lunedì 23 marzo 2015

Moriremo vegetariani?

 di Luigi Mariani

Meglio 1 anno da leone o 100 anni da pecora? Non si potrebbero fare 50 anni da orsacchiotto?
La battuta di Troisi (qui) mi  è venuta in mente leggendo le dichiarazioni del professor Umberto Veronesi sulla necessità di diventare tutti vegetariani(qui)  poiché rimanda, seppur inconsciamente, al dilemma carnivoro (leone) – vegetariano (pecora), risolto tanto tempo fa dai nostri progenitori con la soluzione onnivora (orsacchiotto).
Vedete, se una persona illustre come il professor Umberto Veronesi ha scelto il vegetarianesimo lo avrà fatto perché gli piace e lo ritiene più salubre per se stesso ma da qui a pensare di fare una legge per obbligare tutti alla medesima scelta ce ne passa, anche perché la carne ed in genere i cibi di origine animale non possono essere trattati alla stregua del fumo di sigaretta.


E poi:
- vogliamo ignorare il grande sforzo che la zootecnia mondiale sta facendo da anni per aumentare le efficienze d conversione degli alimenti e per spostare la produzione di carne verso specie più efficienti dei bovini in termini di conversione degli alimenti e consumi idrici (suini, polli, ecc.)?
- vogliamo condannare a morte quella non insignificante porzione dell'umanità che vive di pastorizia in aree marginali a clima steppico o di tundra, aree che oggi occupano ben 3,2 miliardi di ettari, contro gli 1,5 miliardi di ettari degli arativi?
- vogliamo rinunciare anche alle proteine del latte e delle uova, alimenti che per inciso vantano interessantissime efficienze di conversione?
- vogliamo rinunciare alla zootecnia come sistema per trasformare in cibo sottoprodotti inadatti all'alimentazione umana o cibi scaduti?
- Vogliamo mandare in soffitta 10 millenni di cultura gastronomica che si declina nei bolliti, nei prosciutti di Parma e San Daniele, nella coppa e pancetta piacentina, nel salame di Varzi e di Felino, ecc. ecc.? (e spero vorrete scusarmi se cito solo i prodotti del mio circondario....)

 Io mi accontenterei dei 50 anni da orsacchiotto nel senso che mi piacerebbe molto riuscire a far capire (in famiglia innanzitutto) che le proteine animali si possono sostituire alcune volte al settimana con quelle di origine vegetale (non solo da leguminose perché difettano di aminoacidi solforati; non solo da cereali, perché difettano in lisina e triptofano ma da leguminose + cereali per avere un apporto proteico completo). In tal senso mi farebbe moltissimo piacere se, ad iniziare dalla televisione in cui la “culinaria” imperversa a tutte le ore, si facessero campagne di “pubblicità progresso” che invitassero ad un maggior equilibrio far componente carnea e componente vegetale nelle diete e che suggerissero ad esempio di considerare i legumi (lenticchie, fagioli, ceci, soia, ecc.) come secondo piatto alternativo alla carne e non come contorno della carne stessa.
Sono queste campagne che ci occorrono, non le sparate del tipo “diventiamo tutti vegetariani per necessità”. Ed il fatto che un tale slogan l'abbia lanciato Einstein non può a mio avviso interessare nel modo più assoluto, perché Einstein sarà stato anche un genio ma non era un nutrizionista e per di più viveva in un mondo molto diverso da quello odierno e cioè in un mondo in cui l'insicurezza alimentare toccava oltre il 50% della popolazione mondiale mentre oggi si è ridotta all'11%.
Questo senza nulla togliere agli enormi meriti scientifici che Umberto Veronesi vanta e tutto il rispetto che dev'essere attribuito alla sua scelta vegetariana così come alla nostra scelta onnivora.
No, Professor Veronesi, non moriremo vegetariani!





Luigi Mariani
Già docente di Agronomia e Agrometeorologia all'Università degli Studi di Milano, è attualmente condirettore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura di Sant'Angelo Lodigiano.





1 commento:

  1. Domani in partenza l'interessantissima serie "1992" su Sky Atlantic: http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2014/07/25/news/tangentopoli_la_fiction_milano_1992_il_thriller_sul_terremoto_che_sconvolse_l_italia-92343739/

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