di Luigi Mariani
Con
1,5 milioni di specie gli insetti rappresentano il 20% in numero
delle specie viventi presenti sul nostro
pianeta e, in virtù delle enormi doti di adattabilità che li
caratterizza, sono presenti in tutti gli ecosistemi
(dai deserti infuocati alle lande gelate dell'Antartide, dalle grandi
pianure agli ambienti di altissima
montagna) svolgendo un ruolo essenziale nelle catene alimentari e
nella chiusura dei cicli degli elementi.
Ad esempio moltissime specie di insetti “popolano” la catena alimentare detritivora del suolo che porta alla mineralizzazione della sostanza organica e alla genesi dell'humus, elemento chiave per la fertilità.
Ad esempio moltissime specie di insetti “popolano” la catena alimentare detritivora del suolo che porta alla mineralizzazione della sostanza organica e alla genesi dell'humus, elemento chiave per la fertilità.
L’uomo
convive con gli insetti da migliaia di anni e spesso
nei loro confronti nutre una preconcetta avversione
che si lega al fatto che varie specie infliggono danni rilevanti ed
alle derrate alimentari conservate
ed alle produzioni agrarie (si pensi alle invasioni della Locusta
migratoria L.,
immortalate nella Bibbia
come una delle sette piaghe d’Egitto) o
ancora sono vettori di gravi malattie (es: la malaria).
E’ tuttavia
innegabile che gli insetti siano di importanza unica
per l’uomo sia
come fonte di emozioni estetiche
(è questo il caso del volo delle farfalle o delle forme e dei colori
di molti coleotteri) sia come elementi
essenziali per molte attività umane. Ad esempio molti fruttiferi non
potrebbero darci i loro prodotti
in assenza di insetti impollinatori, api o impollinatori selvaggi. Le
api stesse sono poi all’origine
di
un prodotto alimentare di grande importanza: il miele. Altro insetto
di grande interesse economico è stato
ed è tuttora il Bombyx
mori L.
(baco da seta), da cui proviene la
materia prima per l’industria serica e
che si alimenta con le foglie di gelso (Morus
alba L.),
ricchissime in proteine.
Proprio
l’ape ed il baco da seta sono
considerati animali domestici a tutti gli effetti. Le evidenze
storiche indicano
infatti che il baco da seta fu domesticati in Cina circa 5000 anni
fa’ e
l’ape fu
domesticata nel sudest
asiatico circa 6000 anni orsono. Dalla domesticazione sono derivate
importanti modificazioni
morfologiche
che hanno reso in particolare il baco da seta non più in grado di
sopravvivere in un ambiente
naturale.Vale
altresì la pena di ricordare che il
baco da seta presenta un’importanza unica che lo pone spesso
al centro
della riflessione degli storici dell’agricoltura.
Infatti tale insetto,
inscindibilmente legato alla coltura
del gelso, è
stato per i nostri territori un fattore primario per il reddito
dell’azienda agraria con conseguente
accumulazione di capitali che hanno consentito lo sviluppo del
settore industriale, sia in ambito
serico sia al di fuori di esso.
E’
infine interessante evidenziare che gli
insetti possono oggi essere visti come fonte di proteine nobili di
origine animale, proseguendo in ciò con una tradizione che presso
svariati popoli esiste da sempre.
Gli
insetti infatti hanno indici di conversione molto interessanti, il
che li rende assai competitivi rispetto ai
classici animali da carne (bovini, suini, ovicaprini, ecc.).
In occasione dell’edizione 2014 della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (qui) il Museo lombardo di storia dell’agricoltura (Mulsa), la Fondazione Morando Bolognini, la Società Agraria di Lombardia e l’Accademia dei Georgofili -Sezione nord-ovest, organizzano un seminario dedicato agli insetti utili.
Il seminario mira ad approfondire le tematiche sopra accennate avvalendosi del contributo di esperti che operano nei diversi settori legati all’entomologia.
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