giovedì 11 giugno 2015

OGM e antiscienza : assisteremo anche in Italia a queste iniziative insensate ?


di Alberto Guidorzi


Fino ad ora l’antiscienza si è scagliata solo su una tecnica volta a creare aumento di variabilità genetica nelle piante coltivate, cioè contro la tecnica del DNA ricombinante perché l’acronimo “OGM” è stato riempito di tanti e tali pericoli e nefandezze che vi è stato buon gioco nell’impressionare l’opinione pubblica. Infatti i movimenti ambientalisti hanno così potuto facilitare la loro visibilità massmediatica, sono arrivati a “vendere” i loro servizi (meglio sarebbe dire ricatti) a multinazionali, a sensibilizzare pseudofilantropi ricchi sfondati e a partecipare al lauto banchetto di molti illusi pronti a dare in modo acritico il loro obolo per una presunta giusta causa.

Per chi invece conosceva quanto era stato messo in atto da tempo per aumentare la variabilità genetica da sfruttare per nuove costituzioni vegetali, questo accanirsi solo su una tecnica , non era minimamente compreso, anzi ci si sorprendeva di tanta pochezza scientifica. Essi, infatti, ignoravano, ma forse hanno subdolamente sottaciuto, che ormai di piante geneticamente modificate (PGM) era piena la cornucopia delle piante alimentari e che il limitare ad una pratica sola l’ostracismo equivaleva ad una scelta non scientifica, ma solo politico-ideologica.
Inutile dire che tutte le piante coltivate derivano da mutazioni di caratteri genetici che hanno suscitato l’interesse dell’uomo e costituiscono da tempo immemorabile il nostro cibo. L’uomo, però, da essere intelligente ha cercato di copiare dalla natura e rifare ciò che la ricerca ha dimostrato essere avvenuto tantissime volte. Ha verificato che vi era una relazione diretta tra quantità di DNA e volume delle cellule: erba medica e patata ne sono esempi e quindi quando nel 1937, si è scoperta l’azione dell’alcaloide colchicina nell’indurre la poliploidia, ha pensato di usarla per lo scopo. Anzi ha scoperto che corredi dispari del genoma di base creava piante sterili (vedi banana) ed allora l’ha applicata per ottenere piante senza semi (vedi triploidia nella bietola, nell’uva, nelle angurie, negli agrumi, nelle mele ecc.). Su queste realizzazioni, ormai facenti parte della nostra dieta, nessuno ha avuto nulla da dire, mentre il solo aver ipotizzato per le PGM moderne di non far produrre i semi ha fatto gridare allo scandalo e si è inventata la frottola che si defraudava il contadino della possibilità di autoprodursi il seme; quando invece l’agricoltore non si sente per nulla defraudato, anzi ha detto: “ben vengano queste piante se mi danno un vantaggio ed anche se devo comprare il seme ogni anno”. Inoltre, come la poliploidizzazione naturale aveva permesso la fertilità di specie nuove che spontaneamente si creavano, così noi l’abbiamo sfruttata per far riuscire incroci interspecifici e intergenerici al fine di avere accesso a geni nuovi. Pensiamo alle crucifere o brassicacee coltivate, alle fragole ananas, al triticale, ai loietti ibridi ecc.
Che dire poi dell’ ibridazione somatica o fusione di protoplasti, cioè l’unione dei geni di due cellule somatiche diverse e successiva rigenerazione di una pianta intera totalmente nuova e con un corredo genetico mai avuto? Con questo sistema abbiamo inserito la resistenza alla peronospora nelle patata. Anche qui nessuno si alzato a dire che la patata conteneva un veleno e quindi vi era il pericolo, insito nella pianta, di aumentarne i contenuti e quindi occorreva una preliminare valutazione. Nessuno ha opposto rifiuti al fatto che la fusione di protoplasti ibridava anche il DNA presente nel citoplasma, cosa che non avviene per via sessuale. Non solo, ma anche qui si potevano creare piante maschio sterili. Abbiamo creato artificialmente le mutazioni genetiche con trattamenti fisico-chimici ed ottenuto piante nuove (il pompelmo rosa e la sua aspermia, il ciliegio autofertile, molte varietà di riso mutate (le varietà di riso ottenute per mutazione indotta sono ben 434, comprese le varietà ottenute da incroci con varietà mutate – fonte FAO) sono presenti oltre che da noi in Asia, negli USA, in Australia, Egitto e Sud-America. Ma una varietà ottenuta già 40 anni fa in questo modo è il nostro frumento duro Creso. La letteratura ci dice che in Italia coltiviamo ben 35 varietà mutate artificialmente ( 13 di frumento duro, 6 di pisello, 2 di frumento tenero, 3 di melanzane, 1 di olivo, 1 di patata e una di riso appunto). Nel mondo sono ben 2252 le piante coltivate mutate artificialmente e ben 1072 sono di cereali.
Ora vediamo cosa sta avvenendo in Francia, un paese a noi molto vicino e che vive le stesse identiche contraddizioni nostre.
Si sono praticate distruzioni sistematiche di prove e laboratori in cui si ricercavano OGM veri perché così diceva la legge (sic!), e, quando queste finirono a causa dell’esaurimento della ricerca , si arrogarono il diritto di dire che esistevano degli “OGM clandestini” che andavano distrutti e per far più colpo ed impaurire di più li definirono “OGM nascosti”. In più questi atti comunque contrari alle leggi non sono stati sanzionati come prescritto
Nel 2010 si è cominciato a distruggere installazioni e prove di campo di girasole e soia, seppure non si trattasse di piante OGM, di artificiale non si era creato niente, ma si cercava di selezionare solo una mutazione spontanea di resistenza ad un erbicida. La stessa cosa è stata fatta sul colza dove anche qui si stava selezionando una mutazione spontanea creatasi al fine di ottenere varietà tolleranti a quello specifico diserbante. Questa opera vandalica, inoltre, è stata ripetuta sistematicamente di anno in anno fino al 2014 e molta ricerca pubblica è stata buttata al macero. Quest’anno assistiamo invece ad una ulteriore escalation vandalica perché sono state distrutte le prove d’iscrizione di varietà di colza, ivi comprese le prove di verifica del mantenimento delle caratteristiche varietali di varietà già commercializzate. Chi eseguiva queste prove era un istituto a cui lo Stato aveva affidato di verificare la validità agronomica delle nuove varietà e il mantenimento nel tempo delle caratteristiche iniziali al fine di tutelare gli interessi degli agricoltori che avrebbero acquistato sul mercato il seme da seminare.
Quali le motivazioni di questa azione vandalica perpetrata in Francia?
Una è che a giudizio insindacabile di questi vandali bisogna tutto distruggere perché non esiste trasparenza, mentre occorre far sapere ciò che va a finire nei nostri piatti, un’altra è che le prove del Registro varietale rappresentano un modo di legalizzare tutti gli OGM clandestini che vengono creati. Sulla stampa, invece, si trincerano dietro il fatto che hanno esaurito tutti gli strumenti legali disponibili e quindi non rimane che la giustizia fai da te.
A niente è valso il fatto di spiegare che il selezionare una mutazione di tolleranza ad una sola molecola chimica diserbante, com’è il caso del colza significa dividere per 10 l’uso di questi trattamenti in coltivazione ( da 0,5/1 kg di p.a/ha si scende a 40 g/ha).
Ora i vandali hanno perfino depositato un ricorso al Consiglio di Stato francese per ottenere la messa al bando di tutto quanto essi hanno deciso essere OGM, tramite appunto l’abrogazione di un articolo della legge sull’ambiente che definisce OGM tutto ciò che non deriva da fecondazione e ricombinazione naturale. E’ evidente che di varietà attualmente coltivate ben poche si salverebbero, comprese quelle usate in agricoltura biologica, e quindi se le sottoponessimo, come vorrebbero che fosse fatto, ai controlli gravosissimi messi in atto per gli OGM definiti tali per legge, nessun miglioratore vegetale si cimenterebbe più nel lavoro di selezione; ciò, però, lascerebbe l’agricoltura moderna orfana delle varietà vegetali che l’hanno fatta progredire. Alla base quindi vi è anche un fine più subdolo: si vuole sferrare un colpo mortale all’industria sementiera esistente per ritornare ad usare gli ecotipi territoriali perché, a loro dire, sono stati selezionati nelle condizioni uguali a dove si coltivano. E’ la famosa nozione di selezione genetica partecipativa portata avanti anche da noi da Mario Capanna e che propone come unico metodo la selezione massale di ancestrale memoria.
Ma il discorso, volto a loro dire alla maggior tutela del consumatore e dell’ambiente, nasconde anche la strategia di non permettere più ai metodi dell’agricoltura moderna di esistere. Nei vari proclami, dei vandali di cui sopra, sono contenuti concetti di questo genere: “il modello agricolo di oggi è all’origine di tutti gli attentati alla biodiversità sia selvatica che coltivata. Ogm, pesticidi, standardizzazione delle piante e specie coltivate attentano alla fertilità dei suoli, alla sopravvivenza degli insetti pronubi ed inquinano le acque. L’agricoltura convenzionale poi attenta alla vita delle altre agricolture più rispettose dell’ambiente e orienta la produzione mondiale verso il risultato di affamare gli uni e non nutrire gli altri.” Si vuole insomma instaurare una “decrescita radicale”! Se, ora, queste idee faranno proseliti attivi anche in Italia, e di materiale umano degenerato a tal punto ne abbiamo a iosa, la nostra agricoltura, già sull’orlo dell’abisso, vi precipiterà; quindi addio al nostro tanto decantato “Made in Italy” (che già ora è fatto da un 50% di materie prime importate). Inoltre, i consumatori per il loro mangiare, saranno lasciati alla mercé di mercati delle commodity sempre più ballerini e rincarati. Non è fuori luogo, però, ipotizzare che in questi casi vi sarà chi mangia e chi guarda.


Alberto Guidorzi
Agronomo. Diplomato all' Istituto Tecnico Agrario di Remedello (BS) e laureto in Scienze Agrarie presso UCSC Piacenza.  Ha lavorato per tre anni presso la nota azienda sementiera francese Florimond Desprez  come aiuto miglioratore genetico di specie agrarie interessanti l'Italia. Successivamente   ne è diventato il rappresentante esclusivo per Italia ; incarico che ha svolto per 40 anni accumulando così conoscenze sia dell'agricoltura francese che italiana.





4 commenti:

  1. Certo l’imbarazzo di questa gente è destinato a salire (ma che siano capaci di imbarazzarsi?) L’obsolesenza di certe scoperte diviene tanto veloce che tecniche biotecnologiche fino a ieri ritenute all’avanguardia, come lo sono state l’irraggiamento, la transgenesi, la cisgenesi sono sopravanzate da quelle nuove come le forbici molecolari, l’interferenza con ARN, le meganucleasi, TALEN, nucleasi a dita di zinco, CRISPR-Cas9. Tra l’altro sono tecniche che nello spazio di poco tempo si sono velocizzate altre misura e, ciò che è più importante i costi si sono divisi per un fattore 10.000.

    La prima notizia è che con la tecnica del CRISPR- Cas si sono modificati i contenuti in lignina e tannini nei pioppi riducendoli entrambi in quanto i geni interessati sono stati tolti. I pioppi modificati possono aumentare la resa energetica delle biomasse legnose e rendere appetibili per certi ruminanti anche le parti verdi delle essenze legnose.
    http://news.uga.edu/releases/article/researchers-edit-plant-dna-using-mechanism-evolved-in-bacteria-0615/

    Altra notizia è che con la tecnica suddetta si possono modificare a piacimento le cellule somatiche umane (sulle cellule seminali vi è un accordo per non modificarle) e quindi al limite guarire certe malattie o imperfezioni. Qui però gli anti OGM sembra che abbiano capito che una loro contrarietà, se la tecnica può effettivamente sanare malattie umane, potrebbe rivelarsi un autogol e quindi sembrano possibilisti.

    http://www.agriculture-environnement.fr/edito/article/corriger-le-genome-humain#.VXlbbgxLbyE.twitter

    RispondiElimina
  2. Ottimo articolo, chiaro e conciso; il solito grande Alberto

    Fabrizio Mazzanti

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Articolo da conservare e rileggere ogni tanto per fare un pò dì revisione al cervello.

    RispondiElimina