SIGA (qui)
Questo
manifesto è stato approvato dai Soci della SIGA in data
16 Settembre 2014.
Le
modificazioni genetiche per il futuro dell’agricoltura in Italia
Introduzione
In occasione
di EXPO 2015, il tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" ha avuto il merito
di stimolare dibattiti mediatici sull’importanza delle innovazioni in
agricoltura e quindi, inevitabilmente, sulle piante modificate tramite tecniche
di ingegneria genetica (altresì conosciute come OGM, come definite dalla
legislazione europea) e, più in generale, sulle applicazioni delle
biotecnologie nel miglioramento genetico. In questo ambito la SIGA (*), come da Statuto, ha
istituzionalmente il ruolo di "punto di riferimento scientifico" e,
pertanto, è in grado di fornire supporto all’informazione sulle diverse tecnologie.
Il recente DDL 1541, che prevede pesanti sanzioni per gli agricoltori che contravvengono al divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato in Italia, dimostra, ancora una volta, che esiste, negli organi preposti a legiferare sull’argomento e nell'opinione pubblica, una diffusa mancanza di informazione sui rischi e sui benefici derivanti dall'uso degli OGM e, più in generale, da quello delle biotecnologie agrarie.
Il recente DDL 1541, che prevede pesanti sanzioni per gli agricoltori che contravvengono al divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato in Italia, dimostra, ancora una volta, che esiste, negli organi preposti a legiferare sull’argomento e nell'opinione pubblica, una diffusa mancanza di informazione sui rischi e sui benefici derivanti dall'uso degli OGM e, più in generale, da quello delle biotecnologie agrarie.
Come premessa,
la SIGA fa
presente che tutte le piante che sono oggi coltivate provengono, anche se in
misura diversa, dal miglioramento genetico effettuato nel passato. Gli OGM che
sono oggetto di studi e di applicazioni da parte dei ricercatori italiani
rappresentano una delle numerose nuove tecnologie sviluppate negli ultimi anni.
Altre biotecnologie sono già applicate a piante e ad animali in produzione
zootecnica: oltre all’ottenimento di nuovi genotipi e
varietà, oggi esse consentono un'efficiente caratterizzazione e valorizzazione
delle risorse genetiche agrarie, portando all’identificazione di varianti
utili, non ancora utilizzate nel processo di sviluppo varietale e che,
pertanto, possono essere utilizzate per costituirne delle nuove. In questo
senso lo studio delle risorse genetiche e la valorizzazione di specie coltivate
e selvatiche restano tra i capisaldi della ricerca della SIGA in campo agrario
e le applicazioni biotecnologiche costituiscono un ormai insostituibile insieme
di metodiche utili per perseguire questi fini.
La posizione
della SIGA sugli OGM è stata chiaramente evidenziata nel Consensus Document su ‘Sicurezza alimentare e OGM’ sin dal 2004,
documento condiviso da altre Società scientifiche, nel quale si sostiene il
diritto di fare ricerca, di salvare i materiali geneticamente modificati
sperimentali e di affrontare la questione OGM su basi scientifiche.
E’
importante anche sottolineare che la
SIGA ritiene che gli OGM vadano considerati alla stessa
stregua dei prodotti ottenuti o ottenibili attraverso tutte le procedure di
miglioramento genetico applicate dall'Uomo dalla nascita dell'agricoltura ad
oggi e che, pertanto, il trasferimento mirato di geni rappresenta una delle
tecnologie disponibili. In considerazione di ciò ritiene anche che, come già si
fa in altri settori innovativi, l’obiettivo debba essere quello di
regolamentare i prodotti dell’innovazione stessa e non i processi attraverso
cui l’innovazione è ottenuta. Un esempio è il caso della cisgenesi, nella quale
geni sono trasferiti tra piante sessualmente compatibili in modo più rapido ed
efficiente rispetto all'incrocio tradizionale. In questo senso giova qui
ricordare che pareri scientifici riguardanti la valutazione della sicurezza
delle piante cisgeniche da parte dell’EFSA (European Food Safety Authority)
hanno concluso che i rischi per la salute umana e per l’ambiente sono da
considerarsi equivalenti per le piante cisgeniche e per quelle ottenute da
miglioramento genetico tradizionale. Si vuole qui anche ricordare che la
ricerca è coinvolta nel costante miglioramento di questa tecnologia al fine di
rimuovere i punti di criticità percepiti dall'opinione pubblica e, quindi,
superare il rifiuto degli OGM da parte sia del consumatore sia della politica.
Sono, ad esempio, in fase avanzata di sviluppo nuove tecnologie per la
mutagenesi mirata delle piante in cui si vanno a modificare solo specifici
nucleotidi in un gene senza integrazione di DNA esogeno. Tali tecnologie
consentono modificazioni in tutto e per tutto simili per natura e tipologia a
quelle ottenibili per mutazione spontanea o per mutagenesi indotta e le piante
ottenute da tali tecnologie non ricadono sotto l’attuale definizione di OGM.
Con questo
manifesto, quindi, s’intende andare oltre la situazione contingente e, partendo
dall’esperienza maturata sugli OGM, si desidera fornire spunti di riflessione
sui contributi che, in generale, le applicazioni biotecnologiche possono dare
allo sviluppo di un’agricoltura innovativa in grado di garantire sostenibilità
e reddito. Si tratta, da parte della ricerca, di dare un aiuto nella sfida
volta a ottenere produzioni agrarie con valore
aggiunto sia per gli agricoltori sia per i consumatori. I cibi funzionali, le
piante come biofabbriche per l’ottenimento di farmaci, nuovi materiali, nuovi
biocarburanti, cosmetici, sono solo alcune delle potenziali risposte a questa
sfida che dovrà essere sostenuta dalla parallela affermazione di un’industria
biotecnologica verde in Italia.
Le innovazioni genetiche per il sostegno del ‘Made in Italy’
Finora
gli OGM hanno rappresentato l’applicazione più avanzata delle biotecnologie nel
settore agrario. Si tratta di materiali il cui DNA è stato modificato in modo
mirato attraverso tecniche di biologia molecolare e di trasformazione genetica.
In questo modo, sono stati perseguiti obiettivi importanti nell’ambito del
miglioramento nutrizionale e della resistenza agli stress imposti dai
cambiamenti climatici. Piante di mais con maggiore tolleranza alla siccità o
con un più elevato contenuto di aminoacidi essenziali per la dieta, riso con
provitamina A, pomodori più ricchi in antociani, sono alcuni dei materiali in
prova nei campi sperimentali, già approvati per la coltivazione in alcuni Paesi
o in corso di valutazione. L’elenco potrebbe ampliarsi perché i laboratori di
ricerca sono ricchi di prototipi pronti per la valutazione, in attesa
dell’autorizzazione a coltivazioni sperimentali per valutarne sicurezza
alimentare e impatto ambientale. Autorizzazioni che, nell’attuale situazione,
nel nostro Paese potrebbero non arrivare mai.
I
ricercatori aderenti alla SIGA sono impegnati, pur nella difficoltà del
reperimento di finanziamenti specifici, nello studio e nell'introduzione di
nuove e più avanzate tecnologie, sia per rendere più efficienti tutte le fasi
del miglioramento genetico cosiddetto tradizionale, sia per ottenere con tecniche
alternative i risultati conseguiti finora con gli OGM, quali ad esempio le
promettenti tecnologie basate sulle nucleasi progettate per riconoscere una
specifica sequenza di DNA al fine di operare modificazioni mirate del genoma.
Inoltre, le conoscenze derivanti dal recente sequenziamento dei genomi di
specie agrarie d’interesse per il "Made in Italy" (es: vite,
pomodoro, frumento, agrumi), settore nel quale l’Italia è ben rappresentata,
mettono a disposizione dei genetisti agrari strumenti innovativi per il
miglioramento di queste specie. Lo scopo è di giungere a ciò che si definisce
"miglioramento genetico di precisione" usando le nuove tecnologie
genetiche.
Preparare l’opinione pubblica ad
accettare le innovazioni genetiche in agricoltura
Questo
manifesto ritiene fondamentale operare in tre direzioni per evitare che i
successi della ricerca italiana nel campo della genetica e del miglioramento
genetico dei vegetali, in massima parte rappresentata dagli aderenti alla SIGA,
siano vanificati dalle scelte politiche, com’è avvenuto per gli OGM: 1. ricerca
di qualità; 2. divulgazione; 3. interazione con i "decisori" a
livello della ricerca e della politica in agricoltura.
1.
Occorre che sia finanziata la ricerca di buona qualità in cui si perseguano obiettivi
di impatto per lo sviluppo del nostro Paese, garantendo verifiche ex-ante ed ex-post, e che sia previsto e realizzato il trasferimento
tecnologico alle imprese. In quest’ambito la SIGA considera indispensabile il coordinamento
tra la ricerca pubblica e quella privata.
2. Occorre reimpostare il dialogo con l’opinione pubblica in
modo equilibrato e scientificamente corretto avendo consapevolezza degli errori
di comunicazione commessi in passato nel caso degli OGM (solo per citarne
alcuni: mancanza di opportuna divulgazione, scarsa attenzione verso le
richieste di chiarimento dei consumatori, incapacità di comunicare le ragioni
scientifiche attraverso un linguaggio accessibile). Occorre spiegare che le
innovazioni genetiche non solo non rappresentano alcun pericolo per la nostra
agricoltura e, in particolare, per i prodotti alimentari che sono l’emblema del
"Made in Italy" ma anzi sono indispensabili per il raggiungimento di
una maggiore sostenibilità economica ed ambientale della nostra agricoltura.
Bisogna spiegare che le modificazioni genetiche delle piante ad opera dell’uomo
sono incominciate e poi proseguite nel tempo con metodiche via via più
raffinate ed efficaci sin da quando l’uomo ha iniziato ad addomesticare le
piante per migliorare la propria nutrizione e salute e che attraverso tali
modificazioni il miglioramento genetico delle piante ha contribuito in misura
decisiva al progresso dell’economia e della condizione umana. Bisogna
sottolineare che, grazie alle innovazioni genetiche, il cibo, ad esempio, può
prevenire o, almeno, controllare determinate patologie. Inoltre, bisogna
rassicurare che è possibile andare verso la coesistenza di forme di agricoltura
diverse (convenzionale, biologica, biotecnologica) facendo ad esempio
riferimento ai recenti documenti ‘Best Practices for coexistence of genetically
modified crops with conventional and organic farming’ concernenti il mais,
pubblicati dall’European Coexistence Bureau dell’UE.
I punti chiave
che dovrebbero essere alla base della divulgazione di tematiche che si fondano
su dati scientifici sono gli stessi già indicati nel Consensus Document di dieci anni fa e sono qui ricordati, perchè
ancora pienamente validi:
-
La scienza e, in particolare, la conoscenza scientifica si basano su fatti; non
è costituita da assoluti, ed è sempre in via di affinamento e alla ricerca di
una migliore comprensione della realtà. La conoscenza pertanto non è statica e
definitiva: essa è sempre migliorabile e perfettibile.
- La ricerca andrebbe coltivata e valorizzata in
modo tale che quanto finora si è acquisito non vada perduto a favore di visioni
che rischiano di compromettere ciò che di buono essa ha già dato e potrebbe
dare all’umanità.
-
La tecnologia nasce quando le conoscenze scientifiche acquisite diventano applicabili
alla realtà.
-
Ciò che decreta il successo di una tecnologia non è la sua “perfezione”, bensì
la sua capacità di rispondere ad alcune esigenze in modo più appropriato di
quanto fino a quel momento non fosse possibile. Solo una valutazione che tenga
conto del rapporto rischi/benefici può consentire un giudizio sereno su
qualunque tecnologia.
- È necessario, per esprimere giudizi ponderati, basarsi
sull’analisi delle migliori conoscenze disponibili.
3. La SIGA intende svolgere con
impegno un servizio di informazione e divulgazione sulla ricerca in genetica
agraria. A questo scopo si propone di mantenere e approfondire le sue relazioni
con i decisori della politica italiana su questi argomenti, come il Ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero
delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero dell'Ambiente,
il Ministero della Salute, le relative Commissioni Parlamentari, le Regioni.
Intende inoltre dialogare con gli organi di stampa, le associazioni di
consumatori e, più in generale, con l’opinione pubblica, al fine di esporre il
punto di vista della ricerca pubblica e le tendenze di quella privata
nell'ambito delle biotecnologie applicate alla produzione primaria.
*) La SIGA è una Società
scientifica senza fini di lucro costituita da alcune centinaia tra esperti e
ricercatori che operano principalmente, ma non solo, nelle Università e negli
Enti Pubblici di Ricerca. Tra i ricercatori aderenti alla Società sono
disponibili competenze in genetica, biologia molecolare, citogenetica, scienza
delle coltivazioni, miglioramento genetico, genomica, bioinformatica.
I Soci impiegano per
diversi scopi le biotecnologie che, secondo una definizione ampiamente
accettata, includono tutte quelle tecniche che utilizzano organismi viventi, o
parti di essi, al fine di ottenere beni o
servizi.
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