di GIANLUIGI MAZZOLARI
Occorre ammettere che il connubio lessicale fra il sostantivo (sovranità), che fa gonfiare il petto, e l’aggettivo (alimentare), che evoca atavica fame, stimola sensazioni ed emotività. È termine assai attraente e la tentazione politica di appropriarsene rischia di compromettere i valori positivi che può includere. Da noi la “sovranità alimentare” ha acquisito notorietà a seguito della nuova denominazione assunta nel 2022 dal “Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste”, dopo che in Francia lo stesso percorso ha portato alla nascita del “Ministère de l'Agriculture et de la Souveraineté alimentaire”.Verosimilmente a riprova che qualunque settore - e l’agricoltura è ricca di esempi - è attratto dal ricorso a nuove parole per esprimere vecchi concetti, sovente con la stessa rilevanza che ha la semplice inversione del senso di marcia di una via per dimostrare discontinuità con il passato e tangibile azione innovativa!