Le
relazioni tra l’uomo il cibo sono state improntate, per settanta millenni, da
una costante: l’imperativo quotidiano che ne imponeva la ricerca quale prima
tra le esigenze vitali.
Il gruppo umano che lasciava, all’alba, la caverna ignorava se avrebbe saziato
la fame, uccidendo il mammouth
reperendo un cesto di bulbi.
I rapporti tra uomo e cibo erano, in termini fisici e psicologici, rapporti aleatori.Nata l’agricoltura l’imperativo quotidiano si convertiva in annuale, l’uomo procedeva a una semina che avrebbe dovuto assicurare il cibo di un anno, ma il cui frutto sarebbe maturato tra mille eventualità nefaste. Negli anni ’30 l’intero raccolto del Tavoliere poteva essere distrutto dalle locuste, come era stato per millenni. L’aleatorietà dominava ancora l’uomo affamato.
I rapporti tra uomo e cibo erano, in termini fisici e psicologici, rapporti aleatori.Nata l’agricoltura l’imperativo quotidiano si convertiva in annuale, l’uomo procedeva a una semina che avrebbe dovuto assicurare il cibo di un anno, ma il cui frutto sarebbe maturato tra mille eventualità nefaste. Negli anni ’30 l’intero raccolto del Tavoliere poteva essere distrutto dalle locuste, come era stato per millenni. L’aleatorietà dominava ancora l’uomo affamato.
Negli ultimi sei decenni la relazione
psicologica tra uomo e cibo è mutata, radicalmente, tre volte: terminato il secondo conflitto mondiale la prima preoccupazione
di popoli e governanti era la certezza della disponibilità, trent’anni più
tardi il successo degli sforzi realizzati diffondeva,
nelle società ricche, la percezione che produrre il cibo fosse la più banale
delle incombenze, che quindi la politica dovesse arrestare una produzione
esorbitante ogni necessità.Poi, dal 2007, l’inarrestabile ascesa
dei prezzi, seppure seguita da quotazioni altalenanti, ha diffuso la paura. Miliardi
di uomini soffrono la fame, altri miliardi ne temono
l’oscuro ritorno.Colpevoli gli uomini politici,
incapaci di politiche lungimiranti, doppiamente colpevoli gli uomini dell’
informazione, che nelle metamorfosi dei convincimenti
collettivi hanno sempre sostenuto la
verità del guru che ottenesse più applausi, preferendo la sensazionalità all’arduo confronto. Il disorientamento sul
futuro alimentare dilaga.
Nel frastuono, l’Accademia di Scienze,
Lettere e Arti di Modena si è proposta di ascoltare scienziati autorevoli per
fissare alcuni punti fermi nel vortice
dei proclami di chi non ha la competenza per offrire una sola certezza.
ACCADEMIA NAZIONALE DI SCIENZE LETTERE E ARTI DI MODENA
Lunedì 10 Novembre 2014
ore 15
Sala dei Presidenti
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