenti d’ibridazione sui garofani compiuti nei primi anni della sua intensa attività di ricerca svolta a Rieti che, come ormai sappiamo, riguardò non solo il frumento ma moltissime altre specie.
Questa dei garofani è una delle tante faccende strampelliane rimaste in sospeso, poiché di prove documentali a suo favore, al momento, non ne abbiamo trovate.
C’è però un curioso link tra gli interessi floreali dichiarati dal genetista e le osservazioni compiute, stavolta sulle dalie, da suo figlio Benedetto (1904-1987), il quale nel 1922, appena diciottenne, fu autore di una brevissima nota dal titolo “Un nuovo caso di disgiunzione pigmentale in una infiorescenza di Dahlia variabilis”. La nota fu pubblicata nientemeno che negli Annali di Botanica diretti da Pietro Romualdo Pirotta (1853-1936), botanico pavese famoso per aver scoperto la presenza in Italia della peronospora della vite (Plasmopara viticola) e per i suoi studi di biologia e genetica fiorale.
Nella nota, il giovane Benedetto descrive le osservazioni effettuate nel 1919 su di una infiorescenza di dalia a fiori rosso scarlatti portante alcuni fiori con linguetta bianca (Foto 1).
Foto 1 (Strampelli B., 1922) |
Prelevati e piantati i tuberi nella primavera successiva, Benedetto ottenne “...due piante con tutte le infiorescenze completamente rosse, una pianta con infiorescenze rosse aventi qualche fiore bianco come l’infiorescenza notata nel 1919, ed infine due piante nelle quali alcuni rami portavano infiorescenze con tutti i fiori bianchi, aventi però ciascuno una zona della base della linguetta, colorata in rosso, leggermente più marcato nei fiori centrali...”.
Il giovane Strampelli chiude la sua breve nota dichiarando di voler “...proseguire nella propagazione per tuberi ed anche per talee, onde fissare la nuova varietà bianco-rosso apparsa...”, ed anche “...di seguire la semina degli acheni ottenuti nelle infiorescenze protette per impedire la fecondazione incrociata...”.
Ovviamente, né Benedetto né il padre Nazareno potevano immaginare che quegli “scherzi” di pigmentazione manifestati dalle infiorescenze di dalia erano stati provocati dall’azione dei trasposoni, elementi mobili del genoma la cui esistenza fu dedotta per la prima volta dalla genetista statunitense Barbara McClintock (1902-1992) grazie agli studi sul mais intrapresi a partire dalla metà degli anni ’40 presso il leggendario Cold Spring Harbor Laboratory.
Alcune considerazioni: nel biennio 1919-1920, periodo in cui effettuò le sue osservazioni, Benedetto Strampelli era uno studente liceale che già manifestava evidenti atteggiamenti emulatori della figura paterna. La sua nota, di appena quaranta righe e corredata di due fotografie, lascia immaginare che dietro alla sottomissione ad una rivista autorevole come gli Annali di Botanica possa esservi stato lo zampino di Nazareno il quale, forse nel tentativo d’incoraggiare il suo unico figlio maschio a ripercorrere le proprie orme, trovò il modo di garantirgli visibilità su di una rivista specialistica. L’operazione - se di operazione si trattò - evidentemente non sortì gli effetti sperati, visto che il giovane Benedetto non proseguì oltre nelle sue ricerche botaniche ma scelse di seguire - peraltro con notevole successo - la carriera medica, affermandosi come brillante oftalmologo.
Insomma, il “trasposone” della genetica vegetale saltò per un attimo da Nazareno a Benedetto, per poi tornare, subito dopo, da dove era venuto.
Bibliografia
Negro S., 1939. Nazareno Strampelli inventore di grani, La Lettura - Rivista mensile del Corriere della sera, n. 9, pp. 814-821.
Salvi S., 2012. Nazareno Strampelli (1866-1942): un grande fervore di ricerca, Naturalmente, vol. 25, n. 4, pp. 27-31.
Strampelli B., 1922. Un nuovo caso di disgiunzione pigmentale in una infiorescenza di Dahlia variabilis, Annali di Botanica, vol. 25, n. 4, pp. 278-279.
Sergio Salvi
Laureato
in Scienze Biologiche presso l’Università di Camerino, nel corso della
sua attività di ricercatore si è occupato di genetica lavorando presso
enti di ricerca pubblici e privati. Dal 2007 svolge attività di ricerca e
divulgazione storico-scientifica su Nazareno Strampelli, rivolgendo
particolare attenzione al recupero d’informazioni inerenti l’attività
scientifica meno nota del genetista marchigiano e all’attualità delle
innovazioni da lui introdotte in agricoltura.
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