martedì 23 giugno 2015

Gli OGM, l'agricoltura italiana e la Coldiretti

di  Vincenzo Cappellini



Il 13 marzo u.s., la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il testo della Direttiva Comunitaria con la quale dopo cinque anni di diatribe è stata demandata agli Stati Membri la libertà di decidere se coltivare o meno gli O.G.M. nell’ambito dei loro terreni agricoli.
Ovvio che questo provvedimento ( il quale più “pilatesco” non avrebbe potuto essere) abbia fatto cantar vittoria a coloro i quali sono contrari al biotech e fra questi, in primis, la Coltivatori Diretti.
Ho pertanto presenziato con interesse ad un convegno sull’argomento, tenutosi il 7 maggio all’Expo di Venezia, il quale, seppur organizzato dalla corrente favorevole agli O.G.M., prevedeva il contradditorio attivo di parte contraria e, nel caso, anche del Presidente Regionale della Coltivatori Diretti del Veneto, Dott. Giorgio Piazza.
Sinteticamente, per i soliti motivi di spazio, riporto nel prosieguo alcune mie elementari considerazioni sulla discussione che ne è scaturita e lo faccio prendendo lo spunto dalla domanda posta al citato Presidente della Coltivatori Diretti, da un uditore, il quale ha chiesto di spiegargli perché in Italia non si possono coltivare gli O.G.M. dal momento che da quasi 20 anni li “mangiamo senza problemi di salute, di inquinamenti ambientali o di altra natura!! ”
E di qui la prima sorprendente risposta del Dott. Giorgio Piazza: “Noi (Coldiretti ovviamente) sosteniamo oggi che gli O.G.M. non debbono essere coltivati in quanto non sono “economicamente convenienti” SIC!! Da rimanere increduli e domando: “Dopo tanti anni che hanno sostenuto la non sicurezza alimentare degli O.G.M., dopo aver fatto spendere alla comunità, anche internazionale, notevoli risorse economiche per dimostrare il contrario e cioè la perfetta salubrità dei cibi transgenici ( vi hanno operato oltre 2.000 laboratori di ricerca in tutto il mondo) solo ora questi coltivatori associati si sono accorti e riconoscono che i loro timori per tali problematiche erano del tutto infondati. Non contenti di questa iniziale errata contrarietà hanno successivamente “inventato” il pericolo “ dell’inquinamento ambientale e sociale”.
Non parlo del cervellotico “inquinamento sociale” perché il discorso sarebbe troppo lungo. Mi si lasci solo osservare in merito a quello “ambientale”, come questa loro posizione contraria sia stata facilmente demolita in quanto è, semmai, solo la coltivazione biotech quella che affranca l’agricoltore dall’impiegare notevoli quantitativi di erbicidi, antiparassitari, diserbanti ed altri pesticidi vari, i quali sono causa diretta del citato inquinamento. E quindi, proprio il contrario di quello che questi coltivatori hanno sempre assurdamente sostenuto.
Come non bastasse, il rappresentante della Coldiretti è perfino arrivato a dire, utilizzando per questo ( e spero in buona fede) un verbo del tutto improprio, che gli O.G.M. “contaminerebbero” le colture non “biotech” dei suoi associati.
A parte che, fra addetti ai lavori, si dovrebbe semmai parlare di impollinazione od al massimo di commistione, anche questa arma si è rilevata spuntata come hanno dimostrato le reali e veritiere rilevazioni fatte sui campi del Friuli e comprovate anche in sede giudiziale ( vedasi CTU – causa MIPAAF / Dr. Giorgio Fidenato).E mi fermo qui per non fare della facile ironia, che è lontana da ogni mia intenzione.
Ora la Coldiretti, visto che non può parlare di danni alla salute, di pericoli per l’ambiente ecc.., si è rifugiata a sostenere, come già detto, che gli O.G.M. non si devono coltivare in quanto non rendono economicamente.

Ma come si fa ad arrivare a tanto?

Sarò io, libero imprenditore privato, ( e la mia libertà di intraprendere è garantita oltre che dalla Costituzione Italiana anche dal Trattato dell’Unione Europea), che deciderò se mi conviene o meno seguire un certo indirizzo produttivo e non lo Stato centrale. Grazie a Dio, i tempi degli stati social-centralisti, inizio secolo scorso, sono tramontati da tempo. Basta poi osservare che, se, nel mondo, si coltivano oggi con O.G.M. oltre 180 milioni di ettari di terreno e questa superficie è in costante aumento, non è plausibile pensare che ciò avvenga con innumerevoli agricoltori che non sanno fare bene i loro conti e quindi operano in perdita.Molti altri sono stati i passaggi del Dott. Piazza sui quali sarebbe facile soffermarsi ancora, ma devo chiudere.
Mi si lasci solo fare un cenno, l’ultimo, all’annuncio fatto dal Presidente della Coldiretti il quale ha dichiarato che, su loro sollecitazione, i Consorzi Agrari, a differenza di quanto fatto fino ad oggi, in un prossimo futuro metteranno in commercio dei mangimi per animali OGM Free.
Ma si è mai domandata la Coldiretti a cosa potrà praticamente servire questa loro “manovra” sindacal/pubblicitaria? Niente di Niente !!. Anzi per la nostra economia italiana tutto questo avrà senz’altro degli effetti economici negativi in quanto sarà solo fumo negli occhi dei consumatori più sprovveduti ed indifesi, mentre si creerà una nuova linea di prodotti commestibili “incerti” che, invece di essere stati ottenuti con cereali e leguminose sani, quali i biotech, saranno per contro “contaminati” (e qui il termine calza a pennello) da mais colpito da malattie funginee, micotossine, aflatossine ecc. tutte ben presenti nei cereali oggi coltivati in Italia.
Ed a pagare tale scelta sbagliata anche questa volta non saranno solo i consumatori di tali prodotti, ma, indirettamente, l’intera economia del nostro Paese.


Vincenzo Cappelini
Avvocato di Rovigo, esperto in  diritto agrario  comunitario.
E' imprenditore agricolo 

1 commento:

  1. Esatto! Li mangiamo da più di vent'anni, e sono le problematiche relative alle colture tradizionali a crearci problemi con tutta la chimica che siamo obbligati ad usare.

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