mercoledì 17 giugno 2015

Presentazione Agrarian Sciences di A. Saltini alla Facoltà di Agraria


di Cesare Neri 


Presentazione Agrarian Sciences in the West. Foto  Silvio Scarsi
Il giorno 8 giugno, alle 16,30, nell’aula conferenza dell’ edificio che raccoglie aule e laboratori apprestati per agli insegnamenti relativi alle scienze alimentari della Facoltà di Scienze Agrarie di Milano, si è tenuta la presentazione dei primi quattro volumi stampati delle Agrarian Sciences in the West di Antonio Saltini, un’opera, ha ricordato l’autore, nata dalle conoscenze e dalle curiosità accese dalla partecipazione, tra il 1968 e il 1972, al corso di laurea in Scienze agrarie impartito nella seconda facoltà creata, nell’Ottocento, da uno dei pochi grandi agronomi in grado di misurare l’entità del ritardo della scienza delle coltivazioni e degli allevamenti rispetto ai paesi che guidavano, in Europa, il progresso delle conoscenze biologiche, fisiche, economiche.

Nata da conoscenze e suggestioni maturate durante il corso di laurea, l’opera, stampata nel 1979 in volume unico, tra il 1984 e il 1989 in quattro volumi doviziosamente illustrati, nonostante le prospettive quantomeno evanescenti di ristampa era oggetto, negli anni successivi, di un assiduo impegno di ampliamento comprendendo l’analisi di opere di reperimento oltremodo arduo, di revisioni di giudizi che suggerivano, a fronti di nuove acquisizioni, ritocchi o aggiustamenti, di integrazioni biografiche e bibliografiche.
Quando, nel 2010, il Consiglio di Facoltà, propenso a abolire il corso di Storia dell’agricoltura, da più di un anno impartito in modo non soddisfacente, decideva, all’unanimità, di offrirlo a Saltini, il ritorno agli antichi edifici e ai viali di tigli coincideva alla decisione, assunta con alcuni amici, primo tra gli altri l’avv. Eliseo Alimena, di cercare le strade che consentissero la stampa di un’edizione italiana ampliata con inserimenti e integrazioni di venti anni, e di valutare l’eventualità di un’edizione inglese, un’idea da anni caldeggiata dall’amico prof. Salamini, l’impegnativo proposito si sviluppava parallelamente al nuovo ruolo di docente del corso facoltativo di Storia dell’agricoltura, che conosceva un significativo successo tra gli studenti anche per il caloroso impegno dei presidenti dei singoli corsi di laurea a promuoverne la frequenza.
E’ stato, quindi, nello spirito della celebrazione di una creatura nata e maturata nell’alveo della Facoltà che si è svolta la presentazione dei quattro volumi inglesi stampati, i primi tre ed il VII, la cui stampa è stata anticipata a quella dei volumi intermedi perchè l’opera fosse proponibile, in tempi di Expo, includendo il tomo che analizza le grandi conquiste delle conoscenze agrarie nel ventesimo secolo, le polemiche che dividono, sulle prospettive dello sviluppo scientifico, l’opinione pubblica sedotta e disorientata dai messaggi di nuovi sciamani, visionari, sedicenti profeti, le riflessioni dei protagonisti della scenza agronomica sul futuro dei rapporti tra l’umanita ed il cibo.

Presenti, tra una molteplicità di colleghi, i responsabili del dipartimento in cui è inserito l’insegnamento di Storia dell’agricoltura, Anna Sandrucci e Matteo Crovetto, alcuni degli attuali docenti che sedevano sui medesimi banchi insieme allo studente Saltini, Franco Sangiorgi e Giuseppe Lozzia, o che a quegli studenti impartivano il proprio insegnamento, quale Giuseppe Succi, l’incontro è stato aperto dal saluto di Dario Frisio, attuale coordinatore dell’antica Facoltà, ha quindi interrogato Saltini sulla storia del lavoro Dario Casati, già preside quindi prorettore dell’Ateneo milanese, che ha concluso invitando a proporre il quadro complessivo dei sette volumi Tommaso Maggiore, decano della Facoltà e, idealmente, di tutti gli agronomi italiani, che ha assolto all’ardimentoso compito di presentare l’intera opera (3.500 pagine) in una cornice di adamantina chiarezza, senza trascurare nessuno dei protagonisti maggiori, i grandi scienziati che hanno segnato le tappe capitali del progresso agronomico, inserendo argute annotazioni su dispute e contese personali che hanno segnato la lunga traiettoria, soffermandosi sul ruolo capitale, nel rinnovamento della cultura agronomica nazionale, di Gaetano Cantoni, fondatore della Facoltà.

In un clima di affettuosa familiarità è seguita una vivace conversazione a più voci animata dai relatori, coinvolgendo ripetutamente l’autore, cui hanno preso parte i docenti presenti e molti dei membri del pubblico: il clima del più genuino festeggiamento di un’opera che più di uno dei docenti presenti ha riconosciuto unica al mondo, che può veridicamente essere considerata creatura della Facoltà di Agraria dell’Ateneo di Milano

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